JI Blacksmith

Sono un sociologo e un pedagogista. Lavoro con i bambini e credo che sia uno dei lavori più difficili e tra i più gratificanti al mondo. È un lavoro che ti forma alla pazienza e all'osservazione. Le persone sono il mio interesse principale. Non passa ora del giorno che non mi fermi a guardare le persone, provando ad intercettare le loro storie e i loro sentimenti. Ma quello che davvero mi attrae è il comportamento umano e le sue ragioni; dietro ogni azione, dietro ogni parola si cela il vero universo che non necessariamente coincide o contempla buoni sentimenti. Anzi direi l'opposto. Diciamo una naturale inclinazione al crimine.

La passione per la scrittura è figlia della mia passione per la lettura e per il cinema. Credo che tutto sia nato così, naturalmente. Senza forzature. Ho frequentato corsi di scrittura creativa con un famoso ghost writer, ma le mie prime scritture sono stati racconti brevi in pieno stile Woody Allen. Il mio regista preferito. Amo molto Dario Argento, soprattutto nelle sue prime produzioni cinematografiche.

K.A. è il primo romanzo: il mio bagno di sangue nella letteratura di genere. È stato un progetto nato nel 2017, durante la mia lunga permanenza a Londra; città molto complessa, ma indubbiamente ricca di stimoli e di eredità culturali. Agatha Christie è di certo la mia autrice preferita. Ho letto tutti i suoi libri e visti tutti i film ispirati ai suoi libri. Lei di certo conosceva perfettamente l'animo umano e le sue deviazioni verso il delitto. Di lei ho sempre amato quel suo disegnare verosimilmente il movente dell'assassino, e in un certo qual senso K.A. segue questa logica e mette in atto questa sfida con il lettore.

L'ispirazione a questo romanzo è giunta stranamente da un mio viaggio a Praga. È stato come un'illuminazione e improvvisamente tutto è stato chiaro: è tutto sbagliato!