16. LACRIME

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Fabio uscì dall'aula e diede un'occhiata al cellulare. Erano le tre e un quarto. Era dovuto andare all'università solo per verbalizzare il voto di storia del Giappone – alla fine era riuscito a passarlo con un dignitoso 27 – e a breve si sarebbe dovuto incontrare con Filippo. L'amico – che non frequentava mai le lezioni – avrebbe avuto un esame lì quel pomeriggio e allora avevano deciso di prendersi un caffè insieme una volta finito. Ma Filippo gli aveva detto che avrebbe terminato verso le quattro, quindi aveva un po' di tempo da perdere. Nonostante fosse febbraio faceva abbastanza caldo, quindi decise di andare nella terrazzina dell'università a fumarsi una sigaretta e leggere un po'.

Sapeva che anche Mattia aveva un esame quel giorno, forse avrebbe potuto scrivergli per vedersi in attesa di Filippo, ma non se la sentiva.

Era passata una settimana da quando Mattia e Francesco erano tornati insieme, o quello che era. Dal giorno del litigio lui e Fabio si erano sentiti pochissimo, si erano visti solo una volta in compagnia di Sofia e Fabio percepiva un po' di disagio nell'aria. Era proprio quello il motivo per cui voleva di essere troppo diretto in merito alla relazione con Francesco, ma ormai quello che era fatto era fatto. Fabio nonostante i modi e il momento sbagliato era convinto di avere ragione, e dopotutto gli aveva già chiesto scusa.

Certo, delle scuse un po' bizzarre, visto che lui e Federica si erano ubriacati tantissimo. Ma erano comunque scuse ed erano sincere. Come si dice, in vino veritas.

Ma la situazione era comunque strana e sperava che le cose tra lui e Mattia tornassero normali in fretta. E che Francesco non si comportasse più da stronzo.

Uscì sulla terrazza, ma non fece in tempo ad accendersi la sigaretta che sentì un lamento dietro di sé. Qualcuno che piangeva.

Cercò di individuare da dove provenisse il suono, giusto per accertarsi che fosse tutto a posto e poi eventualmente farsi i fatti suoi e fumarsi tranquillo la sua sigaretta.

A un certo punto scorse una figura rannicchiata sulle scale antincendio. Una figura fin troppo familiare.

"Mattia!".

Il ragazzo era rannicchiato su uno degli scalini, il viso solcato di lacrime.

"Che... che succede?" Fabio non ci pensò due volte e si avvicinò subito a lui, sedendosi al suo fianco.

Mattia lo guardò per un attimo prima di scoppiare a piangere.

"Sono un coglione! Proprio coglione nell'animo. Cazzo" biascicò tra le lacrime.

"Ehi, dai, spiegami...". Fabio gli si fece più vicino e gli strinse una mano, che tremava vistosamente.

"Non imparo mai! Me lo avete detto in tutti i modi. Me lo merito, cazzo!".

Fabio lo lasciò sfogare ancora un po'. Alla fine Mattia si decise a parlare, la voce rotta dal pianto.

"Ho preso 30 e lode all'esame di oggi. Ero contento e ho chiamato quel grandissimo bastardo per dirglielo... Sapevo che in questi giorni non era in ufficio, quindi ne ho approfittato. Il telefono ha squillato per un po' e poi... Ha risposto... la figlia. Ha risposto la figlia".

"Eh?".

Mattia si sfregò con forza le guance bagnate di lacrime.

"Sì. Io faccio per salutarlo e dall'altra parte sento questa vocina che mi dice 'Sei un amico di papà? Ora è sul balcone con la mamma, te lo passo?'... Ho attaccato subito. Non sapevo cosa cazzo dire. Mi ha raccontato l'ennesima balla, altro che hotel, altro che ha lasciato la moglie. Tutte stronzate. E non è solo quello... Io mi sono reso conto solo ora di tutto quanto. Sapevo che esistevano, Laura e Miriam. Ovvio che lo sapevo, ci pensavo in continuazione. Ma da una parte era... come se non fossero reali, capisci? Ha un senso? Eppure, a sentire una bambina di quattro anni che mi parla del suo papà, quello che io è da mesi che mi scopo all'insaputa della sua famiglia e che ho cercato in tutti i modi di convincere a lasciare la moglie... Mi sono fatto così schifo... E anche Francesco mi ha fatto schifo. Sta prendendo in giro sia me sia loro".

Senza paroleWhere stories live. Discover now