𝑶𝒏𝒆𝒔𝒉𝒐𝒕 - 2

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Ecco, seconda oneshot. Questa l'ho scritta ieri sera.
Comunque è bellissimo come tutte le pills siano cose idiote mentre le oneshot siano deprimenti.
vabbè, buona lettura😽😽

☆☆☆☆☆☆☆☆☆☆☆☆☆☆☆

Era una sera d'autunno, e Sirius se ne stava seduto sull'erba, vicino al Lago Nero.
Non c'era nessuno lì attorno, tutti erano dentro, al caldo.
Aveva iniziato a fare piuttosto freddo in effetti.

In periodi come quelli, a Sirius piaceva starsene un po' da solo, magari a fumarsi una sigaretta o semplicemente a pensare, mentre fissava l'acqua leggermente mossa dal vento.

Gli altri all'inizio si preoccupavano. Perché sta fuori da solo, al freddo? si chiedevano.
In effetti, non pareva avere molto senso.
Ma Sirius li aveva rassicurati, dicendogli che gli serviva una boccata d'aria e approfittava del fatto che non ci fosse nessuno per starsere un po' in tranquillità.

L'unico che non era rimasto convinto dalle parole del ragazzo, però, era Remus.

Sirius alzò lo sguardo verso il cielo, ed emise un lungo sospiro, espirando così anche il fumo.
Qualche volta gli sembrava di non capire niente. Ed era frustrante per uno come lui.
Si era creato un'immagine, un personaggio quasi, ma che non aveva più voglia di tenere in piedi.
Sentiva che qualcosa in lui era cambiato, ma che gusto c'era se non riusciva a capire cosa?

Quella sera la luna scintillava un po' di più delle altre sere, nel manto blu della notte, così come le stelle.
Quando l'unica cosa che riusciva a sentire era un profondo senso di insoddisfazione e confusione, le stelle lo distraevano.
Non ne capiva molto di costellazioni, però.
E questo può sembrare strano, dato che il suo nome veniva proprio da una stella.
Ma proprio non riusciva a memorizzare i nomi  le posizioni delle costellazioni.

Sorrise impercettibilmente al pensiero che, invece, Remus ne era un esperto.
Gli piaceva guardarlo mentre ne parlava.
Si vedeva che voleva parlarne e Sirius si incantava a guardare le sue labbra, le sue mani, che muoveva mentre parlava.

Sirius scosse la testa, passandosi le mani sul viso e poi una tra i capelli.
Gli sarebbe piaciuto passare più tempo con Remus, ma mai gli avrebbe chiesto di sedersi con lui in quei momenti. Gli sarebbe sembrato strano, forse.

Venne risvegliato dai suoi pensieri da dei passi sull'erba, che si avvicinavano piano a lui.
Non si girò a vedere chi fosse. Mise invece tra le labbra la sigaretta e ne aspirò il fumo, chiudendo gli occhi, per poi creare una nuvoletta che venne spazzata via da una folata di vento.

"Stai bene?" sentì dire, da una voce familiare.
Si voltò e vide Remus, che si sedeva accanto a lui.
Sirius deglutì.
Ma perché cavolo sono così nervoso? pensò.
"Sì, uhm, credo vada tutto bene."
Remus lo guardò qualche secondo, per poi volgere in suo sguardo al cielo.
Sirius invece continuò a tenere gli occhi sul ragazzo accanto a lui.
"Perché me lo chiedi?" disse poi.

Remus sorrise.
"È un po' che vieni qui da solo, di sera. E anche se hai detto che è perché vuoi prendere un po' d'aria...beh, ho pensato di venire a controllare se stessi bene." disse, per poi voltarsi verso Sirius, che gli sorrise.
"Grazie, credo. Mi piace venire qui e stare un po' a pensare, in realtà. E a guardare il cielo."
Remus annuì.
"Immagino, dev'essere rilassante."

Sirius non rispose, facendo un'ultimo tiro di sigaretta, per poi spegnerla nell'erba.
"James e Peter dove sono?" chiese a Remus.
"Oh, in Sala Comune. Ero anche io con loro, stavano ripassando Pozioni."
Stese le gambe sull'erba.
"Poi, io sono venuto qui." aggiunse.

Sirius lo guardò con la coda dell'occhio.
Sorrise nel vedere che aveva un maglione.
In effetti, Sirius adorava quando Remus indossava un maglione. Non sapeva nemmeno il perché. Solo che gli dava una sensazione di calore, soprattutto quando ne metteva uno largo, come quella sera.

Allungò una mano e sfiorò con le dita l'avambraccio di Remus.
"Mi piace questo maglione." disse solo.
Il ragazzo biondo arrossì a quella frase, ma fortunatamente Sirius non se ne accorse, dato che era piuttosto buio.
"Grazie, anche a me piace in effetti. Tiene caldo. Tu, più che altro, non hai freddo?"
Sirius sorrise, retraendo la mano.
"No, immagino di no."
Lui sarebbe stato in maniche corte per tutto l'anno, se non avesse dovuto indossare la divisa durante la giornata.

Guardò ancora per un po' Remus.
Fece scorrere lo sguardo sul profilo dell'altro, partendo dagli occhi color ambra, poi sul naso rivoltò all'insù e poi sulle labbra.
Provò un improvviso impulso di baciarlo.
Ma resistette, dandosi uno schiaffo mentale.
Non è quello che dovrei fare, pensò.

Quando spostò lo sguardo sull'erba, vide la mano di Remus stesa, spostò piano la sua verso quella dell'altro, fino ad averla sopra.
Era tremendamente fredda, mentee quella di Sirius scottava quasi.
Prego mentalmente di non aver fatto una cazzata e che Remus non ritraesse la mano.

Infatti, non lo fece.

Si voltò invece verso Sirius, e lo guardò, con espressione leggermente confusa, per poi addolcire lo sguardo.
Sirius teneva gli occhi sempre fissi sul cielo.
Quest'ultimo spostò lentamente la sua fredda mano da sotto quella calda di Sirius, facendo voltare quest'ultimo.
Poi Remus la avvicinò al viso del ragazzo e gli accarezzò piano una guancia con il pollice, inclinando la testa.

Sirius lo guardava senza staccare gli occhi.
Allora Remus avvicinò piano anche il suo viso, facendo quasi scontrare le loro fronti, spostando anche l'altra mano sul viso di Sirius.

Erano fermi così, nel silenzio, nella notte, a guardarsi semplicemente.
Sirius non avrebbe mai voluto spostarsi da quella posizione, per nulla al mondo.
Le mani fredde di Remus gli avevano provocato un brivido lungo la schiena e aveva chiuso gli occhi.
In quell'esatto momento, capì.
Cosa era cambiato in lui, cosa lo faceva innervosire tanto.
Gli mancava quello.
Quella sensazione e, soprattutto, quel ragazzo.

Sirius pregò silenziosamente Remus, con uno sguardo quasi implorante, di baciarlo e basta.
E così fece.

Si avvicinò fino ad azzerare la minima distanza fra loro, facendo sfiorare piano le loro labbra, in un breve bacio.
Poi si allontanò, per vedere la reazione dell'altro.
A quel punto, Sirius gli posò una mano sul fianco e lo tirò dolcemente verso di lui, baciandolo ancora, con più decisione.
Le mani di Remus si incontrarono dietro al collo di Sirius, mentre quelle di quest'ultimo erano dietro la sua schiena, e scesero piano verso i fianchi, abbracciandolo.

Il secondo bacio durò più del primo, e fu Remus a staccarsi, senza spostarsi però dalla sua posizione.
C'era ancora silenzio tra i due, ma non c'era imbarazzo. Solo un silenzio dolce, che venne spezzato da Sirius.
"Hai fatto bene a venire qua stasera, direi" disse, facendo ridere Remus, per poi piazzargli un bacio sul naso.
"Era un po' che volevo farlo in realtà."
"Ah sì?"
"Sì."
"Hai scelto un momento adatto, almeno."
"Beh, non ti avrei baciato in Sala Comune o nei dormitori credo. Agli altri sarebbe preso un colpo."
Questa volta fu Sirius a ridere.
"Già, credo di sì." mormorò, per poi baciare Remus di nuovo.
Non ne avrebbe avuto abbastanza per un bel po'.

"Andiamo dentro?" chiese Remus, dopo qualche minuto.
"Sì, sto iniziando ad avere freddo."
"Ma pensa un po'." disse Remus sarcastico.
"Non avrei mai immaginato che tu potessi avere freddo in maniche corte con probabilmente cinque gradi."
Sirius scosse la testa, sorridendo.

Poi si alzarono dall'erba, e sia avviarono verso la scuola, le mani intrecciate.

Questa seratanon avrebbe potuto prendere una piega migliore, pensò Sirius.
Ed aveva ragione.

𝘞𝘰𝘭𝘧𝘴𝘵𝘢𝘳 𝘪𝘯 𝘱𝘪𝘭𝘭𝘴 (𝘧𝘦𝘢𝘵. 𝘵𝘩𝘦 𝘮𝘢𝘳𝘢𝘶𝘥𝘦𝘳𝘴)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora