SaverioDAppio

Ci sono giorni destinati a finire nel libro della storia della tua vitra. Non sto parlando di capodanno, del martedi' di pioggia in cui e' nata tua figlia, di qeul maledetto 4 dicembre in cui tua madre ha deciso di lasciarti senza dirti dove cazzo andava. Parlo di quello sguardo, di un'occasione lasciata a dormire per sempre sopra una panchina, di una decisione senza appello a cui hai deciso di rivolgerti guardando dalla parte sbagliata del mondo. Noi siamo quella storia. Noi siamo il niente che ha scelto di restare nel limbo della moneta sospesa a mezz'aria nella troposfera

SaverioDAppio

Ci sono giorni destinati a finire nel libro della storia della tua vitra. Non sto parlando di capodanno, del martedi' di pioggia in cui e' nata tua figlia, di qeul maledetto 4 dicembre in cui tua madre ha deciso di lasciarti senza dirti dove cazzo andava. Parlo di quello sguardo, di un'occasione lasciata a dormire per sempre sopra una panchina, di una decisione senza appello a cui hai deciso di rivolgerti guardando dalla parte sbagliata del mondo. Noi siamo quella storia. Noi siamo il niente che ha scelto di restare nel limbo della moneta sospesa a mezz'aria nella troposfera

SaverioDAppio

ho Fame. Sete. Sonno. Devo andare a pisciare. Ho freddo. Caldo. Febbre. Voglia di vomitare. Ora che ci penso non ho mai provato in vita mia cosi' tante sensazioni. Le contrasto come si fa scegliendo un buon vino. Uccido il dolce con la sapidita' del ricordo, lo speziato con i tannini dell'incuria, l'amaro con i profumi dell'indifferenza. Eccitato. Disilluso. Stordito. La domenica recapiterà un'ignavia diffusa come un postino troppo zelante. Lo ucciderò sull'uscio. Per una settimana saro' a posto

SaverioDAppio

Ho voglia di buttarmi dal dodicesimo piano del palazzone del corviale e di rialzarmi senza neanche essermi sporcato la giacca. Ho voglia di spendere un fantastiliardo di dollari in una panetteria in pizza bianca e tozzetti alle mandorle e mangiarle in un solo giorno senza ingrassare di un etto. Ho voglia di inventarmi uno slogan, urlarlo dalla mia finestra, farlo diventare un tormentone nazionale e vedere il mio nome tra parentesi in tutte le citazioni. Ho voglia di uscire dal mio corpo, di guardarmi come mi guarda tutto il resto del mondo e di pensare: "quello li' e' un gran fico". E ho voglia di progetti condivisi, di pacche sulle spalle, di disillusioni lasciate al sole ad asciugare, di ricordi svaniti che riaffiorano, di pace senza bisogno di bandiere, di manifestazioni senza la demagogia delle folle, di guance porte senza timore, di soffitte polverose svuotate di tutti i fardelli che ci ostiniamo scioccamente a conservare, di liberta' concessa non solo rubata...ok. Mi resta solo il tuffo dal palazzo. Spero di non rovinare la mia giacca nuova.