XVI. Enciclopedia umana!

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Continuavo a sistemare l'abito che mi era stato regalato dal signor Rachin, il nervosismo non mi faceva stare ferma, sentivo le urla del re e di Zayn nel salotto da ormai un'ora, anche la regina era preoccupata, forse non rimanevano mai così tanto da soli a darsi contro.
I due umani si guardavano intorno, Liam non aveva chiuso la bocca da quando si era ripreso, prima di riuscire a parlare con il re era svenuto tre volte, mentre Niall sembrava stranamente a suo agio con le scope che spazzavano da sole la casa o i bicchieri che si lavavano nel lavandino senza l'ausilio di una persona.
Tutti i componenti della casa, o almeno la maggior parte si trovavano dietro di loro, li guardavano come se fossero statue antiche e prestigiose, ogni tanto una delle gemelle prendeva in mano i loro capelli e li guardava con una lente di ingrandimenti, come se stesse cercando qualcosa.
Il piccolo Phil invece non era toccato dalla situazione, semplicemente fluttuava per la casa cadendo fra le braccia dei due per divertirsi, Liam sembrava così confuso, guardava Phil toccandolo ogni tanto con un dito, neanche avesse qualche malattia.
Nessuno di noi aveva parlato con loro, solo Zayn e il re avevano avuto l'onore, Niall si alzò in piedi a tutti fecero un passo indietro, il biondo si girò stranito ed estrasse dalla tasca uno strano oggetto rettangolare che si illuminava.
«Cosa sarebbe?»Chiesi avvicinandomi a lui, la signora Morange mi fece segno di stare zitta, ma non lo feci, ero sempre stata curiosa del mondo umano! Liam scattò in piedi poggiandomi le mani sulle spalle, Louis estrasse la bacchetta terrorizzato ma il castano non se ne accorse.
«Veramente non lo sai? – annui un po' a disagio per la sua vicinanza – Quello è un cellulare voi non avete cellulari?»Non sapevo cosa volesse significare la parola, non sapevo nemmeno come si pronunciasse, il ragazzo l'aveva detto così velocemente che non me lo ricordavo.
Harry fece abbassare la bacchetta a Louis e si fece avanti guardando l'oggetto nelle mani di Niall, sorrise compiaciuto e si girò verso me e Liam con la sua solita aria compiaciuta, questo significava che lui sapeva cosa fosse.
«Un cellulare o telefono è un apparecchio elettronico con cui gli umani comunicano fra di loro in diversi modi, ne ho visto uno quando sono andato nel mondo degli umani anni fa, sono molto carini e colorati ma oltre la nostra barriera non funzionano»Mi avvicinai all'apparecchio, Harry non aveva tutti i torti quel coso si accendeva e spegneva da solo, Niall sembrava infastidito dalla cosa, Liam sorrise entusiasta della spiegazione di Harry.
«Esatto anche se adesso hanno più funzione, come contenere foto, musica, dati e molto altro, quindi qui non avete computer? Aspetta e le macchine ? no cosa più importante le televisioni?»Liam iniziò a dire nomi di cose strane mai sentite, mentre Harry rispondeva sicuro di se, gli lasciai alle loro strane parole e oggetti.
Presi in braccio Phil trattenendolo, continuava a fluttuare senza sosta ridendo come un matto, un tonfo attrasse la mia attenzione, Zayn sembrava molto furioso, si chiuse la porta di colpo alle spalle tenendo i pugni stretti e la mascella serrata, si soffermò sulla porta della cucina senza entrare.
«Potete restare»Sibilò senza guardarli, si girò di spalle e velocemente corse al piano superiore, non ci pensai due volte e senza lasciare Phil gli corsi dietro, la regina vedendomi andare da Zayn entrò nel salotto dove c'era ancora il re.
Il moro si era chiuso nella stanza accanto alla mia, dove il signor Rachin aveva collocato lui e Harry, anche se principalmente non ci stava nessuno, quasi tutte le sere dormivamo nella stanza piena di materassi. Tenni Phil con un braccio e bussai alla porta delicatamente.
«Zayn sono Alexis»La serratura scattò e subito dopo la porta venne aperta, Zayn teneva la porta con molta forza e ancora non si era rilassato, doveva aver litigato duramente con suo padre, non credevo di averlo mai visto così infuriato.
Entrai nella camera timidamente e lui richiuse la porta cercando di scaricare la rabbia, mi fece cenno di sedermi sul letto mentre lui prese posto su una sedia vicina ad esso, passò una mano sul viso frustrato, Phil si sporse in avanti e carezzò le mani del principe con tenerezza.
Zayn alzò lo sguardo e sorrise al bambino prendendolo in braccio, presto anche lui avrebbe avuto un fratellino o sorellina, gli fece il solletico sulla pancia e la risata di Phil riempii la stanza allentando la tensione del momento.
«Scusatemi, sono stato veramente maleducato»Bisbigliò facendo il solletico al bambino e stringendogli leggermente le guance, sorrisi vedendo la scena, sarebbe stato un bravo fratello maggiore, nonostante gli impegni che lo circondavano.
«Non lo sei stato, tutti si arrabbiano e hanno giornate storte, non ti va proprio bene che loro rimangano?»Chiesi per capire meglio la situazione così preoccupante, lui annuii e mise a terra Phil che iniziò a strisciare il sedere per tutta la stanza.
«Il mio istinto dice che qualcosa non va in quei due, sono umani, noi e gli umani non ci incontriamo da millenni, o per meglio dire loro non passano la barriera da millenni, loro sono sempre stati ostili nei nostri confronti, per quello non concordo la decisione di mio padre»
«Forse dovremmo dargli una possibilità, neanche io sono così propensa a tenerli qui, ma se tuo padre vuole così dobbiamo assecondarlo, ma stare pronti in caso si rivoltino, anche se credo andrebbe a loro svantaggio visto che sono su nostro territorio»Quelle parole sembrarono sollevare il morale del giovane principe che mi sorrise, la chiave per trionfare era la pazienza e noi ne avevamo da vendere o per lo meno io ne avevo molta.
Qualcuno bussò alla porta, subito scattai in piedi ed andai ad aprire, dietro di essa ci ritrovai Harry con in mano un piatto di biscotti a forma di albero natalizio, mi scansai di qualche passo per farlo entrare, anche Zayn si destò in piedi e lo accolse con un grande sorriso.
«Scusate interruzione ma dovrei parlare in privato con il principe»Senza dire nulla corsi a prende Phil e uscii dalla stanza lasciandoli da soli, mi sentivo inutile in quel momento, non si poteva fare nulla per fermare la disgrazia in corso. Quel Niall non me la raccontava giusta, mentre Liam sembrava molto esaltato e ingenuo a modo suo, voleva solo scoprire come funzionava la magia, peccato che non fosse nulla di artificiale, si nasceva così!
Le due gemelle erano sedute vicino a Liam, tutti e tre si osservavano in modo stupito, facevano abbastanza ridere, gli altri si erano volatilizzati, andai verso l'uscita per prendere un po' d'aria, mentre Phil continuava a ripetere il nome di Zayn. Mi soffermai davanti ad una porta socchiusa, vidi Niall al suo interno che passeggiava tranquillo, sembrava stesse parlando da solo, ma non riuscivo a capire di cosa.
«Buona sera Alexis»Sobbalzai quando una voce arrivò alle mie spalle, mi girai di scatto e trovai il signor Rachin era in piedi alle mie spalle, sulla spalla destra c'era appollaiata la civetta Nox, vestiva come sempre in modo elegante e impeccabile.
«Salve signor Rachin! Come si sente?»Chiesi sorridendogli, l'uomo ricambiò il gesto e carezzo il piccolo Phil stringendogli amorevolmente le guance.
«Molto bene il peggio è passato, ho saputo che il principe non ha preso bene la decisione»Mi comunicò un po' dubbioso, non capivo perché fosse tanto strano le persone avevano opinioni diverse e anche se Zayn non concordava col padre non sembrava una tragedia, almeno per me.
«Per niente ma l'ho fatto ragionare, adesso è più tranquillo per fortuna, capisco le sue preoccupazioni sulla questione degli umani»Confessai sbadigliando, non sapevo perché tutta quella sonnolenza, me ero stata presa alla sprovvista, il signor Rachin scosse la testa e si appoggiò al muro di fronte a me anche lui stanco.
«Lo capiamo tutti ma non possiamo rimandarli a casa col rischio che dicano tutto, forse il principe non aveva pensato a questa opzione»Nemmeno io avevo pensa a quella opzione, forse la voglia di non vederli ci spingeva a non ragionare tutte le opzioni possibili.
«Non credo!»Sorrisi timidamente, la porta alle mi spalle si aprii e il biondo fece capolinea sulla soglia sicuro di se e per niente intimidito, i suoi occhi azzurri si puntarono nei miei grigi e mi sorrise, non uno di quelli dolci o intimiditi, sembrava molto più malizioso e provocatorio.
«Scusate, dovrei passare!»Esordii rompendo il silenzio, mi scansai dalla porta e gli lasciai spazio, ci guardò entrambi per poi dirigersi verso la cucina a passo svelto.
«Quel ragazzo non mi convince»Confessò l'uomo al mio fianco, annuii per confermare la sua teoria, non dissi altro e mi diressi verso l'uscita, dalla porta entrò Alicia con Louis, si tenevano a braccetto, mentre alle loro spalle Harry si disgustava per i loro atteggiamenti.
I due ci salutarono distrattamente, per poi correre verso la cucina come dei bambini, Harry si fermò tra me e il consigliere esasperato, i ricci gli pendevano ai lati tutti rovinati ed ingarbugliati.
«Io li odio, mi hanno tirato per i ricci, i miei splendidi ricci, mi vendicherò di loro!»Sbuffò passandosi una mano fra i capelli per sistemarli approssimativamente, soffocai una risata e sculettando il ragazzo seguì i due nella cucina.
Cercai di uscire ancora una volta ma Max mi fermò di colpo entrando dalla porta, mi prese per il polso e mi trascinò verso le scale in fretta e furia, neanche fosse inseguito da qualche mostro, lasciai a terra Phil così da non rischiare di farlo cadere.
«Max che ti prende?»Chiesi piantando i piedi a terra per non essere trascinata dal ragazzo, lui mi stringeva forte la mano e cercava di non saltellare come una femminuccia per la troppa agitazione che si ritrovava in corpo.
«Io... non ci posso credere!»Balbettò quasi scandalizzato, attrasse l'attenzione di tutti in quel momento, Zayn ed Harry stavano scendendo mentre il re e la regina facevano capolinea sul soglia.
«Respira Max ok!? Fai un respiro profondo e dimmi tutto molto lentamente»Gli carezzai il viso per calmarlo, on faceva mia così tanto casino, quando era agitato mi portava sul tetto di casa nostra ma non balbettava così, anzi non parlava proprio si limitava a trascinarmi.
Il ragazzo fece un respiro profondo, mi strinse la mano più forte guardandosi intorno, quando aprii gli occhi non erano più verde e azzurro, davano sul ghiaccio, così vitrei e senza emozioni, cercai di lasciare la presa sulla sua mano ma la strinse forte facendomi male.
«Max ti prego riprenditi, questo non sei tu che ti hanno fatto?»Mi spinge sul pavimento bloccandomi per il collo, Zayn si fionda su di lui per staccarlo, sembra quasi impossibile, mi stringeva sempre più forte, non riuscivo più a respirare. Il re scansò il figlio e con l'ausilio del signor Morange staccarono Max dal mio collo trascinandolo via.
Mi alzai di scatto per seguirlo ma le braccia di Zayn mi fermarono subito, mi strinse a se impedendomi di fare un solo passo in più.
«Lasciami devo andare da lui, devo aiutarlo!»Urlai con la voce ancora distorta per via della stretta.
«Alexis peggiorerebbe le cose, lasci che capiscano cosa sia successo»Continuai a scalciare ma il principe non lasciò la presa su di me, passarono cinque minuti prima che potesse lasciarmi completamente senza che scappassi.
Mi sedetti sulle scale e aspettai che tornassero, tutti gli altri si attivarono per la cena. Mi sentivo in colpa sicuramente la causa ero io, ormai lo ero sempre, quella strega di mia madre gli avrà fatto un maleficio o qualche strano e contorto incantesimo.
Scoppiai in lacrime, non volevo farlo, mi venne spontaneo, volevo solo sfogare ciò che sentivo dentro, un'angoscia universale che nessuno poteva capire, uno dei due umani uscii dalla cucina con in mano un pezzo di pane, alzai lo sguardo spaventata dal rumore.
Liam mi porse un pezzo del suo panino e si mise al mio fianco, lo ringraziai con un debole sorriso e mi pulii le lacrime che invadevano le mie guance bianche.
«Sai quando avevo dieci anni, mio fratello più grande si considerava invincibile davanti a tutto... voi sapete cos'è la droga? – scossi la testa in segno negativo – beh meglio per voi, comunque è una sostanza strana che fa male al corpo, ma noi umani siamo stupidi e la prendiamo comunque perché da un effetto... rilassante! ti fa credere forte anche se non lo sei»Prese un pezzo di pane e lo mangiò senza neanche masticarlo.
«Cosa gli è successo?»Chiesi curiosa.
«Quella sostanza ti può anche far diventare cattivo, aggressivo, alcune volte mi trovavo svegli a casa quando lui tornava e mi picchiava o mi rinchiudeva in uno sgabuzzino – lo guardai male – lo so che è strano ma a dieci anni avevo paura del buio»
«Anche io avevo paura del buio» lo rassicurai poggiandogli una mano sulla spalla.
«Comunque, sono arrivato a pensare che la colpa fosse mia se si comportava così, perché ero un cattivo fratello minore, invece non era così»Si passò una mano sulla faccia un po' a disagio, non capivo bene dove volesse arrivare con quel discorso.
«Quindi?»Cercai di fargli tirare le conclusioni.
«Lo so che qui la droga non c'entro, ma non è colpa tua se Max è stato colpito da... qualsiasi cosa colpisca i maghi, ho visto nei tuoi occhi la stessa colpevolizzazione che mi davo io, ma non devi, non sei stata tu a farlo diventare cosi»Gli umani la facevano facile, non sapeva quanto invece la colpa fosse mia, quanto un mio errore pesasse anche sugli altri.
«Cosa è successo a tuo fratello?»Cercai di cambiare velocemente discorso, anche se mi sembrò una brutta idea la sua espressione si rattristò molto e mi sentii male a vederlo in quello stato.
«Beh la droga ha un costo elevato, che lui non è riuscito a saldare e... l'hanno ucciso»Il suo viso si incupii e mi maledissi da sola per quella domanda stupida, potevo evitarla, l'avevo fatto stare male, era un umano e provavamo gli stessi sentimenti, dovevo capire quando fermarmi.
Mi sporsi insicura verso di lui e lo abbracciai, non sapevo bene se avrebbe funzionato come conforto, ma ci stavo provando, non sapevo cosa fosse la droga, ne perché la gente uccidesse per essa, ma potevo capire quanto pesasse la morte di un famigliare sulla coscienza.
«Grazie Liam! Sei molto gentile, mi dispiace per tuo fratello io non volevo riaprire una ferita»
«No! Non devi dispiacerti ormai è passata, sono passati anni, volevo condividere con te la cosa perché ti ho visto veramente giù di tono, cioè... oh dio forse questa storia non è la migliore per tirarti su il morale, vuoi che ti racconti una barzelletta?»Cambiò discorso riacquistando il sorriso.
«No grazi! Di solito non capisco le barzellette»
«Bene perché non le so raccontare»Scoppiammo entrambi a ridere, attirammo l'attenzione di Zayn e Niall che si sporse dal soggiorno e dalla cucina per osservarci, sia io che Liam facemmo finta di non notarli e continuammo a parlare tra di noi.
«Cosa facevate prima di finire qui?»Chiesi curiosa poggiando la schiena contro il muro per guardare meglio il ragazzo dagli occhi scuri.
«Io e Niall abitiamo in Inghilterra un paese non troppo lontano dalla Francia»Precisò.
«Lo so dove si trova, conosco la geografia»Lui si gratto la testa imbarazzato e continuò a parlarmi del loro viaggio verso la Francia.
«Io lavoro come animatore nei campeggi – annuii anche se non sapevo bene cosa fosse un animatore – mentre Niall... beh lo conosco da anni, ma non so bene cosa faccia»La cosa mi parse alquanto sospetta, Liam non sapeva del lavoro dell'amico nonostante la loro lunga amicizia, forse allora c'era da preoccuparsi di lui.
«E cosa vi ha portati qui?»
«Niall mi ha praticamente sbattuto una cartina in faccia e mi ha detto "Amico ti porto in escursione" le escursioni mi piacciono allo gli ho detto "Cavolo amico ci sto!" e mi sono ritrovato dopo due giorni su un aereo per Parigi»Lo interruppi con un cenno della mano, parlare con un umano non era per niente facile a quanto vedevo.
«Cosa sarebbe "Aero"?»Chiesi un po' stranita dalla parola complicata,
«Si dice aereo – il ragazzo cercò di scandire ogni parola – sono degli aggeggi che volano sulle nuvole, un po' come le vostre scope, ma portano più gente e credo possano andare più in alto»Annuii ancora un po' confusa.
«Arrivati a Parigi abbiano fatto gli zaini e abbiamo preso una macchina – alzai la mano per fermarlo ma lui mi precedette – la macchina è un mezzo di trasporto che viaggia via terra, non saprei a cosa compararla... tipo la carrozza, ma non viene trainata dai cavalli, ha un motore e va a benzina, ma queste due cose non so come spiegartele»
«Fa niente, vai avanti!»Lo rassicurai, non doveva diventare la mia enciclopedia personale di colpo.
«Ha fatto tutto Niall mi ha portato in una foresta o bosco, non so bene cosa fosse e abbiamo iniziato a camminare, credo che Niall volesse trovare la fine e c'eravamo riusciti o almeno così credevo»Si fermò quando la signora Morange passò per il corridoio con in mano un pollo fatto al forno che ci fece venire l'acquolina in bocca ad entrambi.
«Stavo dicendo che... ah sì! C'era un dirupo gigantesco, quando lo vidi invitai Niall ad allontanarsi, ma poi fu come se l'aria tremò e la prima cosa che vidi furono delle sagome sconosciute, Niall sorrise compiaciuto e mi spinse a saltare, all'inizio lo presi per pazzo, ma la vostra barriera vibrò ancora e ti vidi li incuriosita»Non sapevo se fosse una fortuna o meno che lui mi avesse vista per prima.
«Poi Niall saltò e io gli andai dietro e alla fine... eccoci qui!»Non sembrava una storia particolarmente strana, anzi mi sembrava normale che due amici passeggiassero, la cosa che non quadrava era Niall, la sua strana direzione, poteva andare ovunque , invece aveva scelto la Francia e la nostra foresta, come se fosse un fortuito caso. Ma cominciavo a diffidare dal caso!
«Siete dei ragazzi intrepidi a quanto ho capito»Scherzai alzando lo sguardo su Niall che mi osservava attentamente, come se avesse capito delle mie perplessità verso la sua persona, diedi una pacca a Liam che ricambiò amichevolmente.
«Solo con molto tempo libero, mi è venuta una fame»Confessò annusando ancora l'odore del pollo che si era impregnato nell'aria.
«Sì, ti capisco la signora Morange è un'ottima cuoca, vai da lei magari riesci a farti dare qualcosa»Il ragazzo subito si alzò in piedi e si diresse verso la cucina allegro, sorrisi al suo comportamento un po' infantile e mi destai anche io in piedi quando sentii la porta dell'entrata aprirsi.
Max sembrava stravolto, i suoi occhi erano perfettamente normali nella loro diversità, mi rassicurava vederli di nuovo verde e azzurro, gli corsi incontro e lo abbracciai, sentendo la sua stretta ricambiata debolmente.
«Mi dispiace Ale! non so cosa mia sia preso»Sussurrò con la voce rotta dalle lacrime, ripresi anche io a piangere, non volevo stesse male per una cosa in cui non c'entrava.
«Tranquillo è passata, è tutto passato, non piangere!»Rimasi avvinghiata a lui per un tempo eterno, Danielle dovette venire a chiamarci due volte prima di riuscire ad attrarre completamente la nostra attenzione per seguirla.
Ci sedemmo ognuno ai nostri posti, l'aria che si respirava era più tranquilla, anzi molto più famigliare di prima, la signora Morange si congratulava con Liam per il suo appetito, mentre le gemelle ancora cercavano i pidocchi fra i capelli di Niall con la lente di ingrandimento, non sapevo bene cosa si aspettassero di trovare.
«Scusatemi la domanda inappropriata, ma come fa nel mondo magico a nascere una bambina dai capelli come quelli di Alexis, sempre che siano naturali!»
«Sì, sono naturali, in poche parole se la madre e il padre hanno colori diversi di capelli o predomina quello primario dei due o c'è una mescolanza, in questo caso Alexis ha avuto la mescolanza che ha creato il viola»Rispose prima di me Pascal, lo guardammo tutti male e lui diventò tutto rosso per la vergogna.
«Quindi i suoi genitori hanno i capelli rossi e blu o sbaglio!?»Intervenne Liam con la bocca piena di pollo e pane, mi venne da ridere a quella scena, ma gli risposi con un cenno della testa che aveva ragione, Liam si guardò in torno incuriosito, forse stava cercando i miei genitori, lui non sapeva ancora nulla di me.
«Inutile che cerchi Liam, sono stata adottata»Il ragazzo prese lo stesso colorito di Pascal e nascose il viso abbassandolo verso il piatto e cercando di far uscire dalla sua bocca un "scusa" che però fu soffocato dal cibo che aveva in bocca.
Stavo per consolarlo ma un forte dolore alla testa mi fece perdere la presa sul bicchiere, mi portai la mano alla tempia rabbuiandomi in me stessa, un forte dolore allo stomaco mi stava lacerando, la testa sembrava bombardata da pugni continui.
Cercai di calmarmi, di respirare profondamente, ma non ci riuscivo, era uno strazio, le voci stavano cominciando di nuovo, ma questa volta il dolore era arrivato di colpo, nessun avviso, nemmeno le urla solo dolore lungo e agonizzante, che mi pervadeva l'intero corpo da testa a piedi.
Delle braccia mi si posarono sulle spalle, erano delicate, ma non riuscivo a concentrarmi su di esse, la testa faceva troppo male per poter capire qualsiasi cosa.

"Tutto ciò non durerà....
Sciocca, presto tutto ciò non ti