"Tu sei il mio peccato, ed io il tuo peccatore" Francesco Oppini credeva di non poter chiedere di meglio dalla sua vita perché era fatta di certezze: due lavori stabili che amava, una famiglia solida alle spalle, una donna con cui era prossimo alla convivenza e che era sicuro avrebbe sposato, prima o poi. Si sentiva realizzato ed appagato. Ma non aveva fatto i conti con le incognite. E la sua incognita più grande sarebbe diventato anche il suo peccato personale, il suo frutto proibito: un giovane ragazzo di venticinquenne anni che lo aveva trascinato come un tornado. Ogni peccato ha bisogno di un peccatore. E lui lo sarebbe stato.