Capitolo VIII

568 27 12
                                    




Fuggire non le era mai parso tanto doloroso.

Si sentiva un animale braccato nel buio, in trappola, anche in quella circostanza, ormai distante dalla Supremacy. Ormai distante da lui, attorniata da una schiera di stelle sfolgoranti.

Il cuore le palpitava tuttora convulsamente nel petto se ripensava a come l'aveva ingannato. O meglio, a come si era ritrovata costretta a raggirarlo per scappare incolume.

L'ha voluto lui, si ripeteva senza sosta per autoconvincersi di essere nella ragione.

È lui che si è rivelato un assassino senza scrupoli.

Ha ucciso, per l'ennesima volta, innocenti.

Non ci sarà mai redenzione per Kylo Ren.

Rey sospirò affranta, controllando mestamente le coordinate e chiedendosi quanto mancasse all'atterraggio su Ajan Kloss. Ormai doveva essere vicina alla base della Resistenza.

Una parte di lei si chiese il motivo per cui Kylo Ren non le avesse mandato dei caccia alle calcagna per ricondurla indietro –più con le cattive che con le buone-. Era quasi stupita dalla sua mancanza di prepotenza, quella stessa prepotenza che aveva disprezzato e che era esplosa come un feroce uragano negli ultimi giorni trascorsi insieme.

Doveva aver in mente un piano, Rey non sperava più che lui fosse magnanimo e avesse compreso la causa della sua fuga.

Dondolò la testa, scacciando una volta per tutte quei torbidi pensieri e preparandosi ad affrontare i vecchi compagni di avventura.

Avvertiva la necessità di rivederli per accettare quale fosse il suo posto, se accanto a loro o con Kylo Ren, nonostante le miriadi di sfumature criptiche che caratterizzavano quest'ultimo.



******



Aveva dovuto chiarire più volte ai guardiani di essere Rey in persona per poter attraccare illesa nella pista di atterraggio, affianco a qualche obsoleto T-70 X-wing. Giustamente i ribelli avevano rilevato che fosse alla guida di un caccia del Primo Ordine e si erano posti qualche scrupolo prima di dare il via libera.

Ma non appena spense il motore e scese, i suoi vecchi amici abbassarono i blaster che avevano brandito per precauzione e l'accolsero con euforia.

La ricevettero con tutti gli onori e Rey comprese che non fossero assolutamente a conoscenza delle sue ultime vicende a bordo della Supremacy; era stata terribilmente baciata dalla fortuna.

Rey, mentre era intenta a dispensare pacche sulle spalle alle varie conoscenze, si riempì la vista scrutando avida ogni particolare di quel pianeta che non vedeva da tempo.

Percepì di nuovo sulla pelle il calore avvolgente della giungla, i raggi che filtravano pigri dalle piante; fu come tornare a casa dopo un lungo viaggio. Le era mancato quell'ambiente umido, persino gli insetti che lo infestavano: tutto lì odorava di libertà perduta.

Quando anche Finn le corse incontro non credendo ai suoi occhi, Rey lo abbracciò con tutta la forza che aveva in corpo, stringendolo a sé con sofferenza malcelata.

"Rey, Rey, Rey..." stava ripetendo l'uomo contro di lei. "Pensavamo fossi caduta in battaglia, non abbiamo più ricevuto tue notizie. Tutto taceva."

La seduzione del male || ReyloDove le storie prendono vita. Scoprilo ora