-𝑱𝒐𝒉𝒂𝒏𝒏𝒂-

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Diana si trovava stesa sul letto di camera sua, guardando il soffitto con le solite cuffie nelle orecchie, il giorno prima era stata come folgorata dallo sguardo del ragazzo, quei capelli castani un po' spettinati, quella pelle pallida, le labbra...

Si erano guardati entrambi imbarazzati e Diana arrossì come se avesse avuto un'ustione al viso, non riusciva a togliere la figura di Alex dalla sua mente infantile.

Chissà cosa pensava lui di lei, se lo chiedeva più volte, aveva fatto sicuramente la figura della stupida «Che idiota» ripetette a se stessa appoggiando le sue mani sulla fronte cercando di cancellare quel ricordo imbarazzante che si ripeterà per tutta l'estate.

Chissà cosa pensava lui di lei, se lo chiedeva più volte, aveva fatto sicuramente la figura della stupida «Che idiota» ripetette a se stessa appoggiando le sue mani sulla fronte cercando di cancellare quel ricordo imbarazzante che si ripeterà per ...

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Però pensando ancora a quel ragazzo le faceva sentire le farfalle allo stomaco «Eppure non è così bello» si disse cercando di farsi cambiare idea, ma non smetteva di pensarlo, sua madre bussava alla porta più volte ma Diana non la sentiva avendo le cuffie.

Sandy, dunque, interruppe i pensieri della figlia entrando in camera e le sfilò una cuffia per far si che la sentisse «È pronto!» disse vicino l'orecchio della ragazza lasciando la stanza poco dopo.

Diana si alzò dal letto a malincuore, le arrivò un messaggio di Sabrina che diceva "oggi vado da Moira vuoi venire?" , Moira era una sua amica, la madre lavorava in un negozio di vestiti a pochi chilometri da casa di Diana, le rispose con un "non posso ho ripetizioni, ricordi?", si sbalordì a primo impatto dato che la sua migliore amica si fosse dimenticata, ma non le pesava più di tanto.

Buttò il cellulare sul letto e raggiunse la cucina a stomaco vuoto, la fame la stava divorando.

Dopo mangiato, stranamente, non vedeva l'ora di ritornare a casa della signora Turner, si era già vestita, truccata e usato la sua colonia preferita, questa volta voleva fare una buona impressione.

Era quasi ora di andare, Sabrina rispose al messaggio di Diana: "scusa me ne ero dimenticata...magari la prossima volta", lesse il messaggio ma non rispose.

Arrivata in salotto la madre la vide già pronta e questa cosa la sorprese molto

«Ti vedo molto pimpante oggi» disse allegra mentre sparecchiava la tavola

«Huh? Ma che dici?» disse Diana cercando di nascondere il suo entusiasmo

«Vuoi uno snack prima di andare, vuoi che ti accompagno?» Diana era molto confusa, era strano che la madre si stesse comportando in quel modo, ma fece finta di niente

«Tranquilla cammino» disse sorridendo «Ora vado ciao mamma!» lasciò l'abitazione tremando al solo pensiero di rivedere quella persona.

Aveva il brutto vizio di innamorarsi velocemente, forse anche troppo velocemente, infatti ha una collezione di "relazioni" con ragazzi che le hanno spezzato il cuore talmente tante volte che si era fidata di persone che non valeva la pena dar fiducia.

Sfortunatamente il vizio non lo tolse, come avrete ben notato...

«Dunque ripetimi i verbi modali li abbiamo ripetuti all'infinito» la signora Turner aveva i gomiti appoggiati sul tavolo e guardava Diana sperando che avesse ricordato quello che avevano ripetuto.

«Ehm, dunque...Können?» La signora Turner annuì, fece un gesto con la mano facendo capire a Diana che poteva continuare, sbirciando un po' dal libro continuò «Müssen? E...» smise di parlare quando Alex passò accanto alla cucina dirigendosi in salotto.
Sentì il cuore pulsare come un matto, riusciva già a sentire le guance calde e rosse, cercò dunque di coprirle.

La signora Turner roteò gli occhi infastidita «Puoi darmi un secondo?» chiese a Diana e lei annuì, una volta alzata raggiunse il figlio

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La signora Turner roteò gli occhi infastidita «Puoi darmi un secondo?» chiese a Diana e lei annuì, una volta alzata raggiunse il figlio.

Non volle origliare ma riuscì a sentire quasi tutta la loro conversazione.

«Quante volte ti ho detto che non devi uscire dalla tua stanza, sono solo due ore dopo tutto non è difficile, vai a farti un giro con i tuoi amici... Non voglio che metti in imbarazzo Diana» la ragazza spalancò gli occhi voleva sotterrarsi una buca al campo santo.

«Dopo esco con Johanna» Johanna?, quel nome fluttuava nella mente di Diana iniziò ad andare in panico «Magari è una cugina, un'amica, la ragazza?» si chiese silenziosamente guardando un punto fisso.

«Ancora? Ti ricordo che l'ultima sera sei tornato sbronzo alle quattro del mattino...» disse abbassando un po' più la voce la signora Turner, Alex sbuffò e non le rispose.

Diana sentì i passi della signora avvicinarsi e fece finta di dare un'occhiata al libro che aveva d'avanti a se.

«Scusami tanto» si mise a sedere un'altra volta

«Non si preoccupi signora...» cercò di ricordare il suo nome ma la donna la interruppe

«Chiamami Penny cara» le disse sorridendo, stranamente Diana si trovava a suo agio dopo quel gesto gentile.

Poco dopo continuarono quello che stavano facendo.

Johanna, quel nome non lasciò la mente di Diana in pace e aveva una gran voglia di sapere chi fosse quella ragazza.

𝐅𝐋𝐔𝐎𝐑𝐄𝐒𝐂𝐄𝐍𝐓 𝐀𝐃𝐎𝐋𝐄𝐒𝐂𝐄𝐍𝐓Where stories live. Discover now