Il primo incontro

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Ancora stordita, Koneko rimase qualche secondo a fissare il cielo, mentre recuperare le forze per alzarsi le sembrava quasi impossibile. Con un po' di fatica riuscì a riprendersi e, una volta in piedi ma con la vista ancora un po' offuscata, cercò goffamente di pulirsi gli abiti. <<Che vita di merda...>> borbottava mentre si scrollava di dosso le ultime foglie secche. Non poté fare a meno di notare che la sua felpa era stata sostituita da un vestito a righe, decisamente troppo femminile per i suoi gusti: <<Ma che cazzo ho addosso??>> La sua espressione mutò da confusa in sorpresa, ed infine si spense del tutto. Quella ragazzina aveva, come a solito, lo straordinario talento di saper gettare via qualsiasi emozione la sfiorasse: <<Oltre che uno stalker quello strano tipo è anche un pervertito... Questa volta sono stata gentile ma la prossima volta mi sente, nessuno può spogliarmi e buttarmi in una...>> si guardò intorno, quasi distrattamente: il buio che la circondava non le permetteva di vedere chiaramente, ma riuscì a distinguere le sagome degli alberi, illuminati solo dalla luce delle stelle. Koneko iniziò a camminare nel bosco, dove la quiete sembrava così surreale da riuscire a sentire le foglie rinsecchite degli alberi respirare. Passo dopo passo il bosco si fece sempre più fitto, più sghembo; passo dopo passo il viso della ragazza si fece sempre più teso; le mani cercavano invano la felpa per nascondersi impaurite, e il piede ricominciò a tremare nervoso. Ad ogni rumore, isolato e contorto, la ragazza si fermava, senza guardarsi attorno, quasi come se avesse la certezza di esserselo immaginato.
Dopo un camminare che sembrava durasse un tempo infinito, Koneko si mise a pensare: "Mi ricorda quando da piccola mi persi nel bosco in campeggio, la mamma..." si fermò, il suo sguardo divenne profondamente triste. All'improvviso un altro suono sembrò interrompere il silenzio: Koneko guardò alla sua sinistra dove, da dietro un albero, provenivano sinistri ed incomprensibili bisbigli, che piano piano si insinuavano nella sua mente, ipnotizzando il suo sguardo sempre di più.
Un ombra, dal ghigno storto come gli alberi, si nascondeva nel buio e bisbigliava sempre piu forte. Una risata acuta ed agghiacciante interruppe quei suoni, e l'ombra scomparve per riapparire dietro un albero poco più lontano. La ragazza intanto, immobile, aveva un turbine di domande che le girava vorticosamente nella mente; era talmente tanto persa nei sui pensieri da non notare che l'ombra, dopo pochi secondi, era del tutto scomparsa: <<Bene! Ci mancava solo l'ombra bisbigliatrice amante del nascondino!>> la ragazza mosse un altro passo incerto, il piede le tremava e le mani stringevano nei pugni le maniche del vestito.
Il bosco, piombato nuovamente nello spettrale silenzio, confuse Koneko, portandola a chiedersi cosa fosse più giusto fare. Non fece in tempo neanche a pensare ad una soluzione: una smorfia, simile ad un sorriso maligno, comparve sul suo volto.
L'ombra era dietro di lei, una mano davanti al viso della ragazza e l'altra tesa verso l'alto. Sembrava stesse trascinando via Koneko senza farla muovere di un passo. Gli occhi della ragazza divennero rossi, e delle lacrime rosse ricominciarono a scorrere veloci sul suo volto mentre, pian piano, si sollevava dal suolo.
Ad un tratto, un'altra figura saltò fuori dal buio spaventando l'ombra, che indietreggiò lasciando cadere a terra Koneko.
La figura le afferrò subito il braccio: <<Corri>> disse. Era una voce tranquilla e rassicurante, la trascinò via scomparendo insieme a lei nel bosco.
Le piante scorrevano velocemente intorno a loro, i grilli iniziarono ad urlare, il vento a cantare, trasportando le chiome degli alberi in una folle danza.
Quando si fermarono la foresta ripiombò nel silenzio; Koneko appoggiò le mani sulle sue ginocchia e, con la testa china, ansimava tentando di riprendere fiato. Anche la figura vicino a lei tentava di riprendersi ma con un respiro molto più pacato: <<Piacere di conoscerti!>> disse sorridendo e con troppo entusiasmo <<io sono Konran...>> <<come cazzo ti sei permesso di farmi correre.>> lo interruppe subito Koneko, ancora a capo chino. Konran rispose ridendo: <<Tecnicamente abbiamo corso perché stavi per morire, non c'è di che>>. La ragazza rimase qualche secondo con le mani sulle ginocchia, e una volta ripreso il respiro, tirò completamente su la testa; un ragazzo, magro e sorridente, teneva le mani sui fianchi con aria divertita. I suoi capelli sembravano una candida nuvola rosa, ma koneko notò solo che, oltre al sorriso per lei irritante, aveva gli occhiali troppo grandi rispetto al viso. Dopo qualche secondo di silenzio rispose: <<Mi chiamo Arashi, e non fraintendere, ti sono grata ma ora continuerò per conto mio. Ci si vede!>>.
Si voltò e riprese a camminare; il vento non soffiava più e tutto nel bosco sembrava distorto dal silenzio. Poco dopo non potè fare a meno di sentire dei passi dietro di sé, e, con la coda dell'occhio, vide Konran seguirla, saltellante e spensierato: canticchiava una canzone e di tanto in tanto si sistemava gli occhiali.
Koneko si girò di scatto andando di fronte al ragazzo, vicino a lui sembrava ancora più bassa: <<Si può sapere che ti prende?>> Konran la guardò sorpresa, per poi sfoderare il suo solito sorriso: <<Eh??>> disse sorridendo. La ragazza allora si avvicinò ancor di più infilzando un dito sul suo stomaco: <<Il bosco non è abbastanza grande per te??>> rispose prontamente <<piantala di seguirmi!>> concluse girandosi e riprendendo a camminare più velocemente.
Il ragazzo allora, sempre sorridendo, affrettò il passo finché non si ritrovò a rincorrerla.
Questa volta l'unico rumore che si riusciva a distinguere era quello dei piedi dei due che correvano veloci sopra le foglie secche. Koneko urlò correndo: <<POSSIBILE CHE QUESTO POSTO SIA PIENO DI MANIACI???>>. La corsa si interruppe dopo poco, i ragazzi si ritrovarono nuovamente a prendere fiato. Una volta recuperato il respiro, Koneko guardò Konran fulminandolo con lo sguardo: <<Cosa vuoi?>> lui rispose subito con il suo solito umore: <<Volevo solo avvertirti che stai andando dalla parte sbagliata>>.
Koneko storse il naso, ma capì quasi subito che, non sapendo dove si trovasse, doveva provare a fidarsi. Decise quindi di unirsi a lui. Iniziarono a camminare, Konran davanti che non la smetteva di parlare e lei dietro di lui che, senza ascoltare una parola, sbuffava scocciata.

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