CAPITOLO 5: angel

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Castiel cominciava a preoccuparsi.

Erano passate ore da quando Dean se ne era andato dal bunker; ormai era quasi l'alba e ancora non c'era traccia del cacciatore. Sam, invece, dopo che l'angelo aveva passato un tempo che gli era sembrato infinito a prendersi cura di lui e a cercare di calmarlo, finalmente ora dormiva come un bambino nella sua camera. Castiel, come sempre, era più che lieto di aiutare i fratelli Winchester e ne andava molto orgoglioso, ma allo stesso tempo sapeva che ogni secondo passato con il minore corrispondeva a del tempo prezioso sottratto alla ricerca del maggiore. In qualche modo che non riusciva a spiegarsi, l'angelo sentiva l'anima lucente dell'amico allontanarsi ed affievolirsi sempre di più, come se avesse una sorta di collegamento con essa.

Quando Sam si era addormentato, Cass, preoccupato, aveva vegliato su di lui ancora per qualche minuto, ma poi si era finalmente deciso e, con le ali spiegate, era subito partito alla ricerca del suo migliore amico. Nel giro di pochi minuti era stato in grado di ricostruire il suo percorso: sembrava che si fosse inizialmente diretto a nord, per poi continuare a cambiare direzione, come se non avesse una meta e stesse vagando totalmente a caso, cosa che l'angelo si sarebbe aspettato. Infatti, anche se le parole tra di loro erano quasi sempre assenti, conosceva l'umano abbastanza bene da sapere che in un momento di sconforto Dean aveva immancabilmente bisogno di sfogarsi e distrarsi.

Spalancò la porta della tavola calda con tutta la calma che era riuscito a raccogliere in quel momento e utilizzò ogni sua sensazione angelica per cercare Dean con lo sguardo. E subito lo vide, i suoi magnifici occhi quasi chiusi, la sua faccia barcollante e fuori di sé, seduto ad un tavolo in mezzo a delle ragazze a cui fingeva di prestare attenzione e circondato da un mare di bicchieri e bottiglie, che confermavano lo stato in cui si trovava il cacciatore. Castiel non ci vide più; l'unica cosa che importava ora era portare la sua anima in salvo, al sicuro fuori dal luogo oscuro dove era caduta in quel momento. Senza pensarci due volte, gli si avvicinò, lo sollevò delicatamente per non rischiare di fargli del male e, in mezzo alle donne che lo circondavano, sparì portandolo con sé, non curante delle loro reazioni.

***

Dean aprì lentamente gli occhi e, infastidito dalla fioca luce della sua camera che gli sembrava accecante, subito li richiuse, mormorando qualcosa a cui Cass non fece caso, troppo impegnato a cercare un cambio di vestiti puliti e delle coperte con le quali poter avvolgere l'amico, dopo avergli sciacquato la faccia alla bell'e meglio. Ora, l'unico pensiero dell'angelo era mettere in salvo l'altro e sistemarlo sul suo letto, dove avrebbe potuto finalmente riposarsi.

Appena fu adagiato, Dean cadde in un sonno leggero ma ristoratore e calmo, e Castiel non potè più resistere: a maggior ragione dopo il contatto con la sua pelle ancora umida, l'angelo non riuscì a distrarsi da quell'immagine perfetta. Non poteva fare a meno di fantasticare e tentare di indovinare i sogni e i pensieri che sicuramente, anche nel sonno, frullavano senza sosta nel cervello del cacciatore, mentre l'angelo si fermava a contemplarlo in un momento che sembrava eterno e che, nella sua mente, sarebbe durato per sempre.

Per ultimo, si distese con una lentezza infinita a fianco del corpo dell'umano, il cui torace muscoloso si alzava ed abbassava seguendo il ritmo del suo respiro regolare, silenzioso e finalmente in pace. E proprio in questa situazione magica, Cass non si sarebbe mai aspettato la reazione di Dean: non ancora padrone di sé stesso, il cacciatore si girò verso il suo salvatore e, sempre nel sonno, gli si avvicinò, attirato probabilmente dal calore e dalla sensazione di protezione che il suo corpo gli trasmetteva inconsciamente, accoccolandosi in quel suo posto sicuro, dove avrebbe voluto trovarsi in ogni momento.

Ancora una volta, Castiel aveva salvato la vita a colui che non avrebbe mai ammesso essere la sua anima gemella.

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