Capitolo 8

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Kyle


Zuppo di sudore, do un'ultima occhiata allo schermo del telefono. Google Maps mi conferma che sono arrivato a Piazza Vittorio Emanuele. Lascio cadere il borsone a terra e tiro un sospiro di sollievo. Dio, che caldo! Prendo la borraccia dallo zaino da campeggio e bevo. L'acqua che avanza me la butto in testa. Attorno a me ci sono ristoranti e negozietti di souvenir; individuo l'insegna dell'"Umbra e dintorni", recupero il borsone e ne raggiungo la vetrina principale.

A quanto pare, lo zio Nicola ci sa fare con l'artigianato in legno e con la decorazione delle conchiglie. Su di un cartello c'è una scritta in 4 lingue. I migliori souvenir di tutta Vieste. Di certo allo zio non manca la modestia... andiamo a conoscerlo e scopriamo che tipo è.

Apro la porta del negozio e un campanello saluta il mio ingresso. Il negozio è piccolo ma molto ben tenuto. Un odore pungente ma gradevole mi dà il benvenuto, incenso forse. Dietro la cassa c'è una ragazza procace dai capelli castani legati con una treccia e con abiti molto succinti.

Davvero niente male quelle tette...

Mi saluta con un sorriso sghembo. «Benvenuto, ti piace quello che vedi?»

La mia sudorazione aumenta. «Ehm, buongiorno. Sì, il negozio è molto bello...»

La ragazza passa la lingua in mezzo ai denti. «Il negozio, certo. Dai forza, entra e chiudi la porta.»

Faccio come dice e mi avvicino a lei in silenzio. Mi libero del peso del borsone.

Si fa in avanti sul bancone, mettendo chiaramente in evidenza le sue forme. «Sei venuto qui per comprare qualcosa... o sei in cerca di qualcos'altro?»

Il volto mi va a fuoco. «A dire il vero, sto cercando una pers—»

Il campanello d'ingresso suona. Mi volto, sono due ragazzi. Il primo è smilzo, avanza barcollando con una sigaretta in mano e con l'altra mano, tatuata, si aggiusta il codino che ha fra i capelli. L'altro è un grassone pelato, si massaggia il collo provato dal caldo e dalla vistosa collana d'oro che indossa.

«Ilaria!» Il fumatore mi fissa in cagnesco. «Questo forestiero ti dà fastidio?»

Faccio due passi indietro e chino il capo. Non devo per nessun motivo al mondo lasciarmi provocare anche se ne avrei molta voglia!

«Ma no, Vito, certo che no!» La cassiera emette una risata civettuola. «Lo sanno tutti che sono la tua donna, anche chi viene da fuori!»

Lo smilzo sghignazza e avanza verso il bancone. «Ho appena cominciato il giro ma se ti va quando ho finito, ti passo a prendere in moto e ce ne andiamo in spiaggia!»

«Sciocchino!» La ragazza nasconde un sorriso dietro la mano. «Sai bene che devo mandare avanti il negozio, magari domenica...»

Il ragazzo sbuffa. «Dici sempre così, e poi puntualmente mi buchi!»

«Questa volta ci sarò, vedrai.» Gli fa l'occhiolino e prende dalla cassa una busta con dei soldi all'interno. «Ecco il solito.»

Il sangue mi ribolle nelle vene. Sto davvero assistendo alla riscossione di un pizzo senza fare nulla? Digrigno i denti e mi volto da un'altra parte. Non devo assolutamente perdere il controllo anche se mi pesa come un macigno sulla testa! Chiudo gli occhi e conto in silenzio fino a dieci. Li riapro e grazie al cielo, i due delinquenti se ne sono andati.

La ragazza mi scruta con evidente interesse dalla testa ai piedi.

«Ti chiedo scusa...» Farfuglio. «Sarei dovuto intervenire e impedire che ti derubassero.»

Faida AncestraleUnde poveștirile trăiesc. Descoperă acum