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Mi permetto una lettura sincera, anche perché tu sei stata fin troppo onesta col mio testo — e apprezzo la franchezza, se reciproca.
L’idea del buco nero vivente ha una forza immaginifica interessante, e certi passaggi — come il trauma cranico che apre al grottesco — hanno un taglio quasi cinematografico.
Detto ciò, l’uso ricorrente di verbi in mente (“mi sembra”, “penso”, “mi chiedo”) rallenta e smorza. La voce narrante tende a spiegare troppo, come se volesse giustificarsi. E l’uso di termini come cavalla (che se scritto da un uomo verrebbe probabilmente censurato) o antimateria fuori contesto rischia di creare più confusione che fascino. A me piace ma risultato altrettanto criptico come il mio Tankeinoru.
Manca una coerenza interna di tono: si alternano registri (ironico, drammatico, fiabesco) senza una linea chiara.
Detto questo, resta un testo di qualità superiore rispetto a molti che ho letto — e questo si sente. Il potenziale c’è. Ma va intonato meglio.
Ripeto, mi sono permesso di essere oggettivo solo perché te lo sei stata con me.
Anche io non ho nessuna intenzione di offendere nessun scrittore
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