Felicità

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"Quindi stai cercando di far ingelosire Miky?" chiesi infine, sapendo già la risposta, ma volendo averne la conferma.

Mattia mi rispose con un sorriso convinto sul volto, anche se io non ero certa che fosse la strategia giusta. Ma effettivamente, negli ultimi giorni, avevo visto il mio amico un po' strano rispetto al solito. Credevo fosse dovuto al fatto che disapprovava la mia unione con Mattia, a causa della sua brutta reputazione, ma alla luce di queste nuove rivelazioni, forse c'era di più nel suo atteggiamento di rimprovero.

"Non sono sicura che il nostro piano sia vincente" continuai a dire, un po' a me stessa, un po' a Mattia, ripensando a quello che avevamo ottenuto da quando stavamo insieme, ovvero nulla.

"Io credo che ci voglia solo un po' di tempo" rispose Mattia, distogliendo l'attenzione da me e tornando a concentrarsi sulla neve.

Poco dopo però tornò su di me con un sorriso divertito sul volto e mormorò: "O forse no!"

Rimasi confusa per qualche secondo, non riuscendo a capire a cosa si riferisse, ma quando seguii la direzione del suo sguardo, tutto mi fu chiaro.

Alessandro stava sganciando gli sci dagli scarponi, a qualche metro da noi, e sembrava intento a cercare qualcuno , dal momento che stava facendo scorrere lo sguardo su tutto lo spiazzo pieno di sdraio.

Quando ci riconobbe, si avvicinò a noi, facendo finta di niente, ma quando giunse alle nostre sdraio, passò oltre, e, senza che nessuno glielo avesse chiesto, specificò: "Devo andare in bagno"

Seguii la sua figura avvicinarsi all'ingresso della baita mentre la mia testa si riempiva di confusione.Poco dopo uscì e tornò sulle piste da sci, senza dire nulla, ma rivolgendoci un'occhiata irritata. 

Dopo neanche un'ora si ripresentò nello stesso modo, ma questa volta la scusa fu: "Mi serve un caffè"

Mattia scoppiò a ridere non appena Alessandro sparì oltre la porta d'ingresso mentre io mi limitavo a guardarlo interdetta. Era chiaramente preoccupato di lasciarmi sola con il suo amico, perciò trovava pretesti stupidi per venire a controllarci.

Perciò mi chiedevo, perché si comportava da ragazzo geloso se poi mi rifiutava ripetutamente? Non poteva essere solamente perché mi considerava come una sorella... o forse ero io che mi facevo illusioni?

Quando Alessandro tornò a sciare, mancava circa un'ora alla chiusura degli impianti, così Mattia si allungò verso di me con un sorriso furbo sul volto e mi sussurrò all'orecchio: "Vuoi far impazzire Ale?"

Gli risposi con un'espressione curiosa e questo bastò per farlo agire, si alzò e mi afferrò per un braccio, costringendomi a fare altrettanto. Recuperammo le nostre tavole da snowboard, lentamente, perché io ero sempre zoppicante e ci avviammo per tornare a casa senza gli altri.

Avevo evitato di rimettermi sulla tavola per paura di cadere e farmi ancora più male, perciò avevamo preso la seggiovia che ci riportava in paese. Mentre eravamo seduti a qualche metro dalla neve, con gli alberi innevati che ci passavano di fianco e gli sciatore che sfrecciavano sotto di noi, ripensai alla situazione nella quale mi trovavo e al racconto di Mattia su Michele, così, presa dalla malinconia, mi venne da dire: "Credi che saremo mai felici?"

Mattia spostò il suo sguardo su di me, stupito da quella domanda improvvisa. Si fece serio, riflettendo sulla risposta e poi concluse: "Io credo che la felicità dipenda solo da noi"

Ci pensai qualche secondo, osservando le montagne innevate davanti a me, poi tornai a concentrare la mia attenzione sul mio amico e gli domandai: "E tu lo sei?"

Mattia abbassò tristemente il viso e mormorò: "Non proprio"

"Ti serve Miky per esserlo?" continuai, mentre una nuova consapevolezza si faceva strada dentro di me.

"Credo di sì" rispose Mattia "quando passavo il mio tempo con lui, sentivo di esserlo"

Anch'io ero felice quando trascorrevo dei momenti insieme ad Alessandro, ma non era solo questo, amarlo in generale mi rendeva contenta. Era una cosa alla quale non avevo mai pensato, non era solo Alessandro, era il sentimento che lui faceva nascere in me che mi faceva spuntare il sorriso sulle labbra. Amavo amarlo. 

In questi anni ero stata felice anche se lui non era mio. Mi serviva davvero averlo per essere completa? 

Studiai il profilo di Mattia, intento a contemplare l'orizzonte e pensai a quanto fosse triste amare ed essere ricambiato, ma non poter stare insieme per delle incomprensioni, perciò mi ritrovai a mormorare: "Allora dovresti dirglielo ancora..." 

Mi bloccai con un pensiero nella testa, valutando se fosse possibile attuarlo, poi guardai Mattia con una scintilla di divertimento negli occhi e gli chiesi: "Ti fidi di me?"

Lui mi restituì uno sguardo confuso, ma poi aprì le sue labbra in un sorriso e disse: "Sì"


Come aveva previsto Mattia, Alessandro si era agitato quando non ci aveva visto alla baita e ci aveva chiamato subito per sapere dove fossimo. Mattia gli aveva detto che volevamo stare un po' da soli e che eravamo tornati prima. Alessandro gli aveva urlato qualcosa attraverso il cellulare, ma non avevo potuto capire cosa perché Mattia aveva chiuso al chiamata ridendo.

Quando erano tornati tutti a casa avevano fatto, a turno, una doccia e si erano messi comodi per preparare la cena e per passare una serata tranquilla in casa.

Alessandro non aveva più detto una parola, ma sembrava molto nervoso mentre Elisa era irritata da questo suo comportamento. Non mi importava per quale motivo lui facesse queste scene, se gliel'avessi chiesto, in ogni caso, mi avrebbe detto che ero come una sorella per lui.

Poteva pensarla come voleva, per me la cosa importante era amarlo, ormai l'avevo capito, indipendentemente dai suoi sentimenti.

Il giorno dopo ci svegliammo con calma, visto che il tempo non era dei migliori, decidemmo di non andare a sciare, con la nebbia che era scesa sulle piste, sarebbe stato complicato, soprattutto con il mio ginocchio ancora malandato.

Optammo per una passeggiata tra la neve, diretti ad una baita per pranzare, e una volta tornati, passammo il resto del pomeriggio a girare per il paese, godendoci i negozi caratteristici e la buonissima pasticceria che visitavo ogni anno.

Io e Mattia riuscimmo anche a separarci degli altri, con un scusa, per organizzare il nostro pieno (o meglio il mio piano) che si sarebbe attuato quella sera stessa.

Dopo cena mi guardai allo specchio contenta del mio abbigliamento: pantaloni aderenti neri, ludici, maglione con il collo alto arancione e scarponcini dello stesso colore con il pelo. Sopra ovviamente il mio fantastico piumino turchese mentre i capelli erano legati in una coda alta, tenuti insieme da un grande elastico, sempre turchese.

"Sei pronta?" mi chiese Mattia affacciandosi dalla porta della nostra stanza per intimarmi di muovermi, dal momento che stavano tutti aspettando.

"Sì" risposi, voltandomi a guardarlo eloquentemente "e tu?"

Lui mi mostrò un sorriso raggiante e rispose: "Prontissimo!" 

Non c'è due senza treWhere stories live. Discover now