Partenza

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Il vento tiepido che accarezza gentilmente i mie capelli, le foglie secche cadono leggere dagli alberi, ricoprendo i prati: i miei prati. Chissà se potrò rivederli un giorno, chissà quando potrò correre libera a piedi nudi nuovamente su quest’erba, nuotare nel lago segreto …. quando potrò essere libera? Libera di scegliere della mia vita, di seguire i miei sogni …. di restare insieme a loro?

Come vorrei aprire gli occhi e scoprire, che tutto è solo un brutto sogno; che mi alzerò dal letto all’alba, aprirò la finestra, e vedrò i miei migliori amici aspettarmi, nascosti oltre il giardino, per vivere insieme altre avventure.

Adesso vedo solo la nave del governo mondiale, venuta a “rapirmi” dalla mia famiglia, che, con un sorriso beffardo, gode del nuovo titolo nobiliare avuto dalla loro parente. Gli uomini del governo, mi guardano con superiorità, come l’ammiraglio venuto a prelevarmi, mentre il vociare dei compaesani, venuti ad assistere, aumenta ogni minuto che passa. I miei amici, i miei compagni di avventura, guardano la scena da lontano, nascosti dalle persone li intorno, ma ben visibili ai miei occhi.

I loro occhi sono incastonati con i miei: ne io ne loro, riusciamo a distogliere lo sguardo. Vedo gli occhi arancioni, del “ figlio del demonio” pieni di rabbia, di odio verso la mia famiglia, verso i marine e verso se stesso. Si sente debole, impotente, perché sa, che qualsiasi cosa decida di fare, sarà tutto inutile. Gli occhi, del bambino dai capelli color dell’oro, invece, sono tristi, lucidi. Sembrano vogliano gridare al mondo il pensiero, che frulla nella mente del loro padrone: Ingiustizia.

-sei pronta, mia cara?- la voce dell’ammiraglio, fredda e nello stesso tempo pacata, interrompe per un momento quel contatto. Come può essere così idiota da farmi una domanda del genere! Certo, che non sono pronta. Non sono pronta per affrontare il destino crudele, che quegli infami della mia famiglia, mi hanno costretto ad affrontare, di lasciare la mia terra, la mia libertà! E tutto per cosa?Per assecondare, i capricci di un insulso e patetico essere di sesso maschile, che non ha nient’altro da fare che rovinare la vita, a tutte le ragazzine, che trova “attraenti”?

Questi pensieri,purtroppo li devo tenere per me, e rispondo solo abbassando la testa in fare positivo.
–bene allora, possiamo partire! Prima però,C’è qualcosa che desideri dire a questa gente o magari alla tua famiglia?- il mio volto, ritorna nella direzione dei miei amici. Qualcosa da dire? Sicuro! Sorrisi, e alzando il braccio destro urlai, ai miei compagni …..

- gerçek hayallerini olun!-

I presenti mi guardarono in modo strano. Nessuno aveva compreso le mie parole, o meglio nessuno aveva capito un acca di quello che avevo detto. Non mi importa. L’importante è che i miei amici, abbiano capito. Sia il demonio che il biondo mi guardarono con un sorriso, e alzarono il braccio destro. Dalle loro labbra riuscivo a leggere delle parole uscire da esse:
-bir söz-
E con questo salii sulla nave, con il sorriso e le lacrime agli occhi, con ancora in testa la frase che avevo appena urlato, con la loro risposta.

“-rendete reali i vostri sogni-
-è una promessa-“

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