Non esiste divinità più sarcastica di Anubis.

Immaginate di dover condurre sette giorni su sette, 24 ore su 24, delle povere anime impaurite (e magari neanche tanto collaborative) nell'aldilà.
Non esattamente il lavoro che tutti vorrebbero, vero?

Senza contare che non sono contemplate ferie, non pagano la tredicesima, la maternità non si otterrebbe neanche facendo carte false e non è previsto neppure un fondo pensione, essendo un lavoro che dovrebbe continuare a tempo indeterminato.

Probabilmente qualcuno si sarà suicidato pur di non avere questo impiego.
Ma Anubis no, non si è ammazzato pur di sfuggire al suo dovere, anche perchè non si può uccidere ciò che è già morto; non sarebbe stata una soluzione in ogni caso

Ma come fare quando devi tenere a bada sulla stessa barca i guerrieri caduti a Kadesh contro gli Ittiti, i nobilotti mummificati per errore che con i loro grida risveglierebbero perfino Osiride in pezzi e, non ultimo, quel dannato figlio del Faraone (il classico raccomandato) che pretende di governare l'imbarcazione?

Semplice: ci parli, li fai sfogare, non li giudichi e poi usi il sarcasmo.
Talvolta basta ricordare loro che vi trovate, letteralmente, tutti sulla stessa barca.
Condisci il tutto con un po' di umorismo nero, amalgami con un pizzico di autoironia e il gioco è fatto: la barca va e viene lasciata andare.

Non esiste divinità più sarcastica di Anubis perchè nessuno più di lui è a conoscenza di ciò che la natura umana ha lasciato alle proprie spalle.
Tanto vale farci una bella risata sopra.
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