PROLOGO

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Entriamo euforici nello spogliatoio, gridando come matti. Io e Alvaro abbiamo fatto entrambi doppietta e Cristiano ha sugellato la partita con l'ultimo goal. Abbiamo stracciato il Milan e non potevo chiedere esordio migliore. Già, ho esordito finalmente in prima squadra insieme ad Alvaro e a Cristiano Junior. Meglio di così non potevamo fare e sono fiero di averlo fatto con il numero trentatré sulle spalle, lo stesso che aveva mio padre quando giocava. Con questi due goal, che ho dedicato a lui imitando la sua esultanda ho voluto ringraziarlo per aver sempre creduto in me e avermi sempre spronato a non mollare e a perseguire i miei sogni. Lui è un vero esempio per me. "Berna!" Cristiano mo salta sulla schiena. "Sei stato grande" mi dice. "Anche tu amico" gli dico. "Dov'è Dybala?" chiede e con lui addosso mi avvicino ad Alvaro Dybala, mio compagno di squadra e migliore amico. "Il trio delle meraviglie" urla Cristiano ed Alvaro fa una storia in cui compriamo tutti e tre. "Puoi dirlo forte hermano" dice Alvaro dando il cinque a Cris e lo mettto giù. "Dopo usciamo a festeggiare. Venite vero?" chiede. "Ovvio" rispondo. "Certamente!Christian poi tu vieni a dormire da me?" mi chiede Alvaro. "Si va bene" rispondo sorridendo. Adoro andare a dormire da Alvaro, passiamo tutta la notte a giocare a Fifa e a parlare, ora stando in prima squadra dovremmo aumentare le ore di sonno, ma ci divertiremo comunque un sacco. Prendo le mie cose dal borsone e volo a fare una bella doccia.

"Ragazzi" mi volto, mio padre è appena entrato nello spogliato e quasi tutti i miei compagni lo guardano con ammirazione. Mio padre: Federico Bernardeschi, con la maglia della Juve ha vinto tutto e un mondiale con la maglia azzurra. È stato un campione dentro e fuori dal campo,soprattutto per noi a casa. Un vero esempio. "Papà" gli vado incontro e lo abbraccio. "Sei stato bravissimo, sono fiero di te" mi dice e io gli sorrido come non mai. "Dov'è il tuo socio?" mi chiede riferendosi ovviamente ad Alvaro. "Eccolo" lo indico e andiamo insieme da lui. "Alvaro" dice abbracciandolo. "Sta arrivando anche tuo padre" è in estasi dice mio padre e subito sentiamo il forte accento dalla porta dello spogliatoio. Paulo Dybala, il padre del mio migliore amico era un compagno di squadra di mio padre e come lui ha vinto tutto ed è stato una colonna portante della squadra. Dopo un periodo buoio per mio padre sono diventati gli assi indispensabili, insieme ovviamente a Cristiano Ronaldo Senior. Anche Paulo è stato davvero un esempio per tutti. "Ragazzi ho la pelle d'oca, siete magici" dice a tutti e poi viene da noi. "Mio figlio" dice fiero e abbraccia Alvaro. "Alva mi cambio ed esco con papà, ci vediamo fuori" dico. "Ok hermano" dice. Mi vesto in fretta ed esco dallo spogliatoio con mio padre. "Mamma è felicissima, non stava ferma sullo sgabello" mi dice e io già me la immagino. Mia madre Azzurra è da sempre una tifosa Juventina e mi ha sempre detto che ha conosciuto mio padre in maniera poco convenzionale. Parla sempre di una cena, ma ancora nob conosco i dettagli. So solo che stanno insieme quasi da quella sera e che hanno costruito un matrimonio solido e una famiglia serena. Abbiamo avuto i nostri bassi, ma abbiamo sempre affrontato tutto insieme. "Amore" papà chiama mamma appena la vede e lei si volta regalandoci in meraviglioso sorriso. Ho sempre trovato mia madre bellissima e lei e mio padre formano una bellissima coppia. "Christian" ci viene incontro e mi abbraccia forte. "Sei stato bravissimo tesoro mio" mi dice e mi schiocca un bacio sulla fronte. Anche se non mi piace particolarmente, lei adora baciarmi sulla fronte quindi la lascio fare. "Sono venuto a salutarti, vado a festeggiare con la squadra" la informo. "Ma certo tesoro, non fare troppo tardi però" mi dice. "Veramente, pensavo di restare da Alvaro a dormire" le dico. "Paulo e Oriana lo sanno?" mi chiede. "Si lo sanno" rispondo o almeno penso che lo sappiano. "Va bene allora. Divertiti" mi dice accarezzandomi i capelli ancora umidi. "Quelle matte delle mie sorelle?" chiedo guardandomi intorno. "Sono in bagno, ora arrivano" risponde e la porta del bagno a fianco so apre. "Chriii" tutte e tre li saltano addosso e mi stringono forte. "Piano o alla prossima partita non ci arrivo" dico loro appena sento il respiro venire meno e mi lasciano andare. "Sei stato un mito fratellino" mi dice Alice, mia sorella maggiore di un anno. Fisicamente ci assomigliamo molto, ma caratterialmente è tutta nostra madre. "Grazie!Ora vado" dico. "Salutami Alvaro" mi dice mia sorella minore Aurora, lei ha da sempre una cotta per Alvaro e non credo che la cosa mi piaccia molto. Quando è da noi è sempre tra i piedi. "Si te lo saluto" dico e saluto tutti. Esco fuori e trovo i miei compagni. "Tua madre era su di giri?" mi chiede subito Alvaro. "L'ha già sbollita. La tua?" chiedo. "Anche la mia, ma credo che papà ora la ricarichi. Sembrava un pazzo" mi dice. "Allora dovremo metterci al riparo quando torniamo da te" dico ridendo. "Ho già un piano" mi dice facendomi l'occhiolino e mi da una pacca sulla spalla. "Intanto pensiamo a rimpinzarci di pizza" aggiunge e mi trascina con se.

