13. Tessa

216 16 6
                                    


Appena ho visto il ristorante dove avremmo dovuto cenare io e Hardin sono rimasta sbalordita. E' così elegante, lussuoso e prestigioso. Il locale si trova di fronte al parco dove andiamo spesso con i bambini. La scritta del nome è al neon rosa e sotto di essa ci sono le cinque stelle del ristorante. All'entrata c'è un portiere che accoglie tutti i clienti dall'entrata fatta a baldacchino, offrendo a tutti un bicchiere contenente qualche alcolico e alcuni salatini. 

Guardo Hardin e lui mi guarda a sua volta. E' emozionato, e lo sono anche io. "Bentornata piccola." dice asciugandosi le lacrime che gli stavano scendendo sulle sue guance. Io sorrido e mi sporgo nella sua direzione per baciarlo. Mi era mancato così tanto. In questa settimana di "ritiro spirituale" l'ho vissuta passandola tra lacrime e fissando il vuoto, in bilico tra l'orlo del baratro e la terra ferma. Ma con questa magnifica sorpresa, ancora una volta, Hardin ha saputo essere l'ancora che ho sempre sperato che fosse. Ci continuiamo a baciare appassionatamente ma mi stacco dalla sua bocca accogliente per asciugargli le lacrime che ancora stava versando. 

"Ti amo" gli dico per rassicurarlo. Lui mi prende il viso tra le sue grandi mani ruvide, mi guarda negli occhi e mi risponde. "Non permetterò mai più che tu ti rinchiuda in te stessa, va bene?" mi guarda intensamente con i suoi occhi verdi speranza. Solo ora mi accorgo di come sia vestito elegantemente: ha messo il suo smoking nero e bianco che utilizza nelle conferenze per il lancio dei suoi libri. Quel completo mi è sempre piaciuto e penso sia per quello che lo ha indossato alla nostra cena. 

"Si lo so, sono bellissimo vestito così." Afferma notando il mio sguardo critico su di lui. Si avvicina al mio orecchio e mi sussurra "E sotto sono ancora meglio sai?". Hardin inizia a mordicchiarmi l'orecchio e, mentre con una mano mi accarezza il collo, con l'altra mi mette una mano sulla coscia. Inizio a respirare affannatamente. Inarco la testa all'indietro, cercando di non sbattere contro il rivestimento della portiera della macchina. La sua mano sulla mia coscia si avvicina sempre di più all'obbiettivo ma io mi ricompongo e gli tiro uno schiaffetto sulla mano ribelle. Lo guardo con uno sguardo provocatorio e, mordendomi un labbro in modo sensuale, dico "Se fai il bravo potremmo farci un pensierino dopo..." Dopodiché lui inizia a ridere fragorosamente. Ahh, quella risata. "Va bene piccola, ora entriamo. Siamo leggermente in ritardo". Scende dalla macchina e io cerco di fare lo stesso ma mi ha preceduta. "Mademoiselle" dice aprendomi la portiera e offrendomi la mano per farmi scendere. Io la prendo, gli sorrido e lui fa lo stesso. Quanto sono belli i nostri sguardi? Mi ci potrei perdere in quei occhi...

Ci dirigiamo verso l'entrata e immediatamente il portiere ci accoglie con molto eleganza. "Buonasera signori. Gradite un calici di Champagne? E' di ottima annata, quella del 2017." Dice porgendoci i due calici stra colmi. "La ringrazio signore." Dico educatamente e aspetto che anche Hardin ringrazi ma ovviamente lui non lo fa. Alzo gli occhi al cielo e con un sorriso irritato ringrazio anche per lui. 

Hardin mi guarda, alzando leggermente il suo calice. "Un brindisi alla mia meravigliosa, fantastica e bellissima ragazza, Tessa." Gli brillano gli occhi mentre dice queste dolcissime parole. A mia volta dico "E un altro brindisi al mio brillante uomo. Ti amo tanto". Manca poco a che le lacrime scendano ma cerco di non piangere per non rovinare il trucco. Mi sono impegnata particolarmente per creare questo look oro che si abbina con il mio vestitino rosso. Lui mi sorride ed entrambi beviamo. 

Dopo aver fatto la sosta all'entrata entriamo nel ristorante e rimango ancora più allibita nel vedere quanto sia grande e lussuoso questo posto. Il soffitto è altissimo e da lì penzolano lunghi teli di seta viola e rosa, alternandosi a striscioni argento con i glitter. Il salone principale è immenso, quasi da non vederne la fine. E' decorato con tavoli bianchi di diverse grandezze e sembrano tavoli di un castello principesco. Sulla destra c'è un bancone con tutti gli antipasti e i dolci self-service. Dove cavolo è stato questo posto fino ad adesso? E per quale motivo non l'ho mai visto passeggiando nei dintorni? 

"Vedo che il ristorante è di tuo gradimento, amore" mi risveglia il mio ragazzo dall'ammirare questo bellissimo posto. "E' pazzesco, Hardin. Grazie davvero" affermo tra i singhiozzi. Eh già. Quelle maledette lacrime stanno sgorgando dai miei occhi come grappa appena distillata. Lui mi prende per un fianco e mi accompagna fino al nostro tavolo, sotto la guida del cameriere più vicino. Se il locale è esagerato la nostra tavola lo è ancora di più. Siamo solo in due questa sera eppure sembra che ce ne siano almeno cinque. E' imbandita di ogni sfiziosità che si possa immaginare ed è decorato con dei teli di seta bianchi riprendendo i dettagli glitterati dei tendoni pendenti dal soffitto. Una vera favola. Poi ditemi come farò a non piangere. 

"Eh dai Theresa smettila di piangere. E' solo un ristorante." Dice Hardin prendendomi in giro mentre mi fa sedere al mio posto. Io gli faccio una linguaccia ma niente da fare, le lacrime non vogliono smettere di scendere e per questo mi tocca correre in bagno a ritoccare il trucco. Sull'arredamento del bagno non mi esprimo nemmeno. Impeccabile. E la pulizia, perfetta. 

Mi ricompongo velocemente e raggiungo Hardin nella sala. Iniziamo a mangiare e il cibo è a dir poco eccezionale. Ci abbuffiamo come due ragazzini in preda agli ormoni e nel giro di due ore finalmente siamo pieni. Ad un certo punto Hardin, talmente sazio, fa cadere una forchetta e goffamente si china a raccoglierla. Ma qualcosa non va...ci sta mettendo troppo. E' mai possibile che abbia pero una forchetta? 

Ma invece eccolo che rispunta dal bordo del tavolo. Però non si alza in piedi, rimane sul pavimento. "Ei, che succede?" Chiedo incuriosita sporgendomi per vedere cosa lo stia trattenendo a terra. "Oh mi sono impigliato nel tavolo, puoi venire ad aiutarmi?" Mi risponde lui facendomi gesto con la mano di andare da lui. Così mi alzo, posando il raffinato tovagliolo delicatamente sul tavolo e mi dirigo verso di lui. Lo trovo in una posizione strana: è inginocchiato sul pavimento e in mano ha una scatoletta di velluto rosso. Il suo sguardo è emozionato ma deciso e il suo viso mi vuole dire solo una cosa:"Tessa, piccola mia. Vuoi darmi il grandissimo onore di diventare tuo marito?" 

AFTER 6 - UN NUOVO INIZIOWhere stories live. Discover now