capitolo 10

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Cosa si prova ad osare? Cosa vuol dire osare? 

Non avevo mai osato in tutta la mia intera vita, intera si fa per dire avevo solo 17 anni, quest'anno li avrei compiuti. 

Avevo paura di osare, paura di deludere me stessa e le persone che mi stanno intorno, insomma in questo ambito ero un disastro, ma non era colpa mia.

Nella mia vita non ero mai stata brava in qualcosa che non fosse dipingere, ero brava a scuola ma non ero una cima. Avevo la sufficienza, e in estate mi davo ai corsi estivi per recuperare tutti i miei voti negativi.

In casa invece ero un pò assente, erano tante le volte in cui mia madre mi richiamava perché avevo la testa altrove, oppure su una tela, oppure perché dipingevo i muri della sala di musica, alcune volte invece dipingevo le statue messe nei muri, insomma ero in un altro mondo.

Devo ammettere però che le persone intorno a me non aiutavano, criticavano solo perché alla mia età avevo un lavoro e avevo lasciato la scuola.

Eh sì, avevo lasciato gli studi sotto consiglio della mia insegnate.

"Signora sua figlia è brava, ma non è portata. Il suo talento è la pittura, vive in un mondo tutto suo questo è troppo poco per lei"

"Mi sta dicendo che mia figlia non è brava a scuola?"

"No, al contrario. Recupera tutti i voti negativi che ha, si impegna e mette l'anima in tutto ciò che fa, ma tutto questo mondo esterno, è come se fosse in un altro universo, non so come dirlo in un altro modo"

"Questa è una cosa positiva?"

"Sì! I talenti come lei vanno tenuti con cura, questo mondo è crudele"

"Allora la terrò a casa, e potrà studiare?"

"Istruzione parentale si ancora meglio, così si terrà allenata!"

E fu così che lasciai gli studi una settimana dopo, con mio grande dispiacere perché a me piaceva andare a scuola, solo che non mi piaceva stare in mezzo alle persone, mi incutevano terrore. 

Dopo questo discorso, mia madre decise di portarmi dal medico di famiglia per una normalissima visita del mese, e lui ci consigliò di andare da uno psicologo.

"Dalla visita e dalle cose che lei mi ha detto, sua figlia soffre di claustrofobia, gli spazi chiusi o la folla le provocano panico, a questo possiamo associare anche la demofobia, la paura degli spazi affollati o di stare in mezzo a tanta gente. Questa cosa può essere controllata ovviamente, le darò delle medicine e un inalatore per calmare gli attacchi, con dei calmanti"

"Ma è grave?"

"No assolutamente, è una cosa molto comune, molte persone ne soffrono e lei non deve avere timore, sua figlia è in buone mani"

𝓣𝓱𝓮 𝓪𝓻𝓽 𝓸𝓯 𝓵𝓸𝓿𝓮    |𝓣𝓱𝓸𝓶𝓪𝓼 𝓑𝓻𝓸𝓭𝓲𝓮 𝓼𝓪𝓷𝓰𝓼𝓽𝓮𝓻|Where stories live. Discover now