Capitolo 1.

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Certo che a 20 anni non avrei mai pensato di di ridurmi in questo stato, eppure erano bastati solo quattro anni per cambiarmi.
Morena, 24 anni, studentessa di lettere moderne. Sono quella che si direbbe una ragazza nella media: avevo reso fieri i miei genitori con diploma e laurea ed adesso mi accingevo ad entrare nel mondo del lavoro.
Sono alta 1,60m capelli ricci di un bel castano scuro che si ostinano a combattere la gravità non riuscendo ad allungarsi più della spalla. Teorema del riccio: più crescono, più si arricciano e più si accorciano, che triste realtà...
Figlia di una generazione tradizionalista che cavalcava le onde dello sviluppo, avevo deciso di preservare la mia verginità fino ai 20 anni, pensando ingenuamente di donarla nel momento perfetto al ragazzo perfetto, e invece? Avrei dovuto capirlo dopo anni di puntate di Beautiful che al massimo sarebbe successo sul sediolino posteriore di una Polo del '85 con il ragazzo sbagliato. A quell'epoca però non lo consideravo un "problema", quelli però vennero dopo a causa del trauma psicologico che mi aveva lasciato. Non ebbi più contatti intimi con il sesso opposto, troppo viscido, troppo deludente e troppo doloroso per concedergli una seconda chance. Vivevo attualmente in un appartamento in affitto con una ragazza per via della specialistica, Agata.
Lei, classica bionda svampita stava seguendo la magistrale in scienze del turismo. Si lamentava spesso degli scarsi contributi economici dei suoi genitori, senza ammettere però che per una ragazza fuori sede la vita mondana che si interrompe alle luci dell'alba non era proprio quello che le si richiedeva. Vivevamo da un annetto insieme, un anno durante il quale mi criticava sempre per le stesse cose "troppo studio" , "poco relax" e la fatidica frase: "vuoi che ti presento qualcuno?" ed era un anno che non riuscivo a capire cosa ci fosse di così complesso in un secco NO di risposta. A parte questo eravamo diventate ottime amiche: ci dividevano le spese ed i compiti in casa, e durante quel periodo le avevo raccontato molto di me, compresa la mia disavventura, subito dopo la quale si era ripromessa di "curarmi" perché a suo dire stavo perdendo le "gioie della vita".
Un sabato per la sua felicità riuscì a corrompermi e dopo aver indossato uno di quei mini abiti neri che brulicavano nel suo armadio, tacchi vertiginosi e sistemati i capelli alla "meglio che si può", fiera del suo operato concluse con <<Hai davvero un fascino selvaggio!>>.
Chiudemmo la porta alle nostre spalle e per sicurezza non volli nemmeno vedermi allo specchio, mi sarebbe dispiaciuto scioccarmi e non poter più andare all'evento visto l'impegno che ci aveva messo. Il locale si trovava a quindici minuti di distanza dal nostro appartamento, aveva un grande sentiero alberato che portava all'ingresso ed era completamente dipinto di bianco ad eccezione per gli infissi scuri. Anche se dall'esterno poteva dare una certa idea di sobrietà, l'interno era tutta un'altra storia: luci soffuse ed un grande bancone centrale dietro il quale quattro barman si destreggiavano per servire la folla. Appena entrate Agata mi diede un colpetto per poi indicarmi un tipo biondo che ci salutò con un cenno <<Vedi è per lui che siamo qui!>> commentò rivolgendogli un saluto.
<< E' il suo compleanno?>>
<<Ma che dici? E' solo un ragazzo generoso...>>
Del vivere con lei c'era un'unica difficoltà, le sue allusioni, non le capivo mai.
Ci sedemmo ad un tavolo che si trovava su un palchetto rialzato dal resto della massa, poco dopo due baldi giovani ci portarono dei cocktail di benvenuto. Bevvi il mio tutto d'un fiato.
<< Ecco che esce l'ubriacona che c'è in te!>> mi disse sorseggiando il suo drink
<< Di certo non sarà questo a buttarmi a terra>> rise sulla mia affermazione deglutendo l'ultima goccia dal bicchiere poi aggiunse << A breve verranno a farci compagnia dei miei amici. Mi raccomando non essere acida come al solito.>>
Questi erano gli ultimi ricordi che avevo di quella sera.
Il mattino mi risvegliai in un letto, che sicuramente non era il mio.
La camera tutta sui toni chiari, risplendeva di luce che veniva emanata da una grande finestra laterale che affacciava su un grande giardino. Controllai che nel grande letto matrimoniale non ci fosse nessuno, ciò che mi sconvolse fu il constatare di essere completamente nuda sotto quelle lenzuola e di ricordare niente!
Scesi dal letto e coperta solo dal lenzuolo, perlustrai la stanza cercando i miei indumenti che ovviamente non trovai. Aprì la porta che dava sul resto della casa e sconcertata trovai i miei vestiti, insieme a quelli del padrone di casa, sparsi lungo il corridoio che portava alla camera. Li raccolsi velocemente sperando di non ritrovarmi una mamma,una zia o una nonna che con quel falso sorriso smielato ti chiedono di restare per colazione, in realtà pregai anche di non trovare un cane, specialmente uno di quelli grossi, un Alano ad esempio. Ecco lì sarei potuta anche morire e avrei tormentato Agata con il mio fantasma per il resto dei suoi giorni.
Intimorita da questi filmini mentali, ritornai in camera nella quale fui sorpresa di trovare un ragazzo. Giaceva nel letto con le lenzuola che lo coprivano fino sotto l'addome, aveva i capelli lisci e scuri, corvino oserei, addominali ben definiti e...mi stavano incantando, verbo che non potevo proprio permettermi. Mi sedetti sulla parte sinistra del letto, appena appena appoggiata sul materasso provando a non svegliarlo. Infilato l'intimo ed il vestito, mi accingevo a far salire le autoreggenti quando sentì sfiorarmi la schiena.
<< Buongiorno - salì un brivido lungo la schiena - già scappi via bambolina?>>
<< Spiacente, ma tra un po' inizia la lezione e non posso mancare.>> gli dissi senza nemmeno rivolgergli uno sguardo.
<< Conosci la strada vero?>> certo che non la conoscevo, non ricordavo niente di quello che era successo, immagina la via per uscire da questa casa, non risposi e mi avvinai alla porta. Atena, la dea della sapienza in qualche modo mi avrebbe aiutato.
<< Non ti ricordi niente vero?>> continuò con una grassa risata << Infondo al corridoio sulla sinistra bambolina e non dimenticarti la pochette sul mobile all'entrata. E' stato davvero un piacere!>> chiusi la porta alle mie spalle imprecando << A mai più rivederci, STRONZO!>>.
Questa Agata me l'avrebbe pagata.

#spazioautore

Ed eccoci arrivati alla fine del primo capitolo. Sono nuova di questa piattaforma e non so ancora bene come si gestiscono tutti i file (panico,panico,panico!!!).

Mi farebbe piacere se mi lasciaste qualche commento circa le vostre opinoni o impressioni. Non abbiate paura di essere dure, con la diplomazia ed i giusti modi, ciò che ci "distrugge" ci fortifica (era tipo una cosa del genere >.<) 

Con l'augurio che la storia possa intrigarvi e di avervi strappato qualche mezzo sorriso in quest'attimo di vita che mi avete dedicato, saluto tutti. 

Lasciate un commentino per aiutarmi a crescere. 

xOxO

Un maestro da lettoWhere stories live. Discover now