19. Tessa

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Apro gli occhi. Impiego un attimo per capire dove mi trovo. Sono nella stanza dell'hotel dove io e Hardin eravamo stati avvisati dell'accaduto a Landon. Sento un bruciore immenso ai polsi e appena realizzo che sono legati ad un asta del letto, dietro la mia schiena inizia a salirmi il panico. Cerco Hardin per tutta la stanza ma non lo vedo. E nessuna traccia dell'aggressore. Inizio a gridare a pieni polmoni sperando che qualcuno mi senta ma dopo poco sento una mano ruvida che mi tappa la bocca. Era la sua mano...la mano del mio ragazzo. 

"Shhhhh così ci farai uccidere Tess" dice Hardin piazzandomisi davanti, tutto grondante di sangue. Io lo guardo allibita chiedendogli perché non mi stesse slegando. Lui come risposta si siede di fianco a me, mi prende il viso tra le sue mani e mi da un leggero bacio sulla fronte. 

"Tess, amore mio..." inizia lui mentre una lacrima gli cade sulla maglietta intrisa di sangue secco. Mi fa sempre tenerezza quando piange perché non lo fa spesso, e quando succede mi sembra un cucciolo smarrito. Ma stavolta è diverso. Un aggressore l'ha pestato quasi a morte e Dio solo sa come ha fatto a sopravvivere. "Non posso slegarti." mi confessa lui iniziando a piangere rumorosamente. Io socchiudo gli occhi e faccio rotolare la lingua nella mia bocca, dopodiché replico "E perché mai non puoi farlo?" cercando di rimanere calma, anche se in quel momento non lo ero per niente. "Perché lui non me lo permette, altrimenti prenderà i nostri figli. Tess non posso permetterlo scusami davvero." Detto ciò si rannicchia contro di me e appoggia la sua testa nel mio grembo. Ascoltando quelle parole tra singhiozzi e lacrime vorrei solamente stringerlo e dirgli che ce la posso fare, possiamo superare qualsiasi cosa. Di qualsiasi cosa si tratti. Dopo tutto quello che è successo in questa infinita giornata non c'è nulla che abbia senso, nulla che si colleghi tra le altre cose. Per togliermi ulteriori dubbi gli chiedo "Hardin, lui chi? L'aggressore?" Lui cerca di guardarmi negli occhi e dirmi la verità. Ma pronuncia solo un nome. Gerard. 

E adesso chi cazzo è Gerard? Così gli chiedo più informazioni. Lui cerca di ricomporsi sedendosi di fianco a me, asciugandosi le lacrime che, mentre scendevano, avevano sciolto il sangue sul suo viso. Prende un bel respiro e inizia a parlare. 

"Gerard è il nome del tizio che mi ha aggredito poco fa. Beh, in realtà qualche ora fa. Sei svenuta dopo che lui mi ha tirato un pugno in faccia. Ti sei accasciata a terra come un peso morto e ho temuto il peggio. Stavo per correre da te ma lui m ha preso per il collo, mi ha fatto alzare da terra dove ero steso e mi ha detto testuali parole: "Adesso la leghi al letto e ti nascondi in un punto dove lei non ti potrà vedere quando si sveglierà. Io me ne vado e tu rimani qui...siamo intesi? Altrimenti prenderò i tuoi bellissimi figli e faranno la fine di quello stupido Gibson" Detto ciò se ne andò in bagno per pulirsi del mio e suo sangue e uscì dalla stanza." ha raccontato tutto l'accaduto senza riprendere fiato e ora è sfinito. Abbassa lo sguardo, come un bambino che ha commesso una marachella. Io mi prendo due minuti per pensare a ciò che ho appena sentito. 

Perché ha lasciato Hardin qui con me se non può slegarmi e portarmi via? Perché sta facendo questo? Perché a noi? Cosa vuole ottenere facendo così? 

Pensieri...Pensieri....Pensieri. Non risolverò mai niente se continuo a pensare. Devo agire. Chiamo Hardin e gli ordino di slegarmi, nonostante le istruzioni di questo Gerard. Lui scuote la testa, prendendosela tra le mani. "No, no, no, no, no, no Tessa!"  esclama con un urlo. Come per istinto vorrei prendergli le mani e baciargliele, per fargli capire che andrà tutto per il meglio. Ma le ho ancora legate. "Ascolta Hardin, rimanendo qua entrambi non possiamo fare nulla ne per mettere al sicuro Emery ed Auden e ne tanto meno per salvare la nostra di pelle. Perciò alza quel culo e slegami per favore." Lui continua a scuotere la testa, questa volta più violentemente facendomi preoccupare. "Ei, stai tranquillo ti prego. Ci sono io" Cerco di tranquillizzarlo ma non sembra servire a nulla. Infatti lui si alza di colpo, prende il telefono e digita un numero di telefono. La voce che risponde mi è familiare. Ma certo. E' la babysitter. Hardin le sta dicendo di portare i nostri figli a casa di mia madre senza dare troppi dettagli e lei fortunatamente acconsente. Poi chiude la chiamata e si mette in ginocchio davanti a me. Mi guarda con occhi gelidi e con voce decisa mi dice "Ecco ora i nostri figli sono al sicuro. Noi invece no. Ecco perché tu rimarrai qui e io rincorrerò quel figlio di puttana che ci sta facendo questo." 

Senza nemmeno lasciarmi il tempo di ribattere prende ed esce dalla stanza, senza preoccupandosi di essere ricoperto di sangue, senza preoccuparsi di avermi lasciata sola in una stanza dove un possibile serial killer potrebbe arrivare e uccidermi. Ovviamente di questo non se ne preoccupa.

...

Ciao ragazzi, veramente scusatemi se ultimamente sono un po' assente ma sono sommersa letteralmente dallo studio. Vi scongiuro di capirmi e di pazientare un pochino. Ho bisogno anche io del mio temo per pensare ed elaborare nuovi capitoli. Nel frattempo godetevi questa nuova parte, spero vi piaccia! 

Grazie ancora per il supporto che mi state dando. 

Vi amo

Eli

AFTER 6 - UN NUOVO INIZIODove le storie prendono vita. Scoprilo ora