Capitolo 2

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LA CARROZZA

Iniziai a camminare nervosamente avanti e indietro per la mia stanza e pensavo a un modo per poter raggiungere Arcadia.
<Come faccio a raggiungere un'isola fluttuante?> chiesi rivolgendomi a Buck che mi guardava stranito.
Lo presi in braccio e lo analizzai da capo a piedi <Mmmh...No direi che sei troppo piccolo per portarmi fin li> lo rimisi giù e lui iniziò a strusciarsi contro le mie gambe come fosse un gatto. Era un Mutadrago molto affettuoso.
Un rumore mi fece trasalire e subito mi voltai, era la porta, qualcuno stava bussando. Andai ad aprire e di fronte a me trovai la stessa guardia che qualche giorno prima era venuto per portarmi la lettera <Oh ma sei ancora Tu!> gli dissi scocciata <Mi dispiace Signorina Thamel se la mia presenza le urta la vista> mi disse sarcastico <Parla come mangi, dai entra in casa e dimmi che vuoi>. Feci entrare la guardia, questa volta era solo. Rimase al centro della stanza a scrutare ogni angolo della mia catapecchia. Non ero una persona molto ordinata e in alcuni angoli della stanza c'era una grande presenza e odore di muffa, la guardia fece una smorfia di disgusto. Mi piazzai davanti a lui per cercare di fargli distogliere lo sguardo e con uno schiocco delle dita ripresi la sua attenzione. <Allora? Che vuoi ancora?> gli dissi guardandolo dal basso verso l'alto.
<È il momento di partire> mi disse <Ah si? E dove vuoi andare? Francia, Russia?> gli risposi ironica.
<Arcadia. Deve portare la pace nel regno> chiusi gli occhi per prendere un bel respiro ed evitare di strozzarlo  <Chi ti dice che io abbia accettato l'incarico? Non mi è parso di vedere nemmeno una moneta. Io non rischio la mia vita per..> non riuscì nemmeno a finire la frase che la guardia mi diede un sacchetto di cuoio. Lo aprì e dentro c'era una piccola parte di pagamento per la missione, richiusi il sacchetto.
Sospirai <E va bene, come ci si arriva ad Arcadia?> <Si dovrà fidare di me Signorina Thamel> mi disse mentre rovistava dentro il suo tascapane <Per cosa?> finito di rovistare riuscì a tirare fuori una boccetta di vetro, all'interno c'era un liquido di un viola intenso sembrava quasi emanare di luce propria <Che diamine è?> chiesi seria <È una pozione> <E..Per cosa esattamente?> gli chiesi mentre prendevo la boccetta, con cautela, dalle sue mani <Serve per.. ehm..diciamo morire> <CHE COSA?!> gli urlai ridandogli con molta meno cura la pozione, che lui prese quasi al volo <Che cavolo mi stai dicendo che per andare ad Arcadia devo morire?! Ottimo inizio direi! Be allora col cavolo che accetto l'incarico, riprenditi le tue stupide monete!> gli tirai il sacchetto di cuoio e gli feci segno di andarsene <Signorina Thamel, mi lasci spiegare. Questa pozione non fa morire per davvero, serve solamente per poter attraversare un portale, che per voi umani sarebbe letale!>.
Sospirai di nuovo , lui non si era smosso dal centro della stanza, era testardo e non se ne sarebbe andato senza portarmi prima ad Arcadia.
Alzai gli occhi al cielo, non sapevo che fare. <So che è una decisione difficile, ma si deve fidare> mi disse rompendo il silenzio <Cosa ne puoi sapere te? Non sei umano a quanto pare..> gli dissi guardando i travi del mio soffitto <Si fidi Signorina Thamel, sono più umano di quanto le possa sembrare> mi voltai verso di lui e gli andai vicino <Avanti> dissi prendendogli la boccetta dalle mani <Spiegami meglio come funziona questa pozione>.
Riuscì a vedere un barlume di speranza negli occhi di quella guardia ed anche un sorrisetto di soddisfazione, mentre io invece cercai di non far trapelare nessuna emozione, anche se dentro di me c'era il caos. 
Iniziò a spiegare <Prima mi sono spiegato male. Questa pozione serve per rallentare il battito cardiaco, crea uno stato di coma per evitare che durante il passaggio dalla Terra ad Arcadia il suo corpo non reagisca troppo brutalmente. Se non prendesse questa pozione il suo cuore potrebbe esplodere> quelle parole non mi rassicurarono, ma o morivo per via del mio cuore esploso o morivo di fame sulla Terra, quindi non avevo molta scelta <Va bene e questo portale dove si trova?> chiesi.
La guardia tirò fuori da un taschino sul petto un oggetto molto piccolo e me lo mostrò, abbassai la sua mano per poter vedere meglio che cosa fosse. Un seme <Mi prendi in giro?> gli dissi alzando un sopracciglio. Lui mi guardò con un sorrisetto <Sento che dirà molto spesso questa frase quando saremo ad Arcadia Signorina Thamel> <Va bene, mi stai prendendo in giro> gli dissi arretrando <Assolutamente no, questo non è un semplice seme. È un seme di zucca!> si avviò verso la porta e mi fece segno di andare con lui, ormai non sapevo più a cosa credere e così lo seguì accompagnata da Buck.
La guardia iniziò a scavare un po' di terra, mise il seme all'interno e lo ricoprì <Adesso dobbiamo solamente aspettare> disse <Ehm, aspettare cosa? Che cresca?> <Esatto> disse convinto.
Restammo in piedi a fissare il terreno per almeno un quarto d'ora, Buck si era addormentato.
<Sicuro che funzioni?> chiesi <Bisogna essere solo pazienti> mi rispose sereno <Non è che manca qualcosa? Che ne so..dell'acqua magari? Visto che è un seme>.
Dopo poco il terreno si smosse e ne uscì un piccolo ricciolo <Ah, tanta attesa per un filo d'erba> dissi delusa da ciò che uscì.
Buck si svegliò, sembrava nervoso, qualcosa lo disturbava <Che succede Buck?> mi avvicinai per accarezzarlo, ma si scostò Che strano pensai. Ad un certo punto la terra sotto i nostri piedi tremò, prima poche scosse, poi senza sosta <Che sta succedendo?> chiesi barcollando. La guardia restava in piedi, calmo mentre davanti a noi il terreno si scostava facendo strada a qualcosa, si vedevano radici che annaspavano per uscire e nel mentre si creavano foglie enormi. Ne avevo viste di cose strane in vita mia, ma una zucca che usciva con tanta velocità dal terreno era pazzesco. Il terreno continuava a tremare e caddi col sedere a terra, decisi di rimanere a terra perché ero sicura che le mie gambe non avrebbero retto, Buck si mise vicino a me, cercò di coprirmi con le sue piccole ali per proteggermi, chiusi gli occhi e lo abbracciai.

La terra non tremava più, Buck schiuse le ali per farmi riprendere aria.
Aprì gli occhi e davanti a me trovai una zucca enorme, piena di sfarzi e di pietruzze colorate incastonate, le radici erano delle ruote piene di riccioli e foglie larghe <Ma che cosa è successo? Ma che diamine è? Una carrozza?!> feci una miriade di domande, ero confusa e iniziai a balbettare <Adesso si calmi Signorina Thamel, è solo una carrozza!> mi disse come se fosse tutto nella norma <Solo una "carrozza"? Prima era uno stupido seme!> dissi indicandola <Si deve preparare a queste stranezze Signorina Thamel> mi disse aprendo la porticina della carrozza <Prego dopo di lei, ma prima..> tirò fuori la boccetta con dentro la pozione, per un attimo i muscoli si irrigidirono e un brivido mi percorse la schiena.
<C-certo> dissi prendendo la boccetta <Devo berla tutta?> <Si Signorina Thamel, stia tranquilla è la dose giusta per non morire> la risposta non mi rassicurò. Aprì la boccetta e rimasi a guardare quel liquido viola luminoso, guardai Buck che come sempre era lì pronto a sostenermi sia fisicamente che emotivamente, presi un bel respiro <Va bene, facciamolo> dissi convincendomi.
Bevvi in un sorso tutta la pozione e subito non sentii nulla, la guardia si avvicinò a me per prendermi un braccio, ma Buck iniziò a ringhiare e non lo fece avvicinare <Tranquillo Buck, va tutto bene, lascialo stare> lo rassicurai con dolcezza. Iniziai a sentirmi stanca e mi girava la testa, probabilmente le gambe mi stavano cedendo l'ho capito solo quando vidi la guardia avanzare verso di me e prendermi prima che toccassi terra.
Avevo freddo, poi il buio avanzò.

Riuscì a prendere la ragazza al volo anche se il suo drago iniziò a mordermi i polpacci, era molto legato a lei a quanto pare, poggiai la sua padrona con delicatezza a terra e mi voltai verso di lui <Ascolta piccola lucertola alata! Io non ti piaccio e l'ho capito, ma non voglio fare del male alla tua padrona e questo devi cercare di capirlo> il drago mi guardò di sottecchi ed ero quasi certo che mi avesse fatto la lingua, ma per fortuna si calmò.
Presi la ragazza in braccio e la misi dentro la carrozza, il polso era debole dovevo fare in fretta o non ce l'avrebbe fatta ad arrivare ad Arcadia. Mi sporsi dalla carrozza <Vieni o rimani lì?> chiesi al drago che era rimasto a guardare ciò che stava succedendo, sembrava aver capito e si avvicinò alla carrozza <Forza non abbiamo molto tempo! Potrebbe morire!> a quell'affermazione il drago si preoccupò e salì in fretta sulla carrozza appoggiando il suo muso squamoso sopra la spalla della sua padrona.
<Bene ora andiamo.>

Le fiabe di Arcadia Where stories live. Discover now