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Eren non si aspettava che la band del volantino trovato chissà dove da Mikasa, rappresentasse una vera, seria e ufficiale band.

"pensavo fosse una cosa per bambini...insomma, i disegnini...molto belli! Ovviamente! Ma devo aver frainteso" borbotta Eren imbarazzato davanti ai quattro ragazzi della sua età, che dovrebbero aprire un colloquio.

Connie trattiene una risata, trovando il loro futuro manager già simpatico. Sasha si chiede come poter eliminare tutti i volantini che ha appesso per l'intera città. Jean si sbatte una mano in fronte, capendo che i veri disperati solo loro non il ragazzo che si è presentato.

Armin si morde il labbro per non scoppiare a ridere all'idiota che dovrebbe fargli da manager.

"capisco l'inconveniente, la prossima volta li realizzerò io. Grazie lo stesso per essere venuto" dichiara Jean potendo solo sperare che si presenti un'altra persona che non abbia frainteso il significato del volantino.

Jean, l'unico che si è presentato ad Eren, si alza pronto a trovare una soluzione al guaio in cui si è cacciato con le sue stesse mai. Ma Eren lo richiama, non pensando a quanto possa essere difficile fare il manager ad una vera band.

"mi va bene lo stesso, anche se non siete bambini! Fatemi il colloquio e decidete se vado bene!" esclama richiamando l'attenzione, ma soprattutto la curiosità dei quattro componenti della band. Jean rimane impallato non sapendo che dire:guarda i suoi compagni come per chiedere una loro opinione, ma Sasha e Connie alzano le spalle all'unisono credendo che tentar non nuoce.

"non mi sembri il tipo che è bravo con i mocciosi:perché volevi e vuoi questo lavoro?" chiede Armin guardando con aria curiosa e maliziosa il ragazzo sconosciuto, che lo fissa a bocca aperta. Jean prende quella domanda come l'inizio del colloquio, così si siede e attende una risposta.

Dal canto di Eren, non riesce a concentrarsi ad una risposta che colpisca i suoi futuri capi. Piuttosto è colpito lui dalla bellezza del biondo che scruta la sua figura così insignificante:è attratto dai suoi occhi azzurri come il cielo, ma che nascondono una scintilla di malizia. Dalle sue labbra sottili e rosse. Dai lunghi capelli biondi che gli costeggiano il volto e che sfiorano il suo collo, dal modo in cui li tocca con le dita lunghe e affusolate. Dalla sua voce. Dai suoi vestiti che mettono in risalto la sua figura esile. Persino dalla posizione in cui è seduto (a gambe divaricate) su una vecchia cassa di metallo.

Pensa di non aver mai incontrato un ragazzo così attraente in vita sua. Anche Armin l'ha capito che è attratto da lui:dal modo in cui lo sta guardando da dieci minuti, a volte con la coda nell'occhio per non creare sospetti.

Neanche in questo momento, che potrebbe valere il suo affitto e l'università, riesce a pensare in maniera razionale e farsi guidare dall'impulsività.

"ho bisogno di un lavoro per pagarmi l'università" spiega distogliendo lo sguardo dal biondo, per nascondere il rossore delle sue guance:prova imbarazzo per i pensieri che sta facendo su un ragazzo che conosce da appena dieci minuti e che sta ridendo di lui.

Jean è po' destabilizzato da tutta quella sincerità, nemmeno ha finto finta di esserne interessato...ma poco importa.

"cosa studi?" chiede Armin precedendo la domanda di Jean. Quest'ultimo si chiede perché Armin ora sia così tanto curioso ed entusiasta di conoscere quello che potrebbe essere il loro manager.

"giurisprudenza" risponde ed Armin sembra ancora più curioso. Ma Jean lo zittisce, intervenendo prima che possa domandargli altro sulla vita privata.

"sai che lavorare per una band è impegnativo:ad esempio, se andassimo in tour non potrai seguire lezione o esami" spiega Jean, l'unico che tenta di prendere seriamente il colloquio. Ma è proprio la domanda di Jean che fa ridere Connie:tour? A malapena hanno un teatro dove provare e solo perché è della famiglia di Armin.

the band//ereminDonde viven las historias. Descúbrelo ahora