Capitolo 2

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Le prime due ore di matematica sono finalmente terminate. Sono abbastanza brava in matematica. Nella mia vecchia scuola prendevo sempre voti alti nelle verifiche di fisica e matematica, contrariamente a quelle di latino o italiano.
Il mio compagno di banco è piuttosto silenzioso. Legge solo. Che maleducato, non si presenta nemmeno. Beh, se non lo fa lui, lo faccio io.
"Piacere sono Giulia." Dico cercando di sorridere, porgendogli la mano.
Nessuna risposta. Continua a leggere.
"Hey... Ci sei?" Gli dico avvicinandomi al suo orecchio e dandogli dei piccoli colpetti sulla spalla.
"Che vuoi? Non vedi che sto leggendo? Non disturbarmi." Dice con tono scontroso senza girarsi.
"Che caratterino... Volevo solo essere cordiale." Dico alzandomi e prendo dalla tasca il cellulare e le cuffie. Mi dirigo verso la porta ma vengo bloccata da due ragazze. Entrambe sono il mio perfetto opposto. Una capelli biondi lisci occhi verde smeraldo vestita con una camicetta bianca, pantalone stretto azzurro e ballerine gialle, l'altra capelli castani lisci con la frangia, occhi castani, camicetta rosa con sopra un maglioncino azzurro, jeans chiaro e ballerine rosa. Non ho mai indossato il rosa in vita mia... Nemmeno quand'ero piccola.
Appena si avvicinano e mi porgono la mano un'odore di fragole fa andare il mio naso in estasi.
"Ciao, piacere sono Eleonora." Dice la bionda.
"Io invece sono Lucia." Dice la castana sorridendomi.
"Ehm... Si, ciao. Sono Giulia, quella nuova." Dico un po' perplessa e cercando di accennare un sorriso. Stringo la mano ad entrambe.
"Si, abbiamo notato. Da quale scuola provieni?" Mi chiede la bionda.
Odio parlare del mio passato. Fa schifo. Devo cercare di uscire da questa situazione prima di avere un attacco di panico.
"Oh beh, provengo dal Pitagora." Non finisco nemmeno la frase che entra un professore in classe. Non sono mai stata così felice di vedere un professore.
Torno al mio posto e noto che il ragazzo ha smesso di leggere. Era ora, ha passato tutte e due le ore di matematica a leggere. Finalmente si è staccato da quel dannato libro.
"Adesso che non stai leggendo posso sapere come ti chiami?" Gli chiedo a bassa voce.
"Romeo." È l'unica parola che ha pronunciato. Non mi ha nemmeno guardata. Avevo passato tutto il viaggio in pullman e due ore scolastiche accanto a lui ma non lo avevo ancora visto completamente in faccia.
Il professore si presenta ma non bado molto a ciò che dice. Riesco solo a capire che è il nostro prof di educazione fisica.
Aspetta un minuto... Ciò vuol dire che.. DEVO INDOSSARE UNA TUTA?! Peggio ancora... LA DIVISA SCOLASTICA PER LA PALESTRA?!
No. Mi rifiuto categoricamente di infilarmi in un pantaloncino bianco è in una canotta rossa con linee gialle. No. Non voglio.

Spogliatoio della palestra della scuola.
Il professore mi ha appena dato la mia divisa. Mi sento ridicola. LA ODIO.
Il prof ci fa mettere tutti su una fila per fare le squadre di calcio miste. Una cosa che adoro fare era giocare a calcio.
Inizialmente il professore mi mette in panchina insieme a "pel di limone" e "pel di corteccia". Almeno da qui posso osservare bene la partita e capire in che squadra farmi mettere appena finirá il primo della durata di 20 minuti.
Noto subito Romeo che prende palla, dribbla un paio di compagni e tira in rete. È carino... Ma che dico... È BELLISSIMO.
Per esultare si toglie la canotta mettendo in mostra il suo fisico mozzafiato... E io mi sciolgo.
Nessuna fa caso a lui. Strano, è così bello. Guardano tutte altrove. Così cerco di seguire lo sguardo delle altre che stanno guardando, o meglio sbavando, dietro al portiere che si stava togliendo la canotta.
Si, ok, aveva gli addominali scolpiti. Un po' troppo scolpiti per i miei gusti. Preferivo quelli di Romeo. Mi giro verso limona e corteccia.
"Come si chiama il portiere... Quello che vi state praticamente mangiando con gli occhi?" Chiedo con un tono ironico.
"Lui è Matteo Bruneschi... Il più figo della scuola." Risponde limona continuando a sbavare.
Il professore fischia la fine del primo tempo, così mi alzo e vado verso Romeo.
"Bel gol, complimenti. Sei molto bravo." Gli dico mentre lui si asciuga il sudore con un asciugamano.
"Non sono bravo io, è il portiere che non sa fare niente." Si lamenta lui.
"È solo bravo a mettere in mostra quei quattro muscoletti e a far sbavare mezza classe." Dico con un tono ironico sperando di farlo ridere. In tre ore non lo avevo mai visto ridere. Nemmeno per esultare.
"Hai ragione." Mi dice rivolgendomi un sorriso.
Finalmente un suo sorriso e finalmente riesco a vedergli gli occhi. Erano strani... Gialli. Erano stupendi. Anche il sorriso lo era. Lui era stupendo.
"Beh se vuoi misurarti con un portiere forte gioca contro di me. Faccio il portiere dell'altra squadra e vediamo se sei bravo o no." Gli propongo con tono di sfida.
"TU?! HAHAHAHAHHA Non farmi ridere ragazza. Sei solo una femminuccia che si atteggia a dura per mettersi in mostra il primo giorno di scuola. Sono sicuro che se vedi un pallone da calcio scappi." Continua a ridere finché il professore non mi chiama per farmi scegliere il ruolo e la squadra.
"Portiere, al posto di Bruneschi professore." Tutti mi guardano sbalorditi come se avessi svelato il nome del Dottore in 'DOCTOR WHO'. Il professore acconsente.
Mi preparo in porta con i guanti un po' larghi che mi aveva dato Bruneschi. Fischio d'inizio. Subito Romeo prende la palla dall'avversario e inizia a correre verso di me. Corre ancora. Si avvicina sempre di più. Alza il piede destro e calcia. Mi lancio a sinistra con i pugni. Riesco a deviare la palla e a mandarla fuori.
Tutta la mia squadra corre da me esultando.
"LA RAGAZZA NUOVA È UNO SBALLO." Grida un compagno di cui non ricordo il nome.
Esco dalla mischia e vado da Romeo.
"Visto che sono brava?" Dico ammiccando.
"Si dai, non sei niente male." Ammette soffrendo.

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