Capitolo dodici

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"Quello che il sobrio tiene nel cuore l’ubriaco ce l’ha sulla lingua."

Pov di Louis

Porto una mano a coprirmi gli occhi ed un lamento roco fuoriesce dalla mia gola, sono stanco e voglio dormire, ma qualcuno ha deciso di infastidirmi.

Perchè stanno facendo entrare tutta questa luce nella stanza?

Mi giro dall'altro lato del letto e tiro su il lenzuolo fino a coprirmi il viso, il profumo di lavanda mi arriva subito alle narici e mi lascio coccolare mentre piano piano ricado in un sonno prof...

“Louis alzati da quel letto!” sento urlare e sbuffo mandando a quel paese il sonno profondo!

Tiro fuori la testa e mi fermo ad osservare Jess alzarsi sulle punte per prendere una maglia dall'armadio, la canotta che indossa scopre un pezzetto della sua pancia e sento già lo stomaco contorcersi, così scatto fuori dal letto e la catturo tra le mie braccia.

“Lou, mi hai spaventata!” dice ridacchiando con un tono più alto di un ottava.

Amo quando la colgo di sorpresa e lei si finge infastidita, in fondo so che ama quando lo faccio.

Le lascio un bacio tra i capelli e mi scosto da lei, quel tanto che basta per afferrare i miei pantaloni sulla sedia.

La sua stanza è un po' come lei, strana ma attraente, le tende scure danno un aria minacciosa all'arredamento, ma basta aprirle per far filtrare la luce del sole e tutto sembra più bello e dolce.

La scrivania è piena zeppa di fogli, non so nemmeno per quale motivo, ma sono tutti macchiati da spruzzi di colore e vernice.

Mi avvicino per toccarne uno ma lei subito mi trattiene la mano.

“Non toccarli, devono asciugarsi!” mi dice nervosa.

Io la guardo qualche minuto prima di ritirare la mano e chiudere velocemente la zip dei jeans, infilo la maglia rossa in un unico gesto e dopo aver dato una sistemata ai miei capelli con le mani mi volto verso di lei.

“Prima o poi mi dirai cosa ne fai di tutti questi fogli!” dico curioso.

Non voglio mettergli pressione, se non vuole parlarne con me ci sarà qualche motivo, ma sono fatto così, se una cosa cattura la mia attenzione ne voglio sapere la storia.

Eppure lei è sempre così riservata sulla sua vita privata, tutto il contrario di quando siamo a letto, bè lì... direi che non si vergogna di niente. Sorrido ripensando alla notte passata insieme e la seguo fuori dalla sua stanza.

La casa è illuminata dalla luce del sole, l'aria fresca arriva dalla porta finestra del balcone lasciata aperta, Serena è inginocchiata a terra accerchiata da viti, martello e altri utensili.

“Buongiorno dormiglioni, come state?” chiede stranamente felice.

“Bene, che stai facendo?” le chiede Jess.

“Mmh, sto montando la mini libreria per la mia stanza, l'ho comprata l'altro ieri ma non ho ancora avuto tempo per sistemarla!” risponde tranquilla.

La guardo meglio, in queste settimane ho imparato ad osservarla e mi reputo abbastanza in grado di capirla, per questo sono più che sicuro che nasconda qualcosa.

Jess sembra non averci fatto caso e così, dopo averle dato un bacio lascio che vada a vada a fare una doccia e ne approfitto per sottoporre la mia amica ad un terzo grado.

Mi siedo sul divano e la vedo sbuffare, è strano come alcune persone riescano a legare meglio di altre, prendete ad esempio Jess, conosce Serena da anni ormai eppure sembra non accorgersi quando c'è qualcosa che non va e la stessa cosa per Sere, sono amiche ma non si capiscono come dovrebbero, e un po' mi dispiace perchè tengo ad entrambe, certo, in modo diverso, ma comunque fanno parte della mia vita tutte e due.

The Maid | Niall HoranWhere stories live. Discover now