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«Per favore,
qualcuno che porti via la tristezza»

Y/N POV

"Y/NNNNN, alzati tesoro!" Urla mia madre dal piano di sotto.

"Mhhhhh..." mugolo, ma rimango a letto comunque.

Non ho voglia di alzarmi.
Socchiusa leggermente gli occhi.
La lì che che filtra dalle tapparelle me ceca un pochino,una volta abituata alla tanta luminosità, metto a fuoco ciò che mi circonda.

Sgrano gli occhi, quando mi accorgo della valigia di fianco alla finestra.

Di colpo mi alzo, guardo la sveglia. 8.30...

CAVOLO...

Devo sbrigarmi...

Corro al piano di sotto.
Mi dirigo in cucina dove mia madre sta preparando la colazione.

"Buongiorno mamy" le lascio un bacio sulla guancia.

"Buongiorno tesoro, ce l'hai fatta, sono 30 minuti che ti chiamo" ridacchia.

"Scusa, mi sono dimenticata che devo partire" ridacchio anche io...

Mi posa il piatto con i pancake sull'Isola al centro della cucina.
La ringrazio, prendo il latte e lo verso in un bicchiere.
Poi inizio a mangiare.

Una volta finito, parecchio e volo al piano di sopra dove mi vesto.
9.15.
Bene, devo andare se non voglio perdere il volo.

"Mamma, sei pronta?" busso alla porta di camera sua.

Come risposta ottengo la porta che si spalanca e una donna in lacrime.

"Mamma..." la abbraccio...

Rimaniamo 5 minuti così, in cui mia madre si abbandona del tutto a me...

"Hey mamma dai, mica andró via per sempre...ti verrò a trovare, e lo farai anche tu"

"Ok" dice sottovoce.

"Ok?"

"Ok"

"Allora andiamo dai"

Prendo la mia valigia, con le chiavi della macchina.

Ho 20 anni, da quando ho preso la patente, ogni volta che salgo su una macchina la guido io.
Raramente faccio guidare qualcuno...
Adoro farlo...
Una delle tante passioni che mi ha lasciato mio padre.

Mi manca...

Ma nonostante ciò, mi ha insegnato a guidare e a fare cose che molti padri non insegnano.

E ora, grazie a lui, amo guidare, tutti i tipi di mezzi.
Specialmente moto e macchine...

Apro lo sportellone della macchina, ci metto la mia valigia e poi salgo al posto del guidatore, mentre mia madre è già salita al posto del passeggero.

Il viaggio casa aereoporto, lo passiamo in silenzio.

L'unico suono che si sente è la musica k-pop in sottofondo e le mie dita che battono a ritmo sul volante.

Imbocco l'autostrada, c'é un po' di strada da fare, visto che abitiamo in una città poco fuori Roma, nel mentre guardo di sfuggita mia madre.

Occhi tristi, puntati sulle scarpe, mentre si tortura le mani e si morde il labbro per trattenere le lacrime.

Una volta presa la giusta andatura, tolgo una mano dal volante, poggiandola poi su quelle di mia madre.

Alza lo sguardo e lo punta nel mio.

Alterno lo sguardo dai suoi occhi alla strada, sapete, non vorrei fare un incidente...

Poi lo tengo fisso un po' di più su di lei e gli sussurro, come se in macchina ci fosse qualcun'altro che ci può sentire.

"Sta tranquilla mamma. Ti chiamerò ogni giorno" gli sorrido.

Una lacrima solitaria scivola sulla sua guancia, poi annuisce e mi sorride.

Io guardo il tutto con la coda degli occhi, poi stringo di più la presa sulle sue mani.

Arrivati in aereoporto, scendiamo, prendiamo le valige e entriamo.

Guardo gli orari per il gate e ci dirigiamo lì vicino, così quando é ora, sono già pronta.

Mi giro verso mia madre.

La abbraccio.

"Mamma, allora, io non ti sto lasciando come ha fatto papà, ne ti abbandonò come Mary, che sorella schifosa. Sto solo seguendo il mio sogno e per farlo devo partire, ma non ti lascio sola, io sono sempre qui" gli dico indicando il suo cuore, sempre mantenendo lo sguardo nei suoi occhi.

"Ti chiamerò tutti i giorni, anche più volte al giorno, se mi é possibile. Appena ho un po' di tempo libero, visto che ancora non so gli orari del nuovo lavoro, ti chiamo subito. Ma tu non pensare a me, ok? Prenditi cura di Katy. Mia sorella ha bisogno di te, ora che non ci saró. Per quanto riguarda me, me la caveró da sola e per Mary, beh non si deve far più vedere. Ci ha lasciato nel momento sbagliato e per cosa, per un ragazzo. Ma adess.."

Vengo interrotta da una voce che informa dei voli.

"Tutti i passeggeri che devono prendere il volo diretto a Seoul,Corea del Sud, sono pregati di dirigersi al gate 7, grazie"

Giro il volto verso mia madre.

Le lacrime stanno per uscire.

La abbraccio di nuovo.

"Non piangere mamma, salutami Katy. Ti voglio bene" mi allontano, le lascio le chiavi della macchina, poi le schiocco un bacio sulla guancia e prendendo la valigia, mi dirigo verso il gate.

Perché si, quello era il mio volo.

Il mio volo era diretto verso il mio sogno, Seoul.

E ora, lo stavo per realizzare.

Continua...

Continua

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My Idol|| Taehyung×ReaderDove le storie prendono vita. Scoprilo ora