Furbizia vs intelligenza

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Erano le 2 di notte del 3 giugno, avevo appena finito di preparare il mio zaino con tutto l'essenziale per la missione e mi ero fermata a guardare fuori dalla finestra le luci, ormai rarissime, della città di Konoha.

Tra un'ora mi sarei dovuta trovare alle porte della città con Sasuke e Shikamaru, tra due ore saremmo dovuti giungere alla foresta dove cominciava un sentiero che, in quattro giorni, ci avrebbe portati alla meta.

Quanto amavo questa città, in ogni suo minuscolo vicolo, negozio e albero. Ogni volta partire e lasciarla alle spalle mi metteva un senso di nostalgia. Sicuramente, sapere di dover stare via per tanto tempo non mi aiutava a calmare il senso di preoccupazione. Stavo leggermente meglio se provavo di soffocare la preoccupazione con la frustrazione di dover trascorrere giorni e giorni, ventiquattro ore su ventiquattro con quel noioso pallone gonfiato di un Nara.

Con Sasuke andavo d'accordo. Abbastanza almeno, nel senso che io non rompevo le scatole a lui e lui non infastidiva me. Inoltre lavoravamo bene assieme e ci fidavamo l'uno dell'altro. C'era anche un fondo di stima reciproca e non erano mancati momenti di scambio di opinioni in passato. Era sicuramente una persona con cui avevo piacere di trascorrere del tempo, ma da questo a viverci a stretto contatto per i prossimi tre mesi...

Non pensarci, fallo e basta.

Mi imposi di staccarmi dalla finestra e andai in bagno a farmi una doccia, chissà quando avrei potuto lavarmi i capelli di nuovo. Ci impiegai il tempo necessario prendendomela con calma, poi mi vestii. Indossai gli abiti più adatti alla missione che stavo andando a compiere, mangiai qualcosa e uscii chiudendomi la porta di casa alle spalle.

I grilli cantavano e la luna era quasi piena. Guardando in alto riconobbi le costellazioni, sospirai e mi avviai alle porte di Konoha. Pochi minuti dopo sentii dei passi dietro di me. Senza voltarmi intuii dovesse trattarsi di Shikamaru che viveva non lontano da casa mia. Intravidi le porte della città ed una figura alta e scura con lo sguardo rivolto verso l'esterno e le mani in tasca. Sasuke.

Mi affiancai a lui e Shikamaru si fermò alla sua sinistra. Non ci scambiammo parole di saluto, ma si percepiva una certa tensione.

"Dunque" dissi "è ora di partire".

"Le regole sono le solite" fece Shikamaru "non si abbandona nessuno, non si attira l'attenzione... e conoscendo miss Ykeda la seconda sarà la più difficile da rispettare".

"Bene allora è giunta l'ora di aggiungerne una terza" mi incendiai "NON ROMPERE IL CAZZO" feci in direzione di Shikamaru, poi precisai "né a me né a Sasuke".

"Adesso basta" sbuffò il citato avviandosi oltre le porte di Konoha "l'unica dannatissima regola è: non mettetemi in mezzo".

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La missione prevedeva diversi step. Di per sé nessuno di questi era troppo complicato, il problema era che dovevano essere portati a termine in tempo relativamente brevi, in un ordine preciso, senza farci notare e ciò implicava che dovessimo occuparcene esclusivamente noi, con il rischio di venire riconosciuti.

Ora, per un breve periodo avremmo avuto il supporto di una seconda squadra, non sapevamo chi né tantomeno quando esattamente, ma ad un certo punto, tra lo step 16 e lo step 17, una squadra di ninja fidati ci avrebbe raggiunto per portare a termine un compito per cui erano richieste più persone. Dopodiché ci saremmo divisi e noi saremmo tornati nuovamente in tre.

Mentre camminavamo al buio, verso la foresta, continuavo a ripetermi gli step del piano. Non volevo dimenticarne nemmeno uno e non volevo commettere errori. Comunque, per adesso, avremmo solo dovuto camminare. Camminare per ore ed ore fino a raggiungere il villaggio del Suono. Ci potevamo concedere poche pause perché saremmo dovuti arrivare almeno un paio di giorni prima della festa di Primavera. Un evento che, per il villaggio del Suono era particolarmente importante.

L'evento in sé non interessava a loro, tuttavia la confusione che si sarebbe andata a creare nel castello avrebbe permesso ai tre di sgusciare indisturbati nel salone e impostare le prime trappole per scovare le due spie che si celavano tra i consiglieri del villaggio del Suono.

Nessuno si aspettava che tali spie sarebbero saltate subito all'occhio, perciò erano previsti diversi piani B e C. Alcuni mi piacevano più di altri, ma un ninja sa bene che ci sono cose che vanno fatte a prescindere, per il bene della missione.

"Questo silenzio mi ha stufata!" annunciai.

Shikamaru sospirò "io invece stavo benissimo".

"Stavo pensando" dissi ignorandolo completamente "secondo voi perché Tsunade ha scelto proprio noi?"

Sasuke rallentò il passo e mi guardò.

"Non è facile rispondere" disse dopo un momento "potrei dirti perché scegliere noi sarebbe una buona idea, ma non perché non lo sarebbe scegliere qualcun altro. Tuttavia, noi tre sicuramente creiamo un equilibrio che sarebbe difficile riprodurre con un'altra squadra".

"In che senso" chiesi.

"È facile" intervenne Shikamaru "guarda Sasuke: lui è il migliore nel combattimento ravvicinato ed ha una capacità sopra la media nel leggere gli avversari".

Annuii e Shikamaru continuò.

"Io, al contrario, rendo meglio sulle distanze medio-lunghe ed il mio punto forte sono le strategie. So elaborare soluzioni che tengono conto delle possibilità più svariate. Infine tu, Nori, sei abile nel comportamento a medio-corto raggio e sei la migliore quando si parla di trovare una soluzione rapida ed efficace. Inoltre, le tue abilità di primo soccorso non sono male, le abilità di Sasuke con le armi altrettanto e io posso affermare di sapermela cavare nelle relazioni interpersonali, in parole povere, so essere diplomatico. Tsunade ha davvero creato un equilibrio infrangibile".

Era tutto vero. La mia abilità funzionava meglio sulle distanze medie o brevi, ma il mio potere da solo era ridotto. Potevo far perdere la memoria agli avversari semplicemente guardandoli negli occhi. Più vicina sono e più a lungo ci guardiamo, più cose dimenticano. Si parte dai ricordi più immediati, per esempio cosa stanno facendo, perché stiamo combattendo, chi sono i loro nemici e chi i loro avversari, eccetera, fino a giungere a ricordi più profondi.

Sicuramente, anche pochi istanti di contatto visivo potevano lasciare l'avversario in un breve stato di confusione, che in un combattimento poteva essere fatale. Eppure, con dei compagni come Shikamaru e Sasuke, io mi sentivo come l'ultimo pezzo necessario per completare un puzzle. Shikamaru poteva immobilizzare l'avversario, io potevo confonderlo, e Sasuke poteva intervenire fisicamente.

Sarebbe stato davvero bello se le cose fossero filate lisce come potevo immaginarmele.

"Geniale" commentò Sasuke.

"Furbizia versus intelligenza, non sono mai riuscito davvero a convincermi che la seconda fosse la migliore" sospirò Shikamaru "fortunatamente, abbiamo con noi la volpe di Konoha" affermò lanciandomi un'occhiata di sottecchi.

Io feci una smorfia di rimando "meglio la furbizia" affermai convinta "è solo grazie a questa che riesco a seguire la mia regola del minimo sforzo senza mai farvi eccezione".

"Già, un po' ti invidio per questo".

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