SECONDO CAPITOLO

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                                                      30 aprile, 1934
Caro Jungkook,
La vita qui in Germania è veramente cara! Il mio stipendio purtroppo viene speso principalmente in vivande e oggetti di prima necessità, con fatica però, cercherò di mettere dei soldi da parte. All'inizio ricevevo un piccolo stipendio settimanale, ma oggi ho avuto il mio primo ricompenso mensile, e per celebrare la cosa, oggi andrò dal barbiere. Secondo il Signor Schneider dovrei dare un garbo più occidentale alla mia acconciatura, per dei  motivi ritenuti importanti da questultimo: per l'immagine che è importante insieme ai miei scritti, l'immagine che presto ai suoi colleghi, l'imminente creazione della carta di identità tedesca e per un motivo in particolare che sembrava stargli un po' a cuore, lasciandomi quasi lusingato, immagino ti starai chiedendo quale sia, quello stesso per cui la mia anziana madre mi tormentava nei nostri giorni adolescenziali: cioè le donne. Il Signor Schneider vuole che faccia una buona impressione su di loro, e chissà magari stabilirmi, secondo lui, definitivamente qui. La mia Busan, il mio paese, è il luogo che amo e quello in cui passerei per sempre i miei giorni, ma la Germania sembra un paese interessante.
Come procede la salute dei miei genitori?
E in particolar modo anche tu, come stai?
Spero vada tutto bene.
A presto,
Park Jimin
p.s. Lascio una copia della foto dopo il barbiere.

È vero quando si dice, la mamma è la donna che viene prima di qualsiasi altra nella vita di un uomo, ma nella vita di Jimin, fino ai suoi giorni a Berlino, è stata l'unica

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È vero quando si dice, la mamma è la donna che viene prima di qualsiasi altra nella vita di un uomo, ma nella vita di Jimin, fino ai suoi giorni a Berlino, è stata l'unica.

Cerano tanti motivi, lo studio, le amicizie, gli interessi, e incredibilmente uno di questi, era anche Jungkook. Il minore passava la maggior parte del tempo libero con Jimin. Non aveva particolari ragioni per tentare approcci sotto laspetto amoroso con una ragazza, diversamente per quanto riguarda le amicizie, c'erano diverse compagne di classe che avevano tanto piacere nel parlare con Jimin, di scuola e non.

Qualche volta scherzosamente Jungkook gli chiedeva se avesse un cuore battente in petto, riferendosi al non aver mai avuto una relazione. Beh, il bassino lo guardava e gli rispondeva non credo di sentire il bisogno di una relazione anche se fasulla, dedita solo alle esperienze adolescenziali, immagino in futuro ci sarà il momento giusto, preferisco attendere.

Jungkook qualche volta faticava a capirlo, anche se egli aveva dato qualche bacio, avuto la fidanzatina alle elementari, ma il fatidico spasmo muscolare nel petto, le così dette farfalle nello stomaco non le aveva vissute neanche lui.

Alle ragazzine della sua età, il minore era semplicemente attraente, e tutto era in realtà mantenuto molto in segreto, o il maestro avrebbe riferito tutto ai genitori di entrambe e una strigliata dorecche sarebbe stata la prima cosa da ricevere una volta rientrati da scuola.

Jimin ha sempre avuto un rapporto tranquillo e aperto con sua madre, rare e futili erano le volte in cui lui veniva sgridato, tanto che la nonna lo chiamava angioletto, lo chiamò tale, anche al compimento della maggior età.

Jungkook in confronto, era quasi l'opposto, si vantava sempre che la sua filosofia di vita fosse carpe diem, cogli l'attimo, spesso tendeva a riflettere poco sulle sue azioni, ma riusciva sempre a portarle a compimento. Come quella volta che, per impressionare una ragazza in terzo superiore riuscì a comprare una bottiglia intera di birra e si vantava di riuscirla a bere tutta, il maggiore sapeva che sarebbe stata una pessima idea, infatti andò piuttosto male. Jungkook la bevve tutta, ma finì per vomitarla non molto dopo, dovuto al sapore amaro che lo aveva disgustato e per la quantità di alcolico  ingerito in così poco tempo per la prima volta. Inutile dire che la ragazza finì per aiutarlo e rise un po' alla scena, Jimin era preoccupato, ma finì per ridere anche lui, era una visione adorabile, gote orecchie e punta del naso rosee e le lacrime agli occhi dallo sforzo del vomito,era leggermente stordito, ma la cosa migliore fu portarlo a casa del maggiore. La madre alla visione dell'amico del figlio era un po alterara, ma piuttosto potremmo definirla preoccupazione.

Come tutte le esperienze scherzose, Jungkook fu gentilmente aiutato dalla madre dell amico e tornò a casa tranquillo, anche se con il rimprovero della signora Park, tuttavia Jimin passò il resto della serata pensando a un Jungkook che dimostrava l'età che aveva e che semplicemente gli ricordava tenerezza.

Spesso, vogliamo sembrare più grandi di quel che davvero siamo e identifichiamo certe esperienze come fasi trasitorie da un'età all'altra, ma la realtà, è che non si smette mai di imparare, e che le noste scelte ci formano come persona, e non le nostre azioni.

                                                           5 maggio,1934
Caro Jimin,
Posso immaginare quanto costi vivere in una capitale sopratutto se all'estero, ma avrei una domanda, che moneta si usa lì? Ho capito sulle carte geografiche dove si trova ma non ricordo proprio della moneta, e sarei curioso di saperlo, Per quanto riguarda la tua immagine, io trovo tu stia comunque bene da come sei partito da qui, me daltro canto, perché non cambiare un po? Jimin-ssi può diventare solo più bello! Abbiamo tutti avuto modo di osservare le tue fotografie e sia io che il tuo fratellino siamo rimasti allibiti, sembri davvero un signore ricco occidentale! Tua madre si è un po commossa alla vista del suo splendido figlio che diventa sempre più bello, non potevo che essere più daccordo. Siamo tutti fieri di te, Jimin hyung, confidiamo in questa tua grandissima scelta, e se un giorno sceglierai Berlino a Busan, andrà benissimo così, il mio più grande desiderio è quello di sapere che tu stia bene, e lo stesso è quello dei tuoi amati genitori.
Stiamo tutti molto bene, i ciliegi sono splendidi in questo periodo dell'anno, e qualche volta nei suoi petali, rivedo la tua delicatezza nel parlato.
Ci sentiamo presto,
Jeon Jungkook

Jungkook scrisse ben quattro volte questa lettera, esprimendo il desiderio di volerlo raggiungere, di seguirlo in capo al mondo, e delle sue gote, rosee come i petali dei fiori che ricoprivano delicatamente la Corea di quesi giorni, ma lultima cosa che voleva è far stranire o preoccupare Jimin, quindi decise che la cosa migliore era, nuovamente, riporre nel cuore questi suoi pensieri, quello stesso cuore, che sentiva spasmare per la prima volta nella sua vita per qualcuno.

S/A
edit della foto non mio, crediti a chi l'ha modificata.

𝐹𝑖𝑜𝑟𝑖 𝑖𝑛 𝑢𝑛 𝑝𝑟𝑎𝑡𝑜 𝑁𝑒𝑟𝑜Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora