Torniamo dove tutto è cominciato

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Pov's Louis

Bisogna avere ancora un caos dentro di se

per partorire una stella danzante.

(Friedrich Nietzsche)

“cosa vuol dire esattamente, 'ho abbandonato la missione'?” – “Lou, ho lasciato tutto, non faccio più parte della Marina.” sospirai, “sei completamente pazzo, questo lo sai vero?” – “si amico, lo so. Era l'unica decisione da prendere, e non sono per niente pentito di essere sceso da quella nave.” – “cazzo! Sei un fottuto grande Uomo. Ti ammiro Niall.” sentì una leggera risata, “e tu sei un grande amico.” iniziai a piangere, non riuscendo a capire il vero motivo, ma piansi, forse perchè ero stanco, forse perchè ero impotente, inutile, oppure perchè iniziavo a capire che la vita era breve, lo era sempre stata, può succedere qualsiasi cosa. Prima Sam, ora Reneè, Niall non merita questo, lui è un uomo da ammirare, non può sopportare altro dolore ancora. Piansi perchè nella mia di vita, non avevo mai costruito nulla, piansi perchè capì che mi mancava la mia famiglia, e giurai a me stesso, in quel preciso momento, di trovare la giusta via per la mia vita e di iniziare un nuovo percorso, iniziando con il tornare a casa, e abbracciare mia madre. “Come sta Reneè?” chiese Niall, la guardai, ed era immobile, sua madre Elizabeth si era appena addormentata sulla sedia vicino al letto, Patrick invece, era in piedi, vicino la finestra ad osservare il mondo al di fuori. Il piccolo e

fastidioso suono delle macchine attaccate al corpo di Reneè, che ormai sentivo da giorni interi, faceva eco nella stanza bianca, potevo scorgere una goccia di sudore sulla sua fronte: era pallida, magra, ed i suoi occhi erano contornati da occhiaie.. Niall doveva sbrigarsi. “sempre uguale, ora sta dormendo, le hanno dato un sedativo, un'ora fa aveva di nuovo la febbre alta.” – capisco, Lou ti devo lasciare, è arrivato il dottore.”

Siamo andati talmente avanti con il corpo che

la nostra anima è rimasta indietro.

La stiamo perdendo.

(Roberto Benigni)

Andai al distributore automatico a prendere un caffè per me e per Patrick, gli occhi di quell'uomo erano spenti. Queste persone non meritavano nulla di quello che stava succedendo. Una settimana di sofferenza, sette giorni di preoccupazioni, ansia, paura, pasti veloci, o addirittura saltati, collassi, notti in bianco.... non ce la facevo più. Ero distrutto, stanco e puzzavo terribilmente. Quella ragazza è troppo bella per andarsene, ha un cuore troppo grande per mollare tutto, Reneè deve vivere, tutti abbiamo bisogno di lei, Niall ha bisogno di lei; non ci sarò di nuovo a consolarlo, non ci sarà la Marina questa volta. Quella medicina deve funzionare.

La macchìnetta non mi aveva fatto il resto, odio questi fottuti distributori, si rompono subito; avevo mandato Grace a casa a riposare un po', invece quella ragazza è testarda peggio del fratello, la vidi con due grandi buste, che veniva verso di me. “cosa ci fai qui? Ti avevo detto di andare a riposare un pò.” scattai verso di lei, “e tu? Quando ti riposerai? Sei stanco Lou, ti ho portato dei vestiti puliti, sono di Niall dovrebbero andarti bene. E qui, c'è qualcosa da mangiare per tutti.” la osservavo, era piena di vita anche in questi momenti, eravamo tutti inutili in quel corridoio di ospedale, ma eravamo lì per Reneè, per Niall. “io.... ecco...” ero bloccato, i due caffè nelle mie mani si stavano raffreddando, lei mi

incitava a parlare, il suo sorriso bellissimo... “prego Louis. Ora vai a cambiarti per favore.” fantastica. Grace era fantastica. Un piccolo sorriso spuntò sul mio volto, un sorriso di ringraziamento, un sorriso di comprensione. Prese i bicchieri nelle mie mani e sparì nella stanza di Reneè.

Andai verso il bagno dell'ospedale, quello riservato agli infermieri, vidi se era libero ed entrai, accesi la luce e mille ricordi rimbalzarono nella mia mente. Era lo stesso bagno, lo stesso di quattro anni fa.

The Royal Navy|| Niall HoranWhere stories live. Discover now