capitolo 28

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-Aspettati tutto da tutti, anche il diavolo, prima, era un angelo.-

Mi alzo dal letto dove Francesco dorme ancora.

Vado verso l'armadio e prendo una sua felpa che mi copre fino a metà coscia, e poi tiro fuori una tuta grigia.

Infilo il tutto e infine mi metto delle pantofole.

Scendo le scale piano per non farmi sentire da nessuno.

Entro in salotto, e cercando di far il meno rumore possibile apro la porta finestra che dà alla spiaggia. Mi tolgo le pantofole e a piedi nudi cammino sulla sabbia fredda.

Mi siedo su quest'ultima e guardo il mare, sta notte non è per niente calmo.

E' mosso un pò come le emozioni che sto provando in questo momento.

Inizio a piangere silenziosamente.

Non so il perché, ma le lacrime lasciano i miei occhi come cascate.

Non so il perché sto piangendo.

Mi è venuto così, almeno penso.

Oppure perché non so cosa io abbia sognato.

Il significato di quel sogno non lo capisco.

Sento una testa appoggiarsi alla mia spalla.

È B fortunatamente.

"Che è successo li?" Mi guarda con uno sguardo pieno di preoccupazione.

"Non lo so nemmeno io, da quando sono entrata in quell'ufficio mi succedono cose strane." Le dico

Lei sa cosa è successo, gli racconto tutto, ogni singolo secondo della mia vita lei lo sa, e lei fa lo stesso con me.

"L'altra sera ho perso pressione e le immagini dell'incidente scorrevano in loop nella mia mente.
Invece sta notte ho fatto un sogno strano, sentivo vari bip finché non mi sono ritrovata in una specie di stanza gigantesca tutta bianca, e all'improvviso sono sbucate fuori due persone, B dicevano di essere i miei genitori, infatti dovevi vedere come mi assomigliavano, e poi hanno tirato fuori un nome, rose"

Dico di getto e velocemente, così tanto che forse non mi ha nemmeno capito.

"Bhe questo sogno significherà qualcosa sicuramente, senti magari potremmo chiedere a max di aiutarci, ho scoperto che è bravissimo coi computer e che scopre molteplici risposte."

Io annuisco, si forse max potrebbe aiutarmi.

Sorrido solo al pensiero, in così pochi mesi dentro a quella villa ormai ci conosciamo tutti quanti.

"Comunque ora rientriamo in casa, è l'uno dicembre e fa freddo sicuramente domani ci prenderemo un malanno"

Ridacchio per la sua frase, e nella mente il ricordo dell'estate scorsa mi passa per la mente.

Io e lei sotto la pioggia, che cantiamo e balliamo facendo le stupide in mezzo alla strada deserta in cui ci trovavamo.

Il giorno seguente eravamo tutte e due nello stesso letto con 40 di febbre mentre mangiavamo chili di gelato, io alla stracciatella e pingu e lei lampone e vaniglia.

"So già a cosa stai pensando grazie a quel sorrisetto, e no non capiterà, non siamo mica sotto la pioggia"

Se lo dici tu amica mia.

Sulla fronte sento qualcosa di umido, e subito dopo un fulmine seguito da un tuono squarcia il cielo ricoperto di nubi.

Guardo la mia migliore amica con un sorriso maligno, ricambiato ovviamente da lei.

I due smeraldi ||in Revisione||Where stories live. Discover now