Seguendo il piano di Alvaro abbiamo deciso di entrare dalla porta del garage in modo da baipassare il salotto ed evitare i genitori di Alvaro, che a quanto pare stannp ancora festeggiando. Paulo sicuramente lo sta ancora facendo con qualche amico visto la miriade di voci che sentiamo. Credo di sentire anche la voce di mio padre, ma non ne sono sicuro. "Andiamo prima che ci vedano e ci espongano come trofei" mi dice Alvaro e facendo attenzione saliamo in camera sua. "Entra entra" dice e appena chiude la porta scoppiamo a ridere. "Dovremmo darci allo spionaggio" dico. "Ci prenderebbero subito" dice Alvaro e si lancia sul suo letto mentre io mi siedo sulla sua sedia girevole. "Che giornata" dico. "Pazzesca" dice guardando il soffitto. Lo guardo e non credo di averlo mai visto più rilassato. Quando ci hanno comunicato che saremmo passati in prima squadra i nostri nervi sono andati a farsi benedire e  non c'è stato giorno in cui non abbia dovuto rassicurarlo, così come lui ha rassicurato me. Essere figli di grandi campioni non ci rende automaticamente grandi campioni e dobbiamo dimostrare di essere all'altezza. "Cri mi sembra di volare" mi dice. "A chi lo dici Alva" dico sospirando. "Dai vieni qua" batte una mano sul materasso e io lo raggiungo stendendomi accanto a lui. "Chri promettimi una cosa" dice voltandosi verso di me. Io faccio lo stesso e mi prende una mano. La sua è calda, morbida ed enorme. "Tutto quello che vuoi Alva" dico. "Promettimi che tutte le partite saranno così e che diventeremo come i nostri padri" dice guardandomi dritto negli occhi e mi sento quasi disarmato. "Te lo prometto" dico e appoggio la mia fronte alla sua. "Saremo anche meglio" aggiungo e lui mi regala un meraviglioso sorriso. "Si lo saremo" dice e si allontana alzandosi. "Ti do una maglietta per dormire" mi dice. "Dovrei averne lasciata una" gli ricordo, ormai dormo più quo che a casa mia e continuare a portare roba avanti indietro non ha senso. "Si, ma l'ho messa a lavare, per rinfrescarla" mi dice mentre cerca una t-shirt nel cassetto. "Ah ok" dico mettendomi a sedere. "Tieni" mi lancia una maglietta azzurra, mi alzo dal letto e mi tolgo la felpa, insieme alla maglietta che avevo sotto, appena riemergo dalla stoffa, noto che Alvaro mi sta fissando. "Che c'è?" chiedo e lui trasalisce. "No, niente... Notavo che ti sei ingrossato" dice. "Beh questo era l'obbiettivo" dico sorridendo. "Anche tu comunque" aggiungo e lui mi fa l'occhiolino prima di spogliarsi a sua volta. Mi infilo la maglietta e tolgo i pantaloni rimanendo in boxer. "Torneo di fifa?" chiede lanciandomi il joystick. "Assolutamente si" rispondo e ci sediamo entrambi a terra, pronti per una nottata di divertimento.

Football Lovers #CB33Where stories live. Discover now