Capotolo VIII

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Usciamo dalla grotta passando nel tunnel di prima e appena siamo tutti fuori veniamo circondati.
"Sono arrivate" dico seria.
"Ciao bei ragazzi" dice una donna in tono suadente, i pirati sghignazzano tra di loro mentre le ragazze li circondano e si strusciano su di loro attirandoli.
"Tu devi essere la sirena" dice una donna guardandomi attenta e avvicinandosi.
"Sono io" dico seria, mi afferra per il collo in qualche secondo e mi solleva da terra, metto una mano sul suo polso e lo stringo forte senza riuscire a respirare "la sirena esiliata, cospiratrice con i pirati, dov'è ora il tuo amato eh? Ti ha abbandonata vero? Oh si, tutti ti hanno abbandonata, il tuo amore, la tua famiglia, il tuo amato mare" dice guardandomi con odio "e ora aiuti a rubare il nostro tesoro, dovevano ucciderti subito" mi lancia contro un albero.
"Luna" il capitano fa un passo verso di me ma una donna lo blocca, tutti i pirati sono in cerchio stretti al centro mentre le ninfe stanno attorno sorridendo beffarde e in attesa di un ordine.
Tossisco riprendendo fiato e mi metto seduta lentamente, i miei capelli diventano neri e gli occhi color ghiaccio.
"Tu non sai nulla di me" dico seria con voce roca "quindi non venire ad accusarmi di cose che non sai" mi alzo e il vento mi circonda, la faccio sbattere contro un albero e le do un calcio "vi conviene sparire o quanto è vero che sono una sirena vi uccido tutte"
"Maledetta, uccidetela!" Urla furiosa pulendosi il sangue al lato della bocca, i pirati si avvicinano a me e cominciamo a combattere contro le ninfe della foresta.
Le abbattiamo uccidendone alcune e facendone svenire altre per poi scappare verso la spiaggia, prendiamo le scialuppe e andiamo alla nave veloci.
"Mancano alcuni di noi" dice un uomo guardandosi attorno.
Guardo la spiaggia "le ninfe li hanno presi, non possiamo tornare lì" dice il capitano serio.
"Ma capitano"
"È troppo tardi, siamo scappati a pelo, non possiamo tornare lì"
"D'accordo" dicono tutti.
"Sollevate l'ancora partiamo immediatamente" annuiscono e tutti corrono mettendosi all'opera, guardo il mare cercando mia sorella, emerge con la testa e la ringrazio, sorride dolcemente e nuota velocemente per poi saltare, si siede al mio fianco e mi abbraccia.
"Una sirena" dice un uomo sorpreso, ci stacchiamo e vedo tutti i pirati guardarla, Sheila sorride.
"Ciao pirati"
"Sheila" dico divertita.
"Non li attiro promesso" dice ridacchiando, mi guarda e mi stringe una mano "ti rivedrò?"
"Non penso"
Mi guarda dolcemente e mi abbraccia di nuovo "addio Luna"
"Addio Sheila" dico dolcemente, appena ci stacchiamo ci guardiamo teneramente, mi tolgo una collana con una conchiglia e la metto al suo collo "non scordarti mai di me sorella"
"Mai promesso"
Sorrido "ti voglio bene"
"Anch'io tanto" dice dolcemente, le stringo una mano e salta in acqua, trattengo il fiato desiderando seguirla, non si volta e io mi tocco il petto, sorrido teneramente.
"Chi era?" Dice uno degli uomini.
"Mia sorella, carnale intendo" dico gentilmente, mi guardano sorpresi e sorrido triste andando nel mio solito posto, sulla punta della nave, osservo il mare scorrerci accanto.
Ci mettiamo tutto il pomeriggio ma arriviamo fuori dal territorio delle sirene, respiro profondamente osservando la luna specchiarsi nel mare.
"Andrai davvero?" Sussulto e guardo il capitano girandomi di scatto.
Sorrido appena "devo farlo" dico dolcemente.
"Non c'è un altro modo?"
"No" dico scuotendo la testa, si avvicina a me e mi bacia prendendomi tra le braccia, ricambio il bacio stringendomi a lui.
"Ti amo Luna"
Sorrido "mi rendi le cose più difficili se mi dici questo" dico gentilmente, gli accarezzo il viso guardandolo dritto negli occhi e vedendo un enorme sofferenza "se mi guardi in questo modo non potrò andarmene"
"Non farlo"
"Capitano non puoi tenermi qui, non mi pento di quello che ho fatto capitano, sono felice che voi siate tutti vivi e che stiate bene" dico dolcemente, lo bacio sulle labbra "ora lasciami andare"
"Come vuoi" mi lascia e mi tolgo la bussola, gliela metto al collo.
"Dille dove vuoi andare e ti indicherà la direzione, se l'ago diventa rosso significa che c'è un pericolo" dico tenendola tra le mani, la guardo dolcemente "fui io a regalarla al capitano della Sorgente di Fiamma, era lui l'uomo di cui mi innamorai undici anni fa, ora devo andare, perdonami capitano"
Metto un piede sul parapetto e lui mi afferra un polso tirandomi a se, mi bacia con passione "addio Luna"
"Addio John" salgo sul parapetto e respiro profondamente.
"Luna!" Guardo il ragazzino "cosa fai? Vieni giù potresti cadere"
"Mi dispiace ragazzino, non posso restare devo dirti addio"
"Luna" dice avvicinandosi a me "no! Dimmi che stai scherzando"
Sospiro e salto giù, lo abbraccio stringendolo forte, piange stritolandomi in un abbraccio.
"Mi dispiace tesoro, devo andare"
"No..."
Gli do un bacio sui capelli, gli alzo il viso "guardami ragazzino, io ti voglio bene, diventerai un grande pirata un giorno, il terrore dei sette mari"
"Ho bisogno di te"
"Sciocchezze, sei un uomo ormai, non piangere, sii forte e coraggioso, devi diventare grande me lo prometti?"
"Promesso"
"Bene, ora devo andare, addio tesoro"
"Addio" dice con voce tremante a causa delle lacrime, salgo di nuovo sul parapetto e respiro profondamente guardando un ultima volta il riflesso della luna sul mare, lo spirito del mare brilla di azzurro chiaro e gli sorrido.
"Onoro la mia promessa spirito, grazie per avermi aiutata" annuisce e guardo il capitano.
"Capitano" mi inchino.
"Addio Luna" salto in acqua e mi trasformo, seguo lo spirito verso il fondo e mi afferra conducendomi verso il profondo nero, sento il mio corpo formicolare e all'improvviso un vortice d'acqua mi circonda, chiudo gli occhi spaventata, una fortissima luce mi avvolge.
"Luna figlia del mare apri gli occhi" dice una voce possente, sussulto e obbedisco esitante, attorno a me vedo una sala immensa e gli spiriti del mare che mi osservano attenti, guardo davanti a me e vedo il dio del mare in tutta la sua bellezza, il corpo è possente e muscoloso, da l'idea di essere duro come il marmo, indossa un gonnellino restando a petto nudo così da mettere in risalto i suoi addominali perfetti.
Trattengo il fiato per un attimo e mi inchino profondamente.
"Dio del mare" dico scioccata.
"Alzati figlia del mare" obbedisco e lo guardo imbarazzata, stringo le mani davanti al grembo e abbasso lo sguardo "perché non mi guardi?"
"Sono stata esiliata dal mare, non sono degna di guardarvi" dico dolcemente.
"Guardami" dice serio, alzo lo sguardo lentamente "sai perché sei qui?"
"No signore, il vostro servitore mi ha portata qui"
"Figlia del mare il mio servitore mi ha parlato e ha giudicato" lo guardo confusa e lancio uno sguardo allo spirito che sta al mio fianco.
"Non capisco"
"I miei spiriti sono mandati a giudicare i figli del mare perduti, tu hai tradito le sirene per amore, tuttavia ami il mare intensamente e gli umani ancora di più, così il mio spirito ti ha giudicata" dice serio "mi ha riferito di quello che hai fatto per quegli umani, di quanto tu ami il mare tanto di rischiare la tua vita pur di passare poco tempo in esso, mi ha riferito di come hai reagito quando ti sei gettata in acqua assieme ai delfini" arrossisco e sento il viso andarmi a fuoco, abbasso lo sguardo mettendoci davanti una mano.
"Ha detto proprio tutto" dico imbarazzata.
Il dio del mare ride "si mi ha detto proprio tutto, per questo mia cara Luna, ti sarà data una possibilità, potrai trasformarti in sirena solo in caso di estremo bisogno, per il resto vivrai come umana, tra gli umani"
Lo guardo sorpresa "dite davvero?"
"Ovviamente" dice annuendo.
"Oh mio dio! Grazie! Grazie" dico con le lacrime agli occhi, guardo lo spirito e gli salto addosso abbracciandolo, nuoto felicissima e nuoto attorno al Dio del mare, gli salto tra le braccia e mi guarda sorpreso "Grazie, mi rendete così felice"
Posa le mani sulla mia schiena e ne batte una gentilmente.
"Un po' di contegno mia cara"
"Oh si, si va bene, giusto" dico felice staccandomi, torno al mio posto.
"Bene prendi questa, non toglierla mai, ti permetterà di chiamare il mio spirito, che diverrà la tua guida e ti permetterà di trasformarti in caso di emergenza"
"Grazie" mi da una collana con una perla nera, la metto al collo e la sfioro con le dita.
Sorride "bene ora vai, il viaggio è lungo"
Un forte vortice mi avvolge e una corrente gelida mi sbatte ovunque portandomi via, chiudo forte gli occhi spaventata finché non sbatto contro qualcosa di duro.
Tossisco e sputo acqua di mare, apro piano gli occhi e lentamente mi metto seduta tossendo, sono su una spiaggia, mi guardo attorno e trattengo il fiato vedendo il faro.
"Max" dico spalancando gli occhi, mi guardo attorno e mi alzo, ho le gambe e indosso un vestito bianco senza spalline "Max!" Comincio a correre velocissima e raggiungo il faro, spalanco la porta "Max!"
"Bambina?" Dice scioccato guardandomi, scoppio a piangere e corro da lui abbracciandolo "bambina mia!"
"Max" dico piangendo, mi stringe forte.
"Stai bene?"
"Si sto bene, sto bene" dico dolcemente, mi prende il viso tra le mani.
"Bentornata a casa, i pirati! Dove sono?"
"Non lo so, Max devo parlarti di una cosa"
"Va bene, vieni piccola vieni" andiamo in cucina e gli racconto tutto, mi ascolta attento e alla fine del racconto mi sorride.
"Non importa se non sei più una sirena, sarai sempre la mia Luna, e questa sarà sempre casa tua" gli stringo forte la mano ringraziandolo teneramente.
Resto con lui e poi vado all'orfanotrofio ricominciando la mia vita come se nulla fosse mai accaduto.

Il richiamo del mareDove le storie prendono vita. Scoprilo ora