17.

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JORGE.
<<ritorna dentro Martina,ho bisogno di prendere aria.>>
<<si può sapere che ti prende?>> io continuo a camminare e lei continua a seguirmi.
<<niente, mi sono ricordato che devo fare una cosa, devo andare via.>>
<< non è vero.>> urla lei e mi blocca da un braccio.
La guardo negli occhi e mi sento male, inadatto. L'ho vista come era felice alla notizia del matrimonio di Fran, aveva occhi sognanti e pieni di speranze e mi ha lanciato un'occhiata...ma lo sapete come sono fatto. Io non lo so se riesco a prendere un impegno così importante come il matrimonio, non perché non voglio legarmi ad una sola donna, ma perché ho realmente paura di non poter dare le giuste sicurezze a nessuno, sono instabile e non vorrei in nessun modo ferire Martina, la amo troppo.

<< allora, mi dici che hai?>> la guardo e non so che dire, non voglio dirle 'mi sento male perché non so se potrò mai sposarti' e so pure che io e lei stiamo insieme da poco, ma io voglio passare la mia vita con Martina, questo lo so...ma non so se potrei mai essere un buon marito, un buon padre. La mia famiglia si è sgretolata e  non ho la minima idea di cosa significhi avere una vera famiglia.
<< vabbeh, quando ti decidi me lo fai sapere.>> lascia la presa e se ne va dentro e la sento dire << Jorge ha avuto un imprevisto ed è andato via.>> così io mi metto in macchina e me ne vado per davvero.

Passo la notte in bianco, la mattina decido di andare al cimitero, da mia madre...l'unica che sapeva ascoltarmi davvero non c'è più e questa cosa fa male, mi logora dentro e mi si contorce lo stomaco solo a pensarci.
Per la sua morte sono riuscito a piangere, per quella di mio padre mai...non ne ho avuto il modo e il tempo, non sono riuscito ad elaborare visto tutto il casino che si era creato.

Mi rimetto in macchina e ripenso a Martina, alla sua faccia perplessa di ieri sera, al suo modo di guardarmi e di cercare di capirmi. Accelero, metto la musica al massimo. Premo quel pedale ancora un po', sono un fallito, mi sto lasciando scappare tutto ciò che di bello ho nella vita.  Vedo lo schermo del telefono acceso, Martina mi sta chiamando, sposto lo sguardo e...uno schianto, una luce, niente più.







MARTINA.
Jorge non mi risponde, non so dove sia e dopo ieri sera sono preoccupata e anche incazzata con lui... è sempre stato uno misterioso ma ieri non so proprio cosa gli è preso. Forse la notizia del matrimonio lo ha sconvolto perché ancora ama Bea?
Voglio vederlo e parlargli e mettere in chiaro le cose, se prova qualcosa ancora per quella ragazza è meglio che la chiudiamo qui. Non voglio essere ferita o presa in giro. Sono abituata ai colpi pesanti nella mia vita, ai colpi dolorosi e taglienti.
Ma perché non mi risponde?

Provo a chiamare Diego; quando Jorge non è con me è sicuramente con lui. 
<< Martina...>> dice con voce spezzata.
<< Diego, sai dove Jorge? Non mi risponde al telefono.>>
<< Martina, Jorge...>>
<< Jorge cosa? Mi sto iniziando a preoccupare.>>
<< ha avuto un incidente.>> una fitta al cuore, non riesco più ad essere razionale.
<<come? Quando? Dov'è ora? Diego ti prego dimmelo.>>
<< Sono appena arrivato in ospedale, non so nulla...se non che è in gravi condizioni.>> chiudo la telefonata senza dire niente e mi metto in macchina. So che Jorge mi direbbe di non guidare in queste condizioni, ma non posso restarmene a casa. Guido quasi automaticamente senza nemmeno rendermi conto di ciò che mi circonda... e se Jorge fosse in coma? E se non si risvegliasse più? Mi resterà per sempre il peso di non aver parlato con lui, di non avergli dimostrato abbastanza quanto lo amo. Mi passano davanti tutti i momenti passati con lui e piango fino ad arrivare al parcheggio dell'ospedale. Entro correndo e trovo Diego e Lodo.

<< allora? Non hanno detto nulla?>>
<< niente,ci tocca aspettare.>> dice Lodo.
Diego è seduto e si regge la testa tra le mani, sembra stare male, molto molto male.
Io faccio avanti e indietro in quella sala d'attesa, non ho più unghie da rosicchiare, non ho più lacrime da versare. Sono tesa e impaurita e in questo momento vorrei le braccia del mio ragazzo pronta a stringermi e a rassicurarmi,ma lui non c'è. Lui è in pericolo e io non posso fare nulla per aiutarlo. Mi piacerebbe poterlo salvare come lui ha fatto con me quando stavo affondando negli abissi della mia anima.
Dei medici nemmeno l'ombra, nessuno ci dice niente. Passano 2,3,4 ore... sono esausta, l'attesa mi sfianca.

Mi siedo per terra, con la schiena poggiata al muro e le gambe rannicchiate e le ginocchia appoggiate al petto.
<< tieni Martina, mangia qualcosa.>> dice Diego porgendomi un panino. Non ho appetito, non voglio mangiare nulla.
<< Diego io non...>>

Una porta si spalanca ed esce un medico, io subito mi alzo in piedi.
<< siete qui per il signor Blanco?>>

Ossigeno puro. [Jortini]Where stories live. Discover now