𝐂𝐚𝐩𝐢𝐭𝐨𝐥𝐨 𝟐 - 𝐌𝐞𝐫𝐚𝐯𝐢𝐠𝐥𝐢𝐨𝐬𝐞 𝐬𝐜𝐚𝐫𝐩𝐞 𝐛𝐢𝐚𝐧𝐜𝐡𝐞

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Erano passate settimane dal matrimonio di Stacey e Mark... quindi anche dalla chiamata di Luke. Quel giorno, prima di recarmi in ufficio, decisi di andare a fare un po' di spesa. Arrivata al centro commerciale mi catapultai subito al supermercato, non avevo molto da prendere e non volevo perdere la mattinata così, quindi cercai di essere il più veloce possibile.
Cercai di non farmi tentare dalla cioccolata o dall'alcol e di seguire la precisa lista che la mia coinquilina, nonché migliore amica Florence, aveva scritto. Lei è una personal trainer e di conseguenza il nostro frigo esplodeva di prodotti con l'etichette che assicuravano lo 0% dei grassi!
In cucina facevamo a turno, nessuna delle due era una chef stellata e quindi improvvisavamo dei piatti seguendo video di ricette trovate su Instagram. 
Molto spesso nella lista che scriveva non erano mai presenti muffin al cioccolato o una bottiglia di Whisky, solo: yogurt, latte di soia, gallette di riso soffiato, muesli e tisane ventre piatto.
Grazie a lei non mi potevo lamentare della linea, però un muffin al cioccolato ogni tanto non avrebbe ucciso nessuno! L'unica cosa che non era segnata nella lista, ma che desideravo tantissimo, era una bottiglia di Martini. Avevo il sacro santo diritto di rilassarmi il weekend sul divano con le repliche di Gossip Girl e un bicchierino di Martini, no?
Appena uscì dal supermercato passai davanti ad alcuni negozi e nel mentre telefonavo a Candice per avvertirla che da lì a poco sarei arrivata.
«Ciao Candice... sì, tutto bene... sono andata a fare la spesa... passo da casa e arrivo subito».
Riattaccai e posai il cellulare nella borsa. Continuai a camminare nella galleria piena di negozi, fin quando i miei occhi si fissarono solo su una cosa: un paio di scarpe bellissime. Rimasi cinque minuti buoni a guardarle e a sbavare dalla vetrina; erano fantastiche! Classiche decolté bianche, con un bel tacco, semplici ed eleganti e cosa ancora più importante: erano di Jimmy Choo!
Si abbinavano da Dio al mio outfit total white di quel giorno, ma il prezzo mi faceva un po' rabbrividire. Non sapevo se comprarle, ma la mia irrefrenabile voglia di indossarle vinse... e quindi le comprai. 

«Cheryl, oggi sei abbastanza leggera: avrai un appuntamento con una nuova coppia alle due e un quarto e poi sarai libera»

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«Cheryl, oggi sei abbastanza leggera: avrai un appuntamento con una nuova coppia alle due e un quarto e poi sarai libera».
Candice era veramente brava nel suo lavoro; organizzata e precisa.
«Okay, grazie Candice».
«Sono arrivati i vostri pranzi, ve li porto subito».
La mattinata era stata intensa, avevo incontrato delle coppie e sistemato dei moodboards. L'inizio dell'anno è sempre un periodo tranquillo, la maggior parte dei matrimoni che avevamo iniziavano ad Aprile per poi occuparci fino a Luglio quasi tutti i weekends. Tra un impegno e l'altro Luke mi aveva mandato dei massaggi, che avevo brutalmente ignorato. La nostra relazione era iniziata con una bellissima amicizia che è durata per anni, poi sfociata in una turbolenta relazione tira e molla durata qualche mese; io ne ero uscita intatta, lui invece era ancora lì che si leccava le ferite. Il fatto che non si fosse ancora fatto vivo, almeno lì in ufficio, mi andava bene.

Iniziai a sfogliare delle riviste di matrimoni, ma buttavo sempre l'occhio sotto la scrivania per ammirare il mio nuovo acquisto. Non avevo resistito e le avevo indossate subito.
«Cheryl, smettila di guardare quelle scarpe» mi richiamò Tyler dalla sua scrivania.
«Sono bellissime e le guardo quanto mi pare».
«Sono solo scarpe» esclamò Tyler mentre giocava con il suo cellulare.
Il nostro ufficio era abbastanza grande per entrambi, aveva una grande finestra che faceva entrare molta luce naturale, le pareti erano rosa confetto ed erano decorate con foto personali, dei nostri lavori e attestati. Le nostre scrivanie erano poste una di fronte all'altra. Davanti alla mia c'erano due sedie per gli sposi; infatti per le consulenze ci mettevamo dalla mia parte, e se dovevamo lavorare in modo individuale ognuno stava nella propria.

Entrò Candice con il nostro pranzo: «Sushi per Tyler e insalata per Cheryl».
«Grazie Candice» la ringraziammo e in meno di tre secondi ci buttammo sul cibo.
Dopo un po' sentimmo Candice che parlava con qualcuno...
«Cheryl, hai una visita che penso non ti piacerà molto».
«Scommetto 50$ che è Luke!» esclamò Tyler con la bocca piena di sushi.
«Cheryliuccina mia!» esclamò Luke sbucando dalla porta.
«Luke» lo salutai con un sorriso falsissimo. Aveva i capelli castani e portava un ciuffo di cui andava molto fiero, che gli donava dei centimetri in più di altezza , occhi scuri e pelle pallida. Sempre vestito con i soliti blue jeans dai tempi del college, la sua borsa a tracolla nera dove portava il computer e la sua solita camicia dalla tonalità spenta. Quando lo frequentavo non avevo mai visto indossargli altro, a parte magari il pigiama. Quando uscivamo insieme indossava sempre le solite tre camicie uguali grigie, fumo di Londra per le occasioni speciali. Aveva il naso e le guance arrossate per via del freddo, gli occhiali gli ricadevano sul naso in modo carino. Come amico e confidente era sempre stato top, ma come ragazzo, almeno per me, era stato un flop totale.

«Dai, non fare quella smorfia! Sono venuto a trovarvi. Hey Tyler, come stai?».
«Hey Luke, bene, vuoi parlare da solo con la tua cheryliuccina?» disse Tyler divertito.
«Sì, grazie fratello».
«Vieni Candice andiamo fuori di qui» Candice e Tyler uscirono lasciandoci soli.
Luke si sedette davanti a me, su una delle sedie che mettevo davanti alla mia scrivania per i miei clienti. Aveva un sorriso da speranzoso ebete stampato in faccia. Mi faceva quasi tenerezza, ma dovevo avere polso. 
«Che ci fai qui Luke?» chiesi acida, spostando di lato la mia insalata e appoggiando i gomiti sulla scrivania.
«Ero solo venuto a trovare la mia Cherylu... ».
«Non mi chiamare in quel modo, scusami ma è un nomignolo osceno».
«Okay... ci ho ripensato parecchio, ho tenuto conto di tutti i pro e dei contro, e sono arrivato alla conclusione che voglio riprovarci con te!».
Dal suo sguardo si poteva leggere la sua buona volontà di ricominciare tutto con me, ma io non ne volevo di che sapere.
«Cosa?» dissi io, arrabbiata: «Hai fatto una lista dei pro e dei contro, come hai fatto a trovare più pro che contro? Come sei arrivato a questa conclusione?».
«Dicono che se trovi tre motivi per non stare con una persona, allora devi lasciala; io non ne ho trovato nessuno. Siamo perfetti!».
«Nessuno?» alzai gli occhi al cielo. In meno di due minuti ne avevo trovati anche più di tre: insistente, appiccicoso, disorganizzato, mi chiamava con nomignoli strani e tremendamente imbarazzanti, non piaceva ai miei genitori, instabile, gusti musicali discutibili...
 «Mi sono accorto di amarti ancora... anzi ti ho sempre amata» prese la mia mano e la mise nella sua: «Ti va di darci una seconda chance?».
«Luke, mi dispiace, ma per me non è cosi. Sei stato un mio amico e mi piaceva quel rapporto che avevamo prima; adesso a stento ti rispondo ai messaggi».
«Per favore» mi implorò pregandomi con le mani congiunte.
«Mi dispiace, ma è un NO».
«Una cena al tuo ristorante preferito? O un caffè da Starbucks?». 
Presi un respiro profondo cercando di non dare di matto: «Sei stato molto gentile a farmi visita, ma ora devi andartene. Ti ho detto no per una relazione, ma se stati cercando un'amica io ci sono». Non ero solita riscaldare le minestre... Magari ero troppo dura, ma ho sempre trovato stupida l'idea di tornare con ex. Se è ex c'è un motivo. Detto ciò, sicura e ferma delle mie parole, mi alzai e aprii la porta di scatto, spaventando la povera Candice che stava per bussare.

«Ragazzi? Mi dispiace interrompervi ma sono arrivati gli sposi delle due».
Candice rimase composta sullo stipite della porta con in braccio la clipboard rosa dell'ufficio.
La visita fuori luogo di Luke non mi aveva neanche fatto finire il pranzo!
«Io allora vado» disse tristemente il ragazzo grattandosi la nuca.
Appena Luke uscì entrò Tyler con i due sposi che avremmo dovuto incontrare.
«Prego signori Jones, accomodatevi su quelle sedie».
«Salve» salutai i due sposi davanti a me.
«Signori Jones, lei è Cheryl».
Mi presentò ai due sposi e... non riuscivo a crederci. I suoi occhi scuri, i suoi capelli, assomigliava molto a qualcuno che avevo già visto.  Sentivo lo stomaco saltare, il calore in viso farsi strada e il cuore in gola come a bloccarmi le parole. Quelle sensazioni, quegli occhi... Aveva quel non so che, sembrava di rivivere un deja vu. Il suo viso aveva qualcosa di familiare. Ma chi poteva essere? Il mio sguardo si spostò su di lei, ma il suo viso non mi disse niente. Era sicuramente una bellissima ragazza, ma non mi sembrava di conoscerla.

Sorrisi alla coppia, ma la mia coscienza mi ricordò che avevo appena spezzato il cuore a Luke, un'altra volta.  Buttai un occhio dietro alla coppia davanti a me e scorsi il profilo triste di Luke che se ne andava: «Scusatemi un attimo, arrivo subito, voi iniziate ad accomodarvi» indicai le sedie.
Un po' mi dispiaceva per Luke, non si meritava di essere trattato così... prima di uscire dalla porta del mio ufficio lo richiamai: «Luke».
«MH» si girò lui guardandomi con uno sguardo speranzoso. Lo raggiunsi pentendomi di quello che stavo per fare.
«Ci penserò per l'uscita».
«Davvero?» chiese lui incredulo.
«Sì, ma da amici».
Avevo voglia di uscire con lui? Assolutamente no!
Ero stata troppo buona? Sì, un tantino sì. Nonostante avessi un carattere forte, testardo e indipendente, non era nella mia natura spezzare giovani cuori innamorati.
«Okay va benissimo, ci sentiamo, ciao».
Mimai un saluto, con la mano, al ragazzo che avevo reso la persona più felice del mondo con quattro parole, non si poteva dire lo stesso di me in quanto "allegria".
Candice mi guardò contrariata.
«Lo so Candice».
«Facendo così continuerà a credere che tu lo ami ancora, anche se non è così» disse lei cliccando qualche icona sul suo desktop.
«Lo so» mi appoggiai al bancone: «Mi puoi stampare i moduli da compilare?» le chiesi.
«Non è brutto o cattivo...» iniziai ad aprirmi con lei.
«Hai ragione Cheryl, è solo... appiccicoso» disse lei mandando in stampa i documenti con un semplice "click!".
Semplicemente non è quello giusto,
pensai.
«Ehm Cheryl?!» mi chiamò lei interrompendo i miei pensieri.
«Che succede?» le chiesi.
«Il computer è in tilt e la stampante fa le bizze».
Oltrepassai la scrivania e mi avvicinai all'arnese accanto a lei: «Magari sono le cartucce!».
Aprii lo sportello della stampante contenente le cartucce: «Alcune sono esplose guarda».
Mentre le dicevo questo, l'inchiostro delle cartucce schizzò sul mio bel completo bianco e sulla mia faccia. Ero sconvolta, guardai il mio completo che da bianco candido era diventato multi color, la giacca abbinata al tubino aveva ricevuto lo stesso destino, per non parlare della mia faccia o dei capelli!

«Oh cielo, Cheryl! »  quasi urlò portandosi  le mani alla bocca per lo stupore.
Nel mentre dall'ufficio uscì Tyler: «Cheryl, ti stiamo asp... ahah» Tyler scoppiò a ridere.
«Spiritoso» sputai sarcastica.
«Cosa volevi stampare? Un trolls?» continuò a fare battutine.
«I fogli da compilare... erano finiti» Dissi raggiungendolo.
«Se me lo avessi chiesto, ti avrei detto che li avevo già presi io, ma eri occupata... » riferendosi a Luke.
«Okay, ora stai zitto e entriamo».



𝕃'𝕒𝕟𝕘𝕠𝕝𝕠 𝕕𝕚 ℍ𝕖𝕒𝕣𝕥

Buongiorno! Cosa ne pensate di Luke? Per vedere il suo prestavolto potete andare nel capitolo dedicato al Cast

Alla prossima!

Qualcosa di vecchio (IN REVISIONE)Where stories live. Discover now