Titolo: Il Miracolo di Vivere

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Genere: Drammatico.
Sottogenere: Saggio.

-Come sta?- chiese mia madre.

Quelle parole mi erano familiari, le sentivo periodicamente da colei che mi diede la vita, ricordo la risposta dell'infermiera.

Suppongo che sarà la stessa di un mesetto fa.

-Non sappiamo nulla. Nè migliora nè peggiora-

Ho appena ripetute quelle parole ma nessuno le ha sentite perchè le ho ripetute nella mia psiche o nel mio inconscio eppure ricordo che gridavo spesso.

Ora non grido più perchè mi sono arresa.

Il mio cuore batte invano, pompa sangue ma non mi serve perchè la mia vita è appesa ad un filo dove, personalmente, vorrei cadere.

Cadendo smetterei di soffrire, di portare tristezza e lacrime alla mia famiglia, smetterei di lottare senza nessun risultato.

Se io mi salvassi starei a vita su una sedia a rotelle, starei sempre dipendente su qualcuno ma donerei sorrisi al mio papà e alla mia mamma mentre io, interiormente, brucio fino a trasformarmi in polvere o piccoli sassolini da buttare nel cestino della spazzatura.

Quando correvo, ridevo, parlavo ho sempre sognato di diventare una compositrice.

Volevo comporre ciò che mi passava per la mente.

Volevo imparare a suonare il pianoforte, la chitarra, il flauto, il tamburo, la batteria... Semplicemente volevo diventare qualcuno.

Ricordo che ridevo spesso, mi piaceva studiare all'aperto e spesso i professori mi dicevano che ero la tipica ragazza che viveva tra le nuvole.

Amavo vivere la vita ma adesso sento che non sono motivata, non ho alcuna ragione per vivere.

Adesso mi viene da ridere, lo sapete perchè?

Ricordo quando a scuola studiai l'Amleto.

Amleto era indeciso tra la morte, un sonno eterno ma pacifico, e il vendicarsi.

All'istante pensai che era meglio vendicarsi invece della morte.

Ora ho cambiato idea.

Preferisco il sonno eterno che restare immobile su un lettino senza dare segno di vita.

-Cosa facciamo?- aveva chiesto l'infermiera.

-Stacchiamo le spine- rispose mio padre.

Mi prese dolcemente la mano, quella calda e umile mano piena di tristezza.

Il mio papà aveva le sempre le mani calde anche quando dal cielo cadevano fiocchi di neve.

Quelle mani erano sempre pronte a scaldarmi nelle notti più gelide.

Sento il suono di quella maledetta macchina che indica i miei valori vitali.

Finalmente il mio cuore sta rallentando, adesso ha smesso di battere ma percepisco ancora la mano calda di colui che avrebbe dato la sua vita per la mia.

Il mio ultimo respiro.

Adesso sono libera.

Libera per toccare Cielo e Terra, Mare e Oceano.

La vita è un miracolo e come tale deve essere vissuta.

THE AND.

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⏰ Cập nhật Lần cuối: Jan 27, 2015 ⏰

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