10| Mental breakdown

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4 Aprile, giorno 33
Good years, Zayn

Chiamata da Charles in entrata.

Declina.

Chiamata da Daniel in entrata.

Declina.

Chiamata da Lewis in entrata.

Declina.

Chiamata da Carlos in entrata.

Declina.

Chiamata da Charles in entrata.

Declina.

Quello di Charles è l'ultimo nome che Eva legge sul display prima di scaraventare il telefono contro il muro. Non serve che controlli che il vetro si è spaccato in mille pezzi, né che gli avvisi di chiamata siano ancora lì. Tutto il mondo la sta cercando. I giornali, la gente che ha voglia di sparlare, Daniel, Lewis, Zak, Carlos, Lando, Clara. Ma alcuni hanno desistito subito, altri ci hanno messo più di una decina di chiamate in questi tre giorni. L'unico che non molla è solo il pilota monegasco, proprio l'ultima persona con cui vorrebbe parlare.

Eva si alza dal letto solo per riprendere il telefono con il display in frantumi, ancora fisso sull'ultimo articolo aperto. L'ennesimo che riporta il suo nome.

Eva brown e il suo periodo di disintossicazione, il vero motivo alla base del suo ritiro dal mondo della moda.

Mattia lo ha fatto, ha mandato la sua vita in frantumi, proprio come lei ha fatto con lo schermo del suo cellulare, con una piccola mossa. Ed ora tutti sanno che fine ha fatto nei dieci mesi precedenti, quando il suo ritiro dal mondo della moda era stato giustificato con semplice stanchezza. Ora tutti sanno che era in una clinica di disintossicazione, a depurarsi da alcool e droghe e a tenere sotto controllo le sue crisi nervose. Per la seconda volta. Solo che dopo la prima era stato tutto più facile. Allora non era nessuno, solo una ragazza che provava ad emergere tra sfilate e servizi fotografici. Ora è diverso, ora il suo nome è sulla bocca di tutti.

La risata amara provocata dal fatto che Mattia, oltre a rovinare lei, abbia rovinato anche se stesso con la storia delle corse illegali, si trasforma presto in un urlo disperato.
Il primo a spalancare la porta della sua stanza è Leonardo, appena tornato dagli allenamenti.

Si accovaccia accanto a lei, stringendola forte a sé, cercando in qualche modo di soffocare le sue urla. Suo padre le sta di fronte, mentre Caterina osserva la scena dalla porta, sentendosi dannatamente impotente.

«Mi scoppia la testa, non ce la faccio più!» grida Eva, alzando il viso, rigato dalle lacrime, verso suo padre. Le si squarcia quasi il petto per la sofferenza. Gli occhi sono rossi, gridano pietà.

Ognuno in quella stanza si sente maledettamente inutile, ogni membro della sua famiglia vorrebbe assorbire un po' del suo dolore, se non tutto, per permetterle di tornare a respirare, almeno per un po'. Lei lo percepisce e il suo istinto primordiale è quello di allontanare tutti, come fa sempre, di gestire tutto da sola.

«Andate via» sussurra, per poi ripeterlo urlando, in preda ad una crisi.

É Daniele a trascinare via Leonardo, che guarda la scena immobile, come succede ogni volta. I suoi genitori ormai sanno come comportarsi davanti a questi suoi momenti, suo fratello fa ancora fatica.
Quando la porta si chiude scompare l'unico spiraglio di luce degli ultimi tre giorni e la stanza ripiomba nel buio. Il telefono continua a vibrare. Tutti hanno provato la loro ultima chiamata e al terzo giorno hanno desistito. Charles quando mollerà? Eva tenta di spegnerlo con fare nevrotico, le sue mani non riescono neanche a tenere il dispositivo. L'unica soluzione è gettarlo nel bicchiere dell'acqua poggiato sul comodino, facendolo spegnere per sempre. Ma i rumori nella sua testa rimangono lì.

In mezzo alla polvere // Charles LeclercWhere stories live. Discover now