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<<Che muso lungo Ginevra divertiti>>
Non fanno altro che dirmi tutti la stessa frase, e per quanto io in realtà tenti di divertirmi, di distrarmi i miei pensieri corrono a ciò che è successo due ore fa in quella cucina. Gli occhi cupi di mio padre sono rimasti impressi nella mia mente e continuano a tormentarmi, perché sento che ci sia di più sotto? Cosa c'è che non va? Sono così tante le domande che non riesco nemmeno a decifrarne il quantitativo, due giorni, due soli giorni ed è successo già un casino, non solo con papà ma anche con Alec.
<<Vado a prendere da bere>> annuncio alzandomi subito dopo sotto il suo sguardo attento
Quando arrivo al bar ordino il mio cocktail e intanto che aspetto mi volto a guardare la distesa di tavolini del bar, ed è come se la sua figura spiccasse tra le persone, assottiglio gli occhi e noto quell'uomo seduto in uno dei divanetti intento a parlare con altri, vorrei poterlo vedere in maniera più nitida ma le luci soffuse del locale non me lo permettono, mi chiedo davvero cosa rappresenti per i miei genitori, perché hanno così tanta paura
<<Guardarlo non lo porterà da te>>
Sussulto quando sento la voce di Andrea invadere lo spazio circostante e mi meraviglio nel trovarlo li
<<Ti ha mandato mio padre?>>
<<Vorrei dirti si ma no- fa una pausa- mi ha chiamato Alec>>
Aggrotto la fronte non capendo perché Alec avrebbe dovuto chiamarlo, e passo lo sguardo da lui al fratello seduto poco distante da noi che sembra non volersi perdere nemmeno un movimento di entrambi.
<<Perché?>>
<<Perché è preoccupato->>
Sbuffo sonoramente come solo una bambina sa fare e mi allontano dalla sagoma del ragazzo alto e muscoloso che però non molla l'osso e mi tallona fino all'uscita del locale
<<Puoi fermarti?>> abbaia scocciato
<<Non prendo ordini>>
<<Non era un ordine cazzo, Ginevra perché fai così?>>
Faccio per rispondere ma la porta che si spalanca fa girare entrambi, che rimaniamo interdetti quando vediamo l'uomo di cui ignoro il nome e Alec avvicinarsi a noi
<<Ciao Ginevra>> mi saluta l'uomo
<<Come... chi sei?>>
Lui però non mi risponde, guarda prima Alec poi Andrea per poi ritornare su di me, che in mezzo a loro sembro davvero una mocciosa di cinque anni.
<<Volevo soltanto conoscerti>>
<<Perché?>>
<<Salutami tuo padre>>
La mia bocca si spalanca non appena nomina papà e vorrei corrergli dietro per potergli chiedere spiegazioni, ma i miei piedi sembrano essere stati incollati al pavimento perché non si muovono nonostante ogni parte del mio corpo fremi per farlo, tuttavia la mia visuale viene poi coperta da Alec
<<Mi spieghi che cazzo succede?>> sbotto
<<Ginevra->>
<<Perché hai chiamato Andrea? Cosa c'è sotto?>>
Nessuna risposta, e la cosa non fa che infastidirmi sempre di più, così volto le spalle ad entrambi e mi dirigo verso un punto indefinito, ignorando i loro continui richiami.
Cosa sta succedendo davvero? Perché è come se tutti si ostinassero a nascondermi qualcosa, vorrei poter andare a fondo in questa storia ma da dove comincio, papà non mi parla, la mamma parla ancor meno poi come un lampo, un'idea malsana mi balena in testa...