•chapter one

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|Un anno prima|

Alberi, vedo solo una grandissima distesa di alberi intorno a me, mentre corro libera sotto la luna piena. Penso che non ho mai corso così tanto in vita mia e che questa sia la prima volta in cui mi sento veramente libera da tutto. Libera dai miei pensieri, da tutto ciò che mi rende triste e che mi porta a pensare che forse sia arrivata la mia fine. Libera dalla mia vita, libera di esser ció che sono veramente : un ibrido.
E mentre sotto i raggi della candida luna mi trasformo in ció che sono realmente, tutto il dolore e la rabbia accumulata in questi anni sfocia in qualcosa di meraviglioso, un ululato di pura libertà.
Corro velocemente tra gli alberi del bosco di Mystic Falls, incurante delle auto che sfrecciano a poca distanza da me lungo l'autostrada che porta al di fuori da questo piccolo buco sulla terra che, io come tanti altri, chiamiamo casa.
Corro libera per non so quanto, forse per ore, fin quando sfinita e senza più forze riprendo le mie sembianze umane e mi accascio per terra ansimando affannosamente. Una corsa liberatoria, che ci voleva veramente. Dopo che sono stata nascosta per anni e trattata come un essere immondo da coloro che avevo sempre ritenuto la mia famiglia, adesso sono libera di correre e vivere realmente la mia vita senza che nessuno possa dirmi ciò che devo o non devo fare. Dopo esser stata legata da catene magiche per quasi tutta la mia vita, trattenuta dal potermi trasformare in ciò che sono veramente, torturata e trattata come un mostro, adesso posso dare sfogo ad ogni forma di dolore e rabbia repressa per tutto questo tempo. E l'unica cosa che adesso mi manca veramente è poter ritrovare i miei genitori.. I miei genitori biologici, non quella razza di famiglia che per diciassette anni mi ha "cresciuta" tenendomi all'oscuro di tutto, della verità. Sempre però dopo essermi potuta vendicare veramente.
Ho sempre pensato che la vendetta fosse una cosa inutile e crudele, che un semplice "occhio per occhio, dente per dente" non potesse portarmi a ciò che volevo. Che non potesse rendermi felice, ma con gli anni sono cresciuta e tutto ciò che ho sempre represso ed ignorato, mi hanno portata a pensare che invece sì, la vendetta poteva ristabilire le cose. Riportarmi alla tranquillità e ridarmi tutto ciò che mi è stato tolto quando ero ancora in fascie.
Per questo motivo mi avvicino alla casa dove sono cresciuta, con tranquillità apparente, senza fare rumore. Per avere tutto ciò che non ho mai avuto in vita mia.
Cammino silenziosamente lungo il portico che da sull'ingresso della casa e mi avvicino alla finestra osservando con cautela ciò che succede all'interno dell'abitazione.
Un uomo è seduto su una vecchia poltrona posta al centro del salotto intento a guardare una vecchia partita di football, probabilmente registrata, mentre una donna si trova in cucina a lavare i piatti della cena.
Josephine e Billie. Questi sono i nomi delle due persone che mi hanno cresciuta, se così si può dire. Sono loro gli usurpatori della mia vita.
Due cacciatori per eccellenza, sposati da quasi tutta la vita e dediti al loro lavoro : dare la caccia a quelli come me, esseri soprannaturali.
Che siano vampiri, licantropi, ibridi, o qualsiasi essere che non sia umano, per loro non fa differenza. Gli basta poter dire di aver salvato l'umanità da questi "mostri". Quando invece i veri mostri sono loro.
Ancora dopo diciassette anni non riesco a capire perché mi abbiano tenuta in vita, cresciuta e non mi abbiano uccisa appena potuto. Perché hanno allungato questa agonia per me? Perché non hanno posto fine alla mia vita in fretta? Forse il fatto che non abbiano mai avuto figli e sono sempre stati soli, li ha portati a pensare che potevano crescermi come se fossi un'umana. Che io non fossi ciò che sono realmente. Da quanto so, da quando ne ho memoria, io non sono semplicemente un lupo.. ma sono molto di più. Sono l'unione tra un licantropo e una strega, una strega molto potente. Una veggente, dicevano loro.
Infatti quando hanno scoperto i miei poteri magici, non hanno perso tempo al rinchiudermi in un bunker antimagia, legata da catene indistruttibili e costretta a non potermi trasformare per diciassette lunghi anni.
Per questo voglio vendetta. Per ciò che mi hanno fatto e in cosa mi hanno trasformata.
Per questo entro in casa, facendo scoppiare i cardini della porta e lanciandola lontana. Mi avvicino a grandi passi a Billie, immobilizzando e soffocandolo con un incantesimo, mentre sua moglie Josephine piange disperatamente e mi chiede di avere pietà di loro.

"Ti prego Lilith.. Non ucciderci!!" piange sommessamente la donna inginocchiandosi poco distante da me.
Ma non riesco a sentire nulla, se non il respiro mozzato del marito che poco dopo lascio ricadere sulla poltrona morto.
Lei continua a piangere tenendosi il viso tra le mani, forse pronta alla sua terribile morte, mentre mi avvicino a lei ancora indecisa su come porre fine alla sua inutile vita.

"Sai ho sempre pensato che tu fossi solo una sua pedina.." le dico avvicinandomi al suo corpo e guardandomi intorno.

"Invece ho capito che tu eri peggio di lui. Sei stata spregevole e cattiva con me, quindi non ti meriti altro che una fine peggiore della sua!" urlo dalla rabbia e con un semplice movimento della mano faccio alzare il suo corpo dal pavimento di qualche metro e l'osservo dal basso.
La tengo in aria ancora indecisa su come finire tutto ciò, ma il suo viso paonazzo per via della poca aria al cervello mi infastidisce quindi decido di smettere con questi giochetti il prima possibile. Mi sono divertita abbastanza.
Stringo ancora un po' la presa sulla sua gola godendomi la scena delle sue piccole e rughose manine che cercano di sciogliere quella presa invisibile dal suo collo. Invano però, perché con un gesto veloce e fulmineo la schianto contro il muro dietro di lei, lasciandola appesa e trafitta dal corno di un vecchio alce che avevano esposto nel salotto come trofeo.
Il corno le trapassa il petto e mi avvicino a lei sentendola esalare il suo ultimo respiro e finalmente un ghigno contento spunta sul mio viso, mentre allungo un dito nella ferita per intingerlo nel suo sporco sangue.
Poi delicatamente e con fredda lentezza me lo porto tra le labbra assaggiandolo.
E socchiudo gli occhi finalmente appagata dalla più pura vendetta che potevo mai desiderare in vita mia.
Sospiro soddisfatta e spostando con un piede le macerie della ormai mia vecchia casa, mi dirigo di nuovo verso l'entrata decisa a ricominciare la mia vita per come si deve.
E questa volta col mio vero nome.
Lilith Black.

𝕒𝕟𝕚𝕞𝕒𝕝𝕤 || 𝕂𝕒𝕚 ℙ𝕒𝕣𝕜𝕖𝕣Where stories live. Discover now