XLVI - Desiderio (pt. 2)

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<Qual è il desiderio?> domando volendo sapere di cosa si tratta. Ma lui scote lievemente la testa.

<Non così in fretta. Una cosa alla volta.> alzo gli occhi al cielo e poi portarli sulla tazza davanti a me. Per quale motivo mi sento così a disagio?

<Cosa è successo ieri dopo che mi sono allontanato?> resto un attimo in silenzio, cercando di raccogliere i pensieri e cercare di raccontare cosa fosse successo con calma e in ordine.

Resto in silenzio per un po', provando a creare nella mia mente un discorso sensato e lui mi lascia fare, sapendo che facendo pressione per avere un'immediata risposta, potrebbe avere come conseguenza qualche stupida affermazione facilmente fraintendibile.

Penso di non aver fatto nulla di male ieri... anzi ne sono sicura al cento per cento, ma la situazione che si era venuta a creare aveva reso le cose difficili da vedere per quello che erano veramente. Anche io avrei avuto la sua stessa reazione, ad essere onesti. No, in realtà a dirla tutta, sarebbe stata minimo dieci volte peggiore e non avrei mai scritto a Shawn di vederci per chiarire le cose. 

Cioè, trovare Shawn assieme a una ragazza in una scena che da lontano può creare molta confusione... diciamo solo che mi sarei messa a urlare come minimo. Avrei dato vita a una delle migliori scene dei film mai viste ad Hollywood.

Ma sorvogliamo oltre...

Alla sua domanda non posso far altro che sospirare pesantemente.

<Non l'ho ben capito neanche io.> ammetto e sono sicura che l'ho leggermente confuso. Come faccio a non aver capito cosa fosse successo se ero proprio lì? Non lo so. <Ti sei allontanato cinque minuti eppure sembra che sia successo di tutto e di più, sono ancora convinta che sia qualcuno a cui piace vedermi in queste situazioni.>

Lo vedo sospirare e portarsi una mano tra i capelli, sconfortato.

<Da una parte sapevo che avresti risposto così...> borbotta. Mentre raccolgo le idee, prendendomi il mio tempo, sorseggio la bevanda calda davanti a me. 

<Però...> comincio alzando l'indice della mano destra. <No, non mi viene in mente niente da dire.> affermo. <Incredibile, per quanto cerchi di trovare le parole non mi vengono.>Ma se dovessi riassumere la serata in tre semplici parole sarebbero: caos, 

<Fallo in tre parole.> suggerisce. I tre termini escono fuori in automatico poco dopo.

<Smarrimento. Perplessità. Quiete.> man mano che elenco i termini alzavo un dito della mano destra e avvertivo, senza bisogno che lo dica riesco a percepire la confusione che avevo fatto aumentare. <Che c'è?> domando.

<Più o meno penso di capire i primi due, ma "quiete"?> 

<Nella mia testa aveva più o meno senso.> mi giustifico, ma capendo che dal suo punto di vista non era poi così chiara la cosa.

<Solo nella tua testa hanno senso molte cose.> questa è una vera e propria frecciatina, che riesce ad andare alla perfezione a segno.

<Facciamola finita!> borbotto. <Per dirla in breve: tu te ne sei andato, mentre ti aspettavo si è avvicinato Samuele. Abbiamo parlato un po'. Sono inciampata facendo qualche passo e misono ferita. Mi ha legato la sua bandana alla mano per aiutarmi e mentre lo faceva ha ammesso che gli piaccio. Ho risposto che anche a me lui piaceva. Sei arrivato tu, ma non avevi sentito nulla e ti sei girato senza darmi spiegazione, quando ti ho raggiunto mi hai solo messo un cerotto al ginocchio e hai detto qualcosa di stupido per poi andartene.> parlo velocemente neanche preoccupandomi se quello che ho detto è facilmente fraintendibile o meno.

Fallin' All In You || Shawn FrosteDove le storie prendono vita. Scoprilo ora