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Quel giorno eravamo nello studio di Joanna per parlare di alcune cose. Io ero seduta tra Andy e Jake. -Jacob, prima di iniziare voglio chiarire una cosa.- Cominciò la donna. -Sei tu il cliente qui. Il che significa che per quanto possibile sei tu a prendere le decisioni. Non i tuoi genitori, non io. Tu. Ma se vuoi lasciare tutte le decisioni a tua madre e tuo padre, è comprensibile. Però per la legge del Massachusetts, un ragazzo della tua età accusato di omicidio di primo grado è processato come un adulto. Quindi farò del mio meglio per trattarti anche io come un adulto, ok?- -Ok- -Allora. La teoria sembra essere che Ben Rifkin facesse il bullo con te. Tu ti sei procurato un coltello e, quando si è presentata l'occasione, ti sei vendicato.- Io, Andy e Laurie ci accigliammo. Non mi aveva mai detto che Ben si comportasse male con lui. Laurie chiese -Aspetta, faceva il bullo con te?- -Non proprio. Un po', ma...- -Che vuol dire "un po'"?- Lo interruppe Andy. Poi parlai io. -E perché non hai detto niente a nessuno?- Odiavo quando mi nascondeva le cose. -Io non...Faceva lo stronzo con tante persone, non solo con me.- Sapevo che facesse così con molta gente ma non con Jake. -Avresti dovuto dircelo. Che ti ha fatto?- Chiese Andy. Joanna interruppe quella discussione. -Andy, Laurie, Riley. Per favore. Ora, per quanto riguarda l'aggressione, a quanto pare non sembrano esserci testimoni. Ma tu hai ammesso che ti trovavi nel parco e un tuo compagno sostiene che avevi un coltello che portavi a scuola ogni tanto.- -Quello è Derek. Derek Yoo.- la interruppe Andy. -Quindi queste sono prove molto circostanziali. C'è la storia dell'impronta digitale, ma le impronte digitali non sono prove troppo affidabili e spesso c'è una spiegazione valida.- - Quindi sei fiduciosa.- Constatò Andy. Poi Laurie disse -C'è un'altra cosa.- Andy sembrò preoccupato dalle parole della moglie. -Laurie?- La incitò Joanna. Andy e Laurie si scambiarono uno sguardo d'intesa e Laurie disse -Hai detto che salterà fuori. Dovremo occuparcene. Meglio che lo sappia da noi, piuttosto che dal notiziario.- La mia curiosità aumentava. Joanna chiese -Scusate, occuparci di cosa?- Ci fu una pausa. A quanto pare ero all'oscuro di molte cose. -Mamma?- Disse Jake. Laurie rispose esitante. -A quanto pare, ci sono precedenti di violenza nella nostra famiglia. Mi dispiace che tu debba scoprirlo così, ma è vero.- Andy poi disse -Mi dispiace, Joanna. È tutta colpa mia. Laurie lo ha saputo solo ieri sera.- -Ha saputo che cosa?- Chiedemmo io e Jake in coro. -Mio padre, il nonno di Jacob...è in prigione. Ed è lì da molto tempo. L'ultima volta che l'ho visto avevo sei anni. Mia madre mi portò alla prigione, dopo il suo arresto.- -Ma...dicevi di non averlo conosciuto.- disse Jake.-Lo so. Mi vergognavo di lui.- -Quindi mi hai mentito.- -Non ti ho detto tutta la verità, no.- -Che cosa ha fatto?- -Ha ucciso una ragazza.- -Che cosa? Che...- Jake sembrava sconvolto, come me d'altronde -Certo, ora capisco- cominciò Joanna. -Probabilmente Logiudice proverà a riesumare questa faccenda in qualche modo, ma non cambierà nulla. A parte forse la percezione dell'opinione pubblica.- -Ne sei sicura?- chiese Laurie. -Mhmh.- -Laurie crede che l'accusa sosterrà in qualche modo l'ipotesi di una predisposizione genetica.- disse Andy. -Stamattina ho letto qualcosa on-line. Pare ci siano stati casi come il nostro in cui questo genere di cose è usato come prova. Lo chiamano "gene dell'omicidio." Disse Laurie. Avevo già sentito parlare di questa cosa e non mi piaceva affatto. D'altro canto era impossibile che Jacob lo avesse ereditato, giusto? -Ma è ridicolo!- esclamò Joanna. -Ho il gene dell'omicidio?- dalla voce intuì che Jake stava iniziando ad agitarsi. -No, è solo un modo di dire.- lo rassicurò Andy. -Ci preoccupiamo che una cosa del genere possa essere usata contro di te.- disse Laurie. -Dubito fortemente che sarebbe ammissibile. Non vuol dire che non ci proveranno, ma se lo faranno combatteremo con le unghie e con i denti.- disse poi Joanna. Jake si alzò dicendo -Devo andare in bagno. Non mi sento bene.- -Mary, puoi far vedere a Jacob dov'è il bagno?- domandò Joanna a una donna. Io subito dissi -Non c'è bisogno. So io dov'è, posso accompagnarlo.- Mi alzai anche io, presi la mano di Jake e iniziai a camminare verso il bagno che avevo visto mentre andavamo nella stanza in cui ci eravamo sistemati per parlare. Arrivati davanti alla porta mi fermai. -Jake, andrà tutto bene, ok?- -Si, certo.- -Hey, Jacob guardami.- gli presi il viso fra le mani. -Ne usciremo presto, te lo prometto.- Lo baciai. Lui sorrise leggermente ed entrò nel bagno. Quando tornammo dagli altri Joanna ci disse che avevamo finito per quel giorno. Uscimmo dal palazzo e ci dirigemmo verso un ristorante per mangiare qualcosa.
...
Ero seduta vicino a Jacob e stavamo aspettando il cibo. Jake disse -Dovevate dirmelo.- -Tesoro, stiamo ancora cercando di capire come elaborare tutto questo.- disse Laurie. -Non l'ho detto a nessuno, Jake. Avevo paura di come la gente mi avrebbe guardato. E non volevo succedesse anche a te.- disse poi Andy. -Perché non dovrebbe? È ciò che sono, no?- Lo guardai malissimo a quelle parole. -Jake, non dirlo neanche per scherzo.- dissi con un tono freddo e arrabbiato. -Va bene.- cominciò Andy. -È arrabbiato con me e non lo biasimo. Non è ciò che sei.- -Come lo sai?- chiese Jacob. Poi continuò. -Forse la mamma ha ragione. Forse ho...Forse ho il gene dell'omicidio.- -Non ho mai detto questo.- disse Laurie. -Il gene dell'omicidio una stronzata.- affermò Andy. -Forse no. Forse sono proprio come lui.- -Jake smettila.- dissi io con fermezza. -Ma...- -Hey! Basta, ok?- lo interruppe Andy. -È un solo individuo, un uomo cattivo. Lui non ha niente a che fare con te. Non capisci? Per questo ero preoccupato. Per questo l'ho tenuto nascosto. Avevi il diritto di non sapere, di iniziare da zero. Senza avere questa spada di Damocle...- Andy venne interrotto dalla cameriera che posò la pizza sul tavolo. -Grazie.- disse Laurie. La cameriera iniziò a fissare insistentemente Jacob. Le lanciai un'occhiataccia e dissi freddamente -Che hai da guardare? Torna a fare il tuo lavoro.- Poi misi su uno dei miei sorrisi più falsi e la donna se ne andò imbarazzata. Ghignai, poi presi un pezzo di pizza e iniziai a mangiare. Tutte e tre le persone al mio tavolo mi guardarono. -Che c'è? Odio la gente impicciona.- Avevamo l'attenzione di tutto il locale. -Ignorateli.- disse Andy. Io presi la mano di Jake per rassicurarlo. Che strano, ormai ero io quella che cercava di calmarlo. Quella situazione stava cambiando molte cose. Finito di mangiare tornammo a casa. Passai il pomeriggio ad ascoltare la musica e al telefono con mia madre e mio fratello. Dopo cena io e Jake andammo subito in camera. Lui era molto serio da tutto il giorno. -Jake, so che non stai bene. Parliamone.- Lui si mise a sedere sul letto. -Sono solo...molto spaventato. Non so che cosa mi succederà e ho paura.- Mi sedetti difronte a lui sul letto. -Anche io ho un po' di paura. Ma riusciremo a superare tutto questo, ne sono più che sicura.- -Sei ottimista.- disse Jake sorridendo leggermente. Sorrisi un po' anche io. Ci guardammo negli occhi per qualche secondo, anche se a me parvero un eternità. Poi mi avvicinai a lui e lo strinsi forte a me. -Ti prometto che starò con te, qualsiasi cosa accada.- sussurrai. Lui mi strinse più forte. Rimanemmo così per un po'. Poi ci cambiammo per andare a dormire e ci coricammo.
...
La mattina dopo non andammo a scuola. Andy e Laurie avevano assunto una tutor, per intenderci era la nostra vecchia insegnante delle elementari. Credevano che se fossimo tornati nell'ambiente scolastico i ragazzi avrebbero iniziato a fare domande indiscrete e roba del genere. La prima lezione andò bene, anche se era strano studiare in questo modo. Finita la lezione io e Jake salimmo in camera. Jacob si sedette su un puff mentre io mi misi sull'altro poggiando la testa sulla sua spalla, presi un libro e mi immersi nella lettura, mentre Jake giocava ai videogame. -Gli sto sparando. Vai, vai, vai! Sparagli! Perché fai così schifo a questo gioco?- esclamò Jacob. Sentì bussare e vidi Andy fare capolino dalla porta. Lo salutai con un sorriso e lui fece lo stesso, poi picchiettai sulla spalla di Jacob e feci un segno in direzione di suo padre. Jake si girò nella direzione che stavo indicando e fece un cenno. -Hey campione.- disse l'uomo rivolto al ragazzo di fianco a me. -Mh?- fu la risposta. -Che ne dici di una pausa? È da due ore che giochi.- disse Andy. -È la stessa cosa che gli ho detto dieci minuti fa, ma il signorino non mi ascolta.- dissi io, marcando le ultime parole. -Mhmh.- Alzai gli occhi al cielo. -Jake.- chiamò Andy. -Ok devo andare. D'accordo.- disse finalmente quello zombie del mio ragazzo. Tolse le cuffie e spense la TV. -Finalmente!- esclamai io. -A che ora si cena?- chiese Jake, rimettendosi seduto. -Appena torna la mamma. Con chi giocavi?- -Ah...non lo so con un tizio.- -Non sai il suo nome?- -Ah...credo fosse tipo...ehm...Tim o Tom.- -Si chiamava Tom, razza di smemorato.- dissi. -Tu gli hai detto il tuo nome?- chiese ancora Andy. -Non lo so. Si, è probabile.- -Devi stare attento a quello che dici online, Jacob.- disse Andy. -Ma fa parte del gioco.- -Si, ma le tue parole di possono estrapolare dal contesto, si possono registrare. Ecco perché non puoi stare sui social. Questa roba finisce da qualche parte. È il sogno di ogni pubblico ministero. Ne abbiamo già parlato.- -Lo so.- -Quindi lo eviterai?- -Si.- -E tu, Riley, lo terrai d'occhio?- -Certo.- risposi. -Ok. Senti, mi dispiace. So che è difficile, ma è davvero importante. Non mi interessa se giochi, devi solo stare attento. Con il telefono, con i messaggi. Con tutto.- -Si. Si, lo capisco.- disse Jake. -Ok.- -Sai...Dylan dice che sono famoso.- -Parli con Dylan?- chiese ancora Andy. -Si, prima giocavamo. Mi ha...detto che c'è una specie di fan page online. Creata da una ragazza in Ohio, o Iowa, non ricordo.- -Cristo santo.- -Ok, questo sì che è strano.- dissi. -Sarei curioso di vederla.- -Non farlo. Ok? È una pessima idea. Non farlo.- disse Andy. Poi gli arrivò un messaggio e si mise a leggerlo con un'espressione confusa in volto. Jake interruppe il silenzio che si era creato chiedendo -La mamma non è tornata?- -La chiamo. Perché non apparecchiate?- Annuimmo e scendemmo in cucina per apparecchiare la tavola. -Una fan page, eh?- chiesi con un ghigno. -Sei invidiosa perché sono famoso, vero?- chiese anche lui con un sorrisetto stampato in faccia. Quel maledettissimo sorrisetto. -Ha-ha spiritoso. Andiamo, chi farebbe mai una fan page su di te?- -Qualcuno che ha buon gusto.- rispose facendomi l'occhiolino. -Hey, io ho buon gusto.- -Infatti hai un fidanzato magnifico.- -Sei incredibile.- dissi sorridendo. -Incredibilmente affascinante?- Scossi la testa continuando a sorridere. Sentì la porta aprirsi e richiudersi. Era Laurie. -Ciao mamma.- disse Jake, mentre io salutavo la donna con la mano. Lei disse -Arrivo subito.- e sparì su per le scale. Sembrava strana quel giorno. Finito di apparecchiare io e Jake ci sedemmo sulla penisola e tirammo fuori i telefoni. Laurie scese le scale, abbracciò Jacob e mi diede una carezza sulla guancia. Sorrisi al gesto. La giornata passò in fretta, tra un video di cadute dallo skate e un altro. Chiamai mia madre per controllare che fosse tutto apposto. -Hey mamma, come stai?- -Ciao tesoro, io sto bene, piuttosto come stai tu. Ho visto cosa sta succedendo da voi. Siete su tutti i giornali e stanno dicendo molte cose brutte su Jacob.- -Credi che non lo sappia?- chiesi sospirando. -Tesoro sono preoccupata per te. E se le voci fossero vere?- -Non posso credere che tu lo pensi davvero. Jake non farebbe mai una cosa del genere.- -Come puoi saperlo?- chiese mia madre seccata. -Mamma, lo conosco meglio di chiunque altro. E ora smettiamola con questa sceneggiata, dimmi piuttosto come sta Noah.- -Noah sta bene, sta continuando la terapia e sembra che ci siano dei risultati.- Tirai un sospiro di sollievo. -Meno male. Posso parlare con lui?- -Sta riposando per il momento ma sono sicura che si sveglierà tra poco.- -Papà come sta?- -Sta un po' meglio per ora ma è ancora preoccupato.- -Capisco. Dov'è adesso?- -È andato a prendere qualcosa da mangiare, tornerà presto.- -D'accordo. Digli che mi manca e ricorda a Noah di chiamarmi.- -Certo tesoro.- -Ci sentiamo domani.- -A domani. Ti voglio bene.- -Anche io te ne voglio.- Sorrisi e chiusi la chiamata. Sentì la porta aprirsi di scatto e mi girai. Vidi Jake col fiatone entrare nella stanza. Ridacchiai. -Stai bene?- chiesi. -Ha-ha, divertente. Scendi, è pronta la cena.- Alzai gli occhi al cielo e andai a mangiare con gli altri.

Dalla tua parte (Jacob Barber)Where stories live. Discover now