Capitolo 3- In quattro anni

138 7 0
                                    

Hiccup era appollaiato sulle colonne dell'Agorà con Sdentato. Aveva vissuto bene ad Atene; era una città a dir poco interessante: migliaia di genti di tutti i tipi e di etnie vivevano in una comunità organizzata molto meglio di quanto facessero i vichinghi. In quei due anni passati ad Atene aveva imparato da ogni cosa potesse apprendere, aveva ascoltato i filosofi, imparato matematica e tecnologia che ignorava e parlava fluentemente latino e greco, le principali lingue dell'Impero.
Doveva ammettere che i cittadini di Atene erano molto singolari. Avevano visto due anni prima l'enorme drago nero volare sue loro teste ed erano più curiosi che spaventati. Decisero di atterrare nella piazza cittadina e uomini vestiti con tuniche bianche osservavano con interesse e ammirazione Sdentato e il suo cavaliere. Anche se la mentalità bizantina era troppo levantina per il suo modo di pensare quello di Atene era il mondo più evoluto e civile che avesse mai visto ma sapeva che non poteva restare ancora. L'impero di Carlo Magno non perdeva mai occasione per espandere i propri territori, ma le orribili guerre contro i Sassoni erano state un terribile genocidio e Hiccup si vergognava di averne preso parte come comandante in capo e aveva da due anni dato le dimissioni. Carlo aveva compreso le sue ragioni, i massacri e le carneficine turnavano anche i sogni del grande imperatore (nonché suo mentore in fatto di spada e di lingue) e aveva accettato le dimissioni. Si sentiva leggermente più pulito anche se l'odore del sangue faticava ad abbandonarlo.
Scosse la testa e decise di pensare ad altro, ricordare le sue azioni in quella guerra gli avrebbe fatto più male che bene.
Aveva notato che non c'erano draghi nelle terre a sud. Forse per il caldo o forse semplicemente perché erano una punizione dei presunti dèi che veneravano a nord.

«Ehi, Xenos»

Abbassò lo sguardo per vedere il suo migliore amico che lo salutava dall'Agorà e sbuffò divertito.

«Vivo qui da due anni Isaakios, non ha più senso chiamarmi così»

«Lo so ma vedere la tua reazione è così divertente, Xenos.» disse con una punta di sarcasmo nella voce.

«Uno di questi giorni potresti diventare un mucchietto di cenere lo sai?»

«Lo hai detto anche l'anno scorso e guarda un po'. Sono ancora intero.» disse l'Ateniese con un sorriso divertito.

Facendo finta di essere serio Hiccup rispose:
«Non mettere la mia pazienza a dura prova, Isaakios.»

Entrambi i giovani risero e poi Isaakios disse:
«Comunque Ionia ti cercava.»

«Quella ragazza è peggio di un lupo affamato. L'ho respinta già tre volte questo mese e l'ultima era pericolosamente vicina a togliersi le vesti.» disse Hiccup sbuffando.

«E non è forse un bene?» ribatté il giovane greco.

«Inoltre hai allontanato tutte le ragazze e i ragazzi che hanno tentato di sedurti da quando sei giunto ad Atene. Mi chiedo cosa ti passi nella testa». Poi all'improvviso si formò sul suo volto un ghigno malizioso e disse: «Non è che per caso sei segretamente innamorato di me?»

Hiccup lo guardò dalla sommità della colonna e gli disse: «Credimi, preferirei girare nudo per l'Agorà decantando Omero piuttosto che stare con te, inoltre lo sai perché non accetto nessuno.»

«Sì ma non credi che tu ci stia girando un po'troppo intorno?»

«È per questo che me ne vado Isaakios»

Il silenzio cadde pesante come in macigno.
Dopo un po' Isaakios parlò:

«Aah, sapevo che sarebbe successo prima o poi.»

«Mi dispiace, non posso più rimandare. Non ho ancora trovato una soluzione a "quel problema" e per quanto ne so potrebbe già essere troppo tardi.»

Canto di Ghiaccio (Parte 1: Saga Dell'Hrímþursar)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora