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L'indomani uscirò dalla casa di mio padre e la mia vita di figlia finirà

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L'indomani uscirò dalla casa di mio padre e la mia vita di figlia finirà. Del resto mi hanno cresciuta per questo, per stringere, grazie al matrimonio, rapporti di alleanza con qualche signore potente. Quale famiglia d'alto rango come i Malatesta potrebbe meglio soddisfare l'orgoglio dei miei genitori?

Mia madre mi ha convocato prima di cena per spiegarmi i fatti della vita.

Nella notte delle mie nozze, mio marito mi raggiungerà nel letto e si poserà sopra di me. Gli permetterò di toccarmi, spogliarmi addirittura, baciarmi, si infilerà dentro di me e, anche se mi farà male, dovrò rimanere ferma e aspettare che finisca. Non capisco né cosa infilerà né cosa dovrà finire. Ho domandato a Elione, ma nemmeno lei è a conoscenza di ciò che accade.

Della spiegazione di mia madre non ho capito nulla e, invece di tranquillizzarmi, mi ha impaurita.

«Forse, mia signora, succederà come accade per i cavalli» suggerisce Elione arrossendo.

«Come puoi pensare questo? Non posso credere che un uomo faccia cose simili a sua moglie».

Elione si stringe nelle spalle e io ripenso ai cavalli che coprono le puledre. Ho assistito una volta di nascosto, poi uno degli stallieri mi ha scoperto e mi ha riportato a casa. Ridacchiava mentre mi allontanava dalle scuderie, forse perché sapeva che mi avrebbero punito. Io non gli piacevo già allora, come non piaccio alla maggior parte dei servi.

«Rimani?» domando con un filo di voce. L'ultima notte, il buio, l'ignoto. Non sono certa di riuscire ad affrontare da sola il peso delle mie emozioni. Elione mi abbraccia, ma non rimarrà perché sarà l'ultima volta che dormirà con la sua famiglia. Quando la porta si chiude alle sue spalle, mi avvicino al camino. Il fuoco si sta spegnendo, le braci incandescenti diffondono un lieve chiarore che regala agli oggetti un che di sinistro.

Il calore di quelle braci, lo stesso delle iridi del mio promesso, mi penetra sotto la pelle e accelera il respiro.

Metto le mani sull'addome e lo immagino rigonfio di mio figlio. Sorrido per lo stupore di poter essere madre da qui a poco. Faccio scorrere le dita verso l'alto, i miei seni acerbi non riempiono nemmeno le mie mani minute. Ripenso alla delicatezza del suo tocco e il mio petto freme, desideroso che sia lui a toccarmi.

Senza fiato per il mio ardire mi siedo sul letto. Scosto le coperte e mi sdraio. Non chiudo gli occhi subito, rimango a fissare il fuoco. Quegli occhi verdi non abbandonano i miei pensieri, avverto un inusuale languore all'addome, sento caldo e freddo.

Strofino le cosce tra loro, spalanco gli occhi, sono umide, come quando cavalco.

È successo altre volte, nessuno però si era accorto, ma cosa succederebbe se accadesse anche domani?

Se, come ha detto mia madre, mio marito mi spoglierà, si accorgerà del mio umidore?

Mi alzo per aprire il baule dove tengo le pezze per il periodo. Ne prendo una, mi asciugo tra le gambe e torno a letto. Lo strofinio leggero del cotone mi solletica e rilassa. Le pieghe del mio sesso si aprono a quel passaggio e sembrano pulsare.

Non appena asciugo, la zona torna umida. Queste secrezioni hanno un odore che non ho mai sentito e che mi piace, sono vischiose e trasparenti. Non riesco a smettere di passare la pezzuola, è come se la mano che la guida non sia la mia. Sempre più veloce, sempre più in un punto che è diventato caldo. Ho il respiro corto, vorrei urlare, mi mordo le labbra. Sento crescere qualcosa di sconosciuto, strizzo gli occhi; penso a come sarebbe se fossero state le dita di mio marito a sfruculiare le mie carni soffici. Un suono inarticolato fugge dalle mie labbra. Affondo la testa nel cuscino, le unghie artigliano le coperte per contrastare gli spasmi. Il corpo si tende, il respiro si mozza. Il calore che esplode nel fulcro del mio ventre si dirama in tutte le direzioni, dai piedi che ricordano l'ardore del pomeriggio, alla punta dei capezzoli inturgiditi nello sfregamento contro la camicia da notte.

Il respiro torna calmo.
Guardo il cotone inumidito e mi vergogno.
Cosa penserebbe Giovanni se scoprisse quello che ho fatto, se scoprisse che ho pensato a lui?

Cosa penserebbe Giovanni se scoprisse quello che ho fatto, se scoprisse che ho pensato a lui?

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Pietà del nostro mal perverso 🌹(Noi che tignemmo il mondo di sanguigno)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora