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San venne svegliato dall'odore di qualcosa non familiare. Si guardò attorno e si ricordò di non essere a casa sua ma a casa di sua nonna, il che gli diede più sollievo.

Vide delle pantofole poste in fondo al suo letto e presuppose che avrebbe dovuto metterle. Uscì dalla stanza vedendo ancora più membri della famiglia seduti attorno ad un piccolo tavolo.

"San, questa è la tua famiglia allargata, cugini, zie e zii. Abbiamo un cugino qui che sa parlare inglese, è proprio lì" disse sua madre indicando un ragazzo con i capelli castano chiaro. "Conoscilo bene perchè ha detto che ti porterà fuori quando vuoi per camminare ed esplorare la città" disse passando oltre la piccola folla e verso il ragazzo.

"Lui è Yeosang, è estremamente gentile, sii carino con lui" disse prima di allontanarsi.

Yeosang era un ragazzo dai capelli castano chiaro quasi biondi. Il suo volto era carino e i suoi lineamenti delicati, sorrise leggermente quando vide San di fronte a lui. Si alzò e si inchinò mentre San rimase fermo non sapendo cosa fare.

"Quando qualcuno si inchina a te, tu fai lo stesso. Ho pensato di poterti anche insegnare un po' di coreano, aiutarti con la pronuncia eccetera. Conosco l'inglese ma non conosco tutte le parole quindi se capita che ci troviamo di fronte a qualcosa che non so, mi scuso in anticipo!" disse sorridendo al ragazzo. San annuì e sorrise indietro sollevato.

"Vuoi uscire ora o preferisci fare pratica con il coreano? Posso insegnarti le basi della pronuncia per quando sei pronto ad uscire" chiese e San annuì concordando con il fare pratica. Entrambi mangiarono mentre si conobbero a vicenda e durante quel tempo San venne presentato a tutti quanti. Tutti gli parlarono in inglese per quanto riuscissero e lui gli fu grato.

"Ti piace il cibo? E' diverso da ciò a cui sei abituato vero?" chise Yeosang mangiando il suo riso e San annuì "Di solito noi mangiamo cibo da asporto, mamma non sa cucinare" disse ridendo. Per la mezz'ora successiva San e Yeosang impararono molto l'uno dell'altro. San seppe che Yeosang aveva imparato, e stava ancora imparando, inglese da solo.

Yeosang gli disse che lo avrebbe presentato a qualche suo amico, promettendogli che erano simpatici e che si sarebbe integrato bene, e gli disse che aveva un amico che parlava anche inglese. San si sentì felice di avere qualcosa da attendere. La sua vacanza ora sarebbe dientata più interessante sapendo di avere qualcuno con cui parlare. 

"Hai ottenuto il tuo tatuaggio?" disse Yeosang traducendo. San sgranò gli occhi, come faceva a saperlo?

"È la cultura coreana, avere i tatuaggi dell'anima gemella. Hai 17 anni giusto? Di solito vengono in qualsiasi posto quando hai 17 anni, e una volta che compi 18 anni e non ne hai nessuno allora vuol dire che non hai un'anima gemella" spiegò. San si alzò la manica e Yeosang lo esaminò. Era un petalo di girasole, non ne aveva mai visto uno così ma era molto bello.

"È così carino, che ne dici se domani ti porto fuori, non dovrai parlare con nessuno, parlerò io per te, forse troveremo la tua anima gemella!" San potè dire che Yeosang era evidentemente eccitato, era un vantaggio non dover parlare. Non potè fare altro che pensare ad anima gemella, a cosa era accaduto a casa. Forse era per quello che avea superato la sua cotta di un anno dopo aver compiuto 17 anni, il tatuaggio era apparso quando successe quello. Non ci aveva neanche fatto caso.

Iniziò a pensarci su. Se quella era la cultura corena, come sarebbero potuto andare d'accordo lui e la sua anima gemella? Avrebbe dovuto lasciare tutto a casa e restare lì? Avrebbero tutti lasciato tutto e lo avrebbero seguito?

"Possiamo andare tra due giorni? Sono un po' stanco" disse portando il suo piatto e la sua ciotola all'acquaio per lavarli. Yeosang annuì e si alzò in piedi facendo lo stesso.

"Ciao!" sentì. Guardò in basso e vide un bambino che sembrava avere circa 6 anni. San guardò Yeosang per un aiuto. "San qui non parla coreano, ma ricambia il saluto" Yeosang sorrise. Era la prima volta che San sentiva Yeosang parlare coreano, la sua voce era più profonda e sembrava professionale. Vide il piccolo bambino sussultare per l'entusiasmo.

"C-ciao?" esitò ma disse comunque felice. San sorrise e salutò facendo apparire un grande sorriso sulla faccia del bambino. "Lui è Youngmin, è il cugino più piccolo."

Tutti e tre andarono dentro la stanza temporanea di San e passarono un po' di tempo insieme. Si divertirono nonostante la barriera linguistica.

𝐁𝐀𝐑𝐑𝐈𝐄𝐑.Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora