Capitolo 43

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"Baciami Severus".

"Come?".

"Baciami".

Mi bloccai poco prima di uscire dal portone del castello.

Lucas nel frattempo era uscito.

"Perché?".

"Perché ne ho bisogno" mormorai.

L'uomo mi prese il viso tra le mani.

Mi guardò negli occhi per qualche secondo.

Sapeva bene il motivo di quella richiesta.

Avevo paura.

Paura per me.

Per lui.

E per Lucas.

Severus mi baciò.

Forte.

Assaporando le mie labbra.

Anche lui aveva paura.

Forse per la prima volta in vita sua.

Questa volta non si trattava di rischiare se stesso.

Ma suo figlio.

E anche me.

"Adesso andiamo, stai tranquilla" mi accarezzò i capelli.

Raggiungemmo il bambino.

Insieme camminammo per il sentiero che portava alla Stamberga.

In silenzio.

Tremanti.

Per niente convinti del piano ideato.

Intorno al luogo designato c'erano appostati i nostri alleati.

I membri dell'Esercito di Silente.

E qualche squadra di auror.

Spero soltanto che i mangiamorte non se ne accorgano.

Lucas mostra una tranquillità quasi disumana.

Sembra non avere timori.

Eppure dentro sta soffrendo.

Lo so.

Prima di uscire ci ha abbracciati.

Forte.

Come chi non è sicuro di rivedere i propri genitori.

Ma non sarà così.

Faremo di tutto per garantire la sua protezione.

Anche dare le nostre vite.

Perché questo è il compito di un genitore.

Proteggere il proprio figlio a costo della vita.

Severus non ci aveva dormito.

Era troppo agitato.

In questi giorni si è confidato con Albus.

Gli fa bene confrontarsi con lui.

È come un padre per Sev.

Anche se odia ammetterlo.

Eppure quando ha un problema si chiude nelle sue stanze.

O nel suo laboratorio.

E parla con il quadro di Silente.

Quei due ne hanno passate di cose insieme.

Dagli occhi non scende più nienteWhere stories live. Discover now