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Mi guardo intorno estasiata.
La tenue luce cerulea mi accompagna lungo tutto il corridoio che mi porta direttamente nella grande sala dove, i miei occhi, vengono subito catturati da un quartetto di archi sulla destra. Diverse persone sono radunate in gruppetti e ammirano e discutono le varie opere. Un gruppo nutrito si trova davanti all'autoritratto di Mr. Secret, la statua che ha chiamato "Il Dolore". La osservo anche io, di lato rispetto agli altri e, non so il perché, ma mi sento attratta da questa scultura. Anche la prima volta che l'ho vista mi ha fatto lo stesso effetto: vorrei levare le mani di pietra da quel viso, scoprire chi si cela sotto.
Chi è questo Mr. Secret ?
Leggo labili e sento nitidamente rimbalzare la stessa domanda sulla bocca di altri intorno alla statua.
In ogni caso la scelta di marketing dell'autore, è sicuramente vincente. Senza neanche accorgermene, mi ritrovo a scrutare le persone attorno a me.
E se fosse qui in questo momento?
Se ci stesse guardando? Magari si finge uno degli invitati...
Osservo la corporatura possente della statua, i muscoli scolpiti nella pietra ma più mi guardo attorno e più rimango delusa nel constatare che nessuno sembra avere la stessa fisicità. Magari, invece, è un vecchio mostruoso che si beffa di tutti, fingendosi un aitante giovane e, al contrario, è grasso e con la pelata in testa.
Sono totalmente sommersa nelle mie lucubrazioni che quando afferro un flute di champagne che aleggia su un vassoio davanti ai miei occhi, ci metto quel secondo di troppo a realizzare chi è il tizio che  stringe il vassoio tra le mani.
<< Kat >> mi dice << Non avrei mai pensato di trovarti qui >>
Il completo bianco gli sta d'incanto e la zazzerra ribelle è domata da una striata di gel.
Non stai affatto male.
Vorrei dirgli e invece, per paura che mi sfugga il pensiero dalle labbra, sorrido, annuisco inutilmente, poi sorrido ancora sperando che si sia dimenticato che un istante prima ho annuito senza senso e infine mi attacco al flute.
Vedo i suoi occhioni stringersi in due fessure mentre lo butto giù tutto d'un fiato.
Ero partita con grande slancio e invece, ora, mentre rallento la discesa dello champagne, sento gli occhi inumidirsi per le bollicine che mi formicolano nel naso e nella gola.
<< Ciao, Rob>> dico schiarendomi la voce,
il bicchiere svuotato tra le dita mentre mi guardo intorno.
<< Ciao >> si insinua davanti al mio campo visivo << Puoi ridarlo a me... >> allunga una mano sfiorando le mie dita intorno al bicchiere, venendomi in soccorso, intercettando il mio sguardo indagatore alla ricerca di un posto sicuro dove poggiarlo. Inutile dire che i due che avevo individuato, sono ovviamente delle sculture che non avevo compreso.
<< Penserai che viva con un vassoio tra le mani... >> Mi dice ridendo, riportandomi alla mente quando l'ho conosciuto solo poche ore prima all'università, alla mensa, mentre mi consigliava i piatti da mangiare.
Veramente penso che sei un fico.
Ma questa volta sono brava ad evitare che il pensiero mi mandi in confusione << E tu penserai che ho un problema con l'alcool... >> dico ridendo mentre, per la mia solita dannata timidezza, preferisco afferrare un altro flute dal vassoio.
Ride e, in un attimo, mi sembra di non essere qui completamente da sola.
L'idea che oltre a Jenna, che tra l'altro ancora non ho visto, ci sia anche lui, mi da un senso di serenità. Vorrei ringraziarlo ma sembrerei solo matta e patetica.
<< Ehy, vacci piano >> asserisce ridendo e, il modo in cui mi guarda inclinando il capo, mi fa capire che anche per lui io non sia affatto male << Woow >> esclama scrutandomi dai tacchi 12 ai capelli perfetti << Sei... Sei... >>
Poi un altro cameriere ci passa accanto, schiocca le dita davanti al suo sguardo ipnotizzato e la magia che si era creata in quel contatto visivo, si infrange come uno specchio sul pavimento ed io mi ritrovo a guardarlo inebetita, sbattendo le palpebre mentre lui si limita a dirmi << Scusami, devo andare di là >>
Annuisco sbrigativa << Si si, certo>> anche se quel Sei... Sei... Interrotto da quel maledetto mentre vedo la sua schiena allontanarsi, si è impossessato dei miei pensieri.
Dunque... Mi trovo in mezzo alla grande stanza e mi guardo intorno.
Ok.
Esaminiamo la situazione:
Ho un flute in mano.
Sono sola come un cane tra persone che non conosco.
Non so niente di tutto ciò che mi circonda, invitati, opere e autori compresi.
Jenna "NP" = Non Pervenuta.
Rob si è dileguato e non vedo neanche più la sua schiena.
E ho un flute in mano.
Ops.. Già l'ho detto?
Ok, allora ora bevo.

Consultare le brochure, non lo immaginavo, ma può essere anche divertente. Me ne accorgo solo ora, per la prima volta in vita mia, quando in quella che ho in mano ho letto :" culo" invece di "mulo" e "cazzo" invece di "pazzo".
Quindi l'opera che si chiama  "Il Mulo Pazzo" l'ho ribattezzata "Il Culo Cazzo".
Rido da sola, un'infinita tristezza, lo so. E mentre tento di rimettere la brochure tra le altre, ecco che le faccio cadere tutte a terra << Oh, merda>> sbuffo chinandomi e cercando di raccoglierle tutte.
Le ammucchio alla rinfusa insieme e le rimetto sul tavolo. Sto per allontanarmi quando quella parte precisina e, forse, psicopatica che detesto di me stessa, mi rammenta che così sono inguardabili. Mi guardo intorno e, anche per ingannare l' attesa, mi metto a sistemarle con una discreta calma e accuratezza.
<< Kat, tesoro>> sento dire alle mie spalle << Sei semplicemente divina >> mi dice non appena incrocio il suo sguardo.
Io con le trentamila brochure in mano, lo sguardo da colpevole << Jenna >> esclamo sorpresa, come se mi avesse trovata con le dita nel barattolo della marmellata.
<< Ma no, tesoro >> asserisce amorevolmente liberandomi le mani << ti ringrazio, ma questa sera non devi lavorare >>
<< Veramente io le ho... >> sto per confessare quando mi mette una mano sulla spalla.
<< Solo sistemate... Lo so, tesoro>> finisce una frase che pensava fosse la mia quando, in realtà, volevo solo confessare il mio crimine ma mi ritrovo ad annuire subdolamente << Beh, sai, erano tutte storte e così ho pensato... >>
<< Si, arrivo >> dice rivolto ad una coppia << Sei fantastica tesoro, scusami ma devo stare dietro a tutto, divertiti stasera >>
Annuisco << Si, grazie>>
Sospiro.
Mi guardo ancora intorno e decido che devo farmi forza, che è arrivato il momento di scollarmi dalla scultura del "Culo Cazzo".
Mi sento stranamente allegra e leggera mentre mi aggiro nella stanza.
Finisco il giro e di Rob nessuna traccia, però, nel complesso, ho trovato diversi "NonRob" muniti di vassoi colmi di flute.
Mi ritrovo, ancora una volta, davanti alla scultura di Mr. Secret.
Cavolo se è sexy questo tizio.
Sono piacevolmente attratta dai muscoli delle sue braccia, dalle mani callose e quel principio di labbra che s'intravede tra i palmi delle mani.
<< E quindi cosa crede si nasconda dietro la scelta dell'autore di intitolarla "Il Dolore" ? >>
Sembra vermante uno "stragnocco imperiale".
<< Mrs Devin, giusto? >> sento chiamarmi.
Sbatto le palpebre e torno in me.
Mi volto e mi ritrovo davanti il tizio dell'entrata, quello con la sciarpa di seta.
Annuisco.
Ma cosa stracazzo vuole questo da me?
<< Io penso che abbia fatto qualcosa di terribile, per la quale si vergogna a morte>> mi dice senza che neanche glielo abbia chiesto.
<< Beh, si, sicuramente >> gli risponde la tizia agghindata in perle e lustrini.
<< Secondo lei, Mrs Devin? >>
Vorrei dirgli che poco più avanti c'è l'interessantissima scultura del "Culo Cazzo" ma penso che non approverebbe.
Mi concentro e osservo la scultura con occhi diversi << Io... >> e mi accorgo che, per quanto l'abbia contemplata, non mi sono mai chiesta cosa voglia significare veramente ...

Mr. SecretWhere stories live. Discover now