BEFORE YOU GO || myg

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Si sta come d'autunno,
sugli alberi le foglie
-Giuseppe Ungaretti

A tutte quelle persone a cui è stata strappata la propria anima gemella.

A tutte quelle persone a cui è stata strappata la propria anima gemella

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YOONGI'S POV

Un viso insolito, dal taglio spigoloso. Due iridi castane e scattanti. Capelli lunghi e sciolti, ondulati e leggermente più chiari sulle punte. Occhiali dalla montatura nera, poco spessi. Labbra sottili con applicato sopra un leggero velo di rossetto.

Anche i suoi vestiti erano insoliti. Gonna lunga fino a metà polpaccio, a quadri rossi e neri, con qualche ghirigoro argentato sul orlo. Una maglietta aderente che accarezzava tutte le curve nei punti migliori, accompagnata da un gilet grigio topo e una cravatta nera. Portava poi delle scarpette con qualche centimetro di tacco, capaci di slanciarle tutta la sua figura.

Era molto bella e camminava disinvolta - seppur con qualche segno di tensione - lungo il corridoio del conservatorio. I visi orientali non erano poi così difficili da scovare per le strade di Milano, ma erano comunque in grado di lasciare a bocca aperta. Specialmente il suo, diverso da tutti quelli a cui ero abituato assistere nei miei viaggi verso la Corea. Più a punta? Forse. Ma era davvero così importante stare a classificarlo quando abitavo da ormai tre anni in una città così vasta?

Se fosse stato per me, quel giorno sarebbe stato esattamente come gli altri. Noiose ore di lezione ripetitive, pratica al pianoforte nonostante non avessi più alcuna ispirazione e poi via, di corsa verso il mio appartamento prima che iniziasse a piovere smog dal cielo tetro. Fu merito suo, se quel giorno cominciammo a parlare.

Ero chino sul mio cellulare, aspettavo che il professore ci facesse entrare nell'aula, quando la ragazzina provò a chiamarmi. Non la sentii, o meglio, utilizzai la scusa delle cuffiette nelle orecchie per non alzare lo sguardo. Ma lei era testarda. Picchiettò con un dito la mia spalla, per poi afferrare un lembo della felpa nera che quel giorno avevo deciso di indossare e scuoterlo con veemenza. E allora i nostri occhi si incontrarono.

I miei con quelle fastidiose lenti a contatto verdi che ero costretto a mettere per colpa della mia coinquilina e i suoi color nocciola. Scocciato come mio solito - o forse terrorizzato all'idea che lei avesse potuto notarmi mentre l'avevo studiata pochi istanti prima - abbassai un auricolare e aspettai che fosse lei a iniziare a parlare. Rimase in silenzio per qualche altro istante. Adesso era il suo turno, intendo, per studiarmi. Non che ci fosse molto da fare, sia chiaro, non ero affatto un modello o cose simili, ma per mia grande sorpresa, lei continuò a farlo per diverso tempo.

"E' questa l'aula per la storia della musica neoclassica?" Un inglese a dir poco perfetto. Quasi mi sentii inferiore quando realizzai che una potenziale primina, appena arrivata dal Giappone - o lì vicino, a giudicare dall'accento doveva essere giapponese - potesse avere una simile padronanza di una seconda lingua. Sembrava una di quelle madrelingua inglesi venute da Londra per studiare clarinetto.

𝘽𝙀𝙁𝙊𝙍𝙀 𝙔𝙊𝙐 𝙂𝙊 || ᵐⁱⁿ ʸᵒᵒⁿᵍⁱWhere stories live. Discover now