Capitolo X

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"Se vuoi che io ti aiuti, però, devo sapere come stanno i fatti.
"Hai ragione, allora mettiti comodo, è una storia abbastanza lunga"

"Tu sai già che Myrtle e Tom Buchanan ebbero un bambino. Quel bambino fu cresciuto da Daisy e Tom, divenne un uomo e mise su famiglia. Sposò una donna francese con due meravigliosi occhi verdi, un'attrice di successo, sai. Dal loro matrimonio nacque un figlio maschio: Harry, come me, anche lui non era a conoscenza del passato delle nostre stirpi. Un giorno gli capitò di leggere il libro di tuo nonno, ne rimase estasiato. Ancor di più perché riconobbe dei particolari presenti nella sua vita. Uno tra tutti, il nome dei suoi nonni. Iniziò a fare domande su domande, ma suo padre non era un gran chiacchierone, era degno figlio di Tom, un uomo affascinante ma pessimo. Non era raro che alzasse le mani su sua moglie e sul figlio. Un giorno si arrabbiò più del solito e lui non ne potè più, diede un ultimatum anche a sua madre, o lo avrebbe seguito con lui via da lì, o l'avrebbe lasciata con quell'uomo. La madre era tanto bella, ma tanto debole e devota al marito.. rimase. E mai decisione fu più dolorosa di quella, per Harry, ma non poteva aiutare qualcuno che rifiutava la sua mano. Perciò partì, zaino in spalla e si arruolò. Allora aveva 18 anni, io ne avevo venti. Ricordo che anch'io ero nuovo, ci davano i compiti più duri, ci facevano lavare di tutto, dalle cucine, ai bagni, alla lavanderia, con tutti i vestiti dei più anziani. In due mesi non mi disse una parola, davvero, neanche una. Poche volte avevo incontrato il suo sguardo, era totalmente assente. Poi un giorno cadde durante l'addestramento, avresti dovuto vedere come lo trattarono. Lo fecero alzare e posizionare al centro del campo, chiunque gli urlò contro qualsiasi cosa. Fu orribile, mi ribollì il sangue perché sì, era un grave errore cadere, immaginando di poterlo fare durante una missione rischiando di mandare a puttane un'operazione, però cazzo. Era così fragile, sembrava sgretolarsi sempre più ad ogni offesa che riceveva, non era tagliato per quella vita. Quindi io lo difesi, gli andai incontro e urlai a tutti di smetterla. Fummo messi entrambi ai lavori forzati, e lui si rivolse a me con un semplice 'grazie tante' sarcastico. E io lì mi arrabbiai sul serio. L'avevo difeso, diamine! Neanche un ringraziamento. Niente. Mi feci prendere dal momento e.."

A Louis tornò tutto alla memoria, come un vivido film.

Lo vedeva come se stesse accadendo lì, di fronte ai suoi occhi.

Louis aveva preso Harry per il colletto della divisa, sbattendolo al muro "Ti ho dato una mano, dovresti ringraziarmi cazzo!"
"Se non ti fossi intromesso adesso non sarei qui, con te!" disse Harry, spintonandolo.
"E quindi? Domani saremo di nuovo in mezzo agli altri, qual è il problema!" Harry lo spintonò di nuovo "il problema è che non voglio essere preso di mira, non voglio rischiare di essere cacciato a causa di uno stronzo!"
Louis ricambiò la spinta e disse "Non mi sembravi tanto a tuo agio lì, va' che ti faccio un favore a farti cacciare!"
"Tu non sai un cazzo di me!" lo colpì in pieno volto. Louis rimase interdetto per un paio di secondi, il tempo più lungo durante il quale avevano sostenuto reciprocamente il loro sguardo.
"Si beh, immagino tu abbia ragione." come se nulla fosse si girò e continuò a lavorare.

Avevano decisamente iniziato con il piede sbagliato.

Durante il periodo di addestramento chiamarono dei volontari per assistere i soldati durante un'importante missione in Israele, si offrirono sia Louis che Harry, ma non sapevano chi vi partecipasse. E fu per loro un colpo quando si ritrovarono nello stesso vagone in viaggio, verso la base.

"Tu, siamo arrivati." Harry avvisò Louis, che dormiva sui sedili.
"Oh, ti ringrazio." da quell'episodio non si erano più parlati, nemmeno durante il viaggio.

Quel periodo fu il più duro della vita di entrambi. Vagarono senza meta per giorni, fin quando non si trovarono in una foresta. Gli tennero un'imboscata: persero parecchi compagni, c'era sangue ovunque, piovevano morti e feriti.

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