Mandiamo un mostro a chiappe per aria

64 9 2
                                    

Fino a qualche ora prima il mio problema più grande era: ''che serie tv guardo questa sera su Netflix?'' e ora mi ritrovo inseguito da un mostro bitorzoluto che vuole divorarmi, questa si che è fortuna. Insomma se fossi stato in un videogame a realtà virtuale lo avrei trovato divertente, ma quel coso era reale. Corsi, seguendo i ragazzi che avevo appena incontrato un istante prima.

''Da questa parte!'' urlò il ragazzo dai capelli biondi, se non sbaglio lo avevano chiamato Sam. Lo seguimmo sfrecciando nei vicoli bui e gelidi della città. Vidi la fine degli stretti tratti che stavamo percorrendo e pensai:''Forse siamo salvi.'' ma i miei pensieri furono interrotti da una grossa sagoma scura che ci sbarrò la strada. Mi girai a fissare il bestione che ci stava inseguendo ed era proprio dietro di me, indietreggiai sbattendo schiena contro schiena di una delle due ragazze, aveva i capelli castano chiaro e gli occhi verdi che tendevano ad un grigio simile a nubi temporalesche.

''Siamo fregati'' dissi guardandola.

Lei mi fissò un momento. ''Dovremmo unire le forze, io e te prendiamo il mostro alla nostra destra, mentre Christine, Sam e Josephine penseranno al secondo.'' aggiunse, sembrava sicura di se ma in lei notai una vena di nervosismo molto evidente.
Guardai Sam e gli altri caricare il mostro con tutte le loro risorse.
"So che non è il momento, ma mi chiamo Irene." aggiunse la ragazza accanto a me.
"Felix Lancaster" dissi con tono nervoso tenendo la lama verde acqua in pugno.
Irene prese la sua spada, un momento prima avrei giurato che non ne avesse una. Ci lanciammo incontro al mostro iniziando a scagliare la sua pelle con colpi veloci e precisi, io e quella ragazza eravamo in perfetta sintonia... Come se fossimo nati per combattere insieme. Dopo vari colpi sincronizzati il mostro barcollò finendo con le chiappe per terra smaterializzandosi in polvere dorata.
Sam, Josephine e Cristine erano lì sbigottiti.
"Cosa avete appena fatto.." disse Sam con la bocca spalancata.
"Ehm... Quello che avete fatto voi, credo..." risposi in imbarazzo.
"Si ma noi abbiamo combattuto in tre ed eravamo in difficoltà, mentre voi... Lo avete messo k.o come fosse niente. Per caso avete già combattuto insieme?" fece Cristine.
Io e Irene ci scambiammo un'occhiata e all'unisono borbottammo. "No." Guardai la polvere svanire lentamente. "Almeno questa volta non si stanno rigenerando in fretta. Andiamo prima che quei così cambino idea." dissi.
Josephine si affiancò a me e sussurrò.
"Tu e quella ragazza, eravate in perfetta sincronia. Non ho mai visto nulla del genere Felix, senza esagerare sareste una minaccia perfino agli dei stessi."

"Cosa? Agli dei? Ma di che parli?"
Christine le lanciò uno sguardo fulmineo e Josephine cambiò argomento. "Beh, chi ha fame?"
Entrammo in un bar vecchio stile, i neon rossi illuminavano il locale e i posti a sedere erano tappezzati di pelle come le poltrone negli anni 50. Ordinai un hamburger, stavo letteralmente morendo di fame, dopo tutta quella corsa avrò perso almeno una decina di chili.
Vidi Josephine, Sam e Cristine bere una stanza sostanza color miele e mi chiesi cosa fosse. A giudicare dallo sguardo di Irene, anche lei era curiosa di sapere cosa stessero bevendo.

"cos'è quella roba?" chiesi.
Cristine mi passo una bottiglietta con lo stesso liquido.
"integratori." disse. "Dovresti berne anche tu, ti sentirai molto meglio."
"Sicuro" risi sarcasticamente."Quindi basta che io beva questa roba e bum? Cioè mi sentirò come nuovo?"
Sam annuì.
"Concordo con Felix. Dai andiamo, quella roba è così potente?" replicò Irene.
"Provate voi stessi" ci incitò Christine.
Sbuffai e presi la bottiglietta, mandando giù qualche sorso rimasi sbalordito. Mi sentivo molto meglio, meno stanco e come se avessi riposato per giorni.
"Ma è una cosa incredibile! Irene prova anche tu!" dissi porgendo la bottiglietta di vetro a Irene. Lei fissò incredula la fiala, e ne mandò giù qualche sorso. Lei spalancò gli occhi e guardandomi abbozzò un sorriso.
"Cavolo se avevano ragione! Ma com'è possibile che una bevanda ti dia così tanta forza con pochi sorsi?!" disse guardando Cristine e gli altri.

Cristine scrollò le spalle. "Beh, forse perché questa è una bevanda curativa per i semidei." "

" Semidei? " aggrottai la fronte.
Josephine annuì." Tu sei un semidio, una progenie mortale. "
Irene mi fissò e poi tornò a fissare gli altri." Quindi anche io?"
Cristine annuì." Lo siete entrambi, per questo quei mostri vi stavano cercando. Siete una minaccia. "
"Una minaccia? Una minaccia per chi?" mi affrettai a chiedere.
"Per gli dei stessi, e per i mostri." aggiunse Sam.
Guardai Josephine con uno sguardo tradito. "Quindi anche tu... L'hai sempre saputo e non mi hai detto nulla!"
Josephine mi posò una mano sulla spalla per confortarmi.
"Non potevo assolutamente fare alcuna parola a riguardo , ti avrei solamente messo in pericolo. Non mi avresti creduta." mi disse in tono dispiaciuto.
In altre situazioni non avrei creduto minimamente a quella bizzarra storia, ma avevo combattuto contro due bestioni alti almeno tre metri e bevuto una sostanza magica. Quindi non potevo non crederci.
"Mi dispiace Felix..." fece Josephine. "I tuoi genitori mi hanno pregato di non dirti nulla."
La guardai e il mio cellulare vibrò.
Un messaggio da mia madre: "Tesoro non devi assolutamente tornare a casa, resta con Josephine... Ti spiegherà tutto. Ti amiamo Felix."
Cristine mi prese il cellulare. "Quello porta solo guai ai semidei!" e lo scagliò a terra distruggendolo, aveva un'aria nervosa.

"EHI, ma che ti prende!" feci.
Josephine si avvicinò dolcemente. "I telefoni sono come un radar per i mostri, meglio non averli. A proposito, chi era?"
Ripensai al messaggio di mia madre. "Mia madre mi ha scritto di non tornare, sarà successo qualcosa... Me lo sento."
Sam si alzò. "Non ci andremo."
"Che cosa? Sei serio? I miei genitori sono in pericolo e ce ne laviamo le mani?! Col cavolo, io vado!" presi la spada e corsi fuori dal locale, accompagnato dal suono dei campanelli sulla porta. Corsi come un pazzo verso la via di casa, avevo il cuore in gola e l'aria gelida era pungente. Quasi scivolai sulle strade ghiacciate e innevate di Manhattan. Arrivai finalmente a destinazione... La casa era ridotta ad un cumulo di macerie.
"Mamma.. Papà..?" sussurrai in preda al panico.

La nuova MinacciaWhere stories live. Discover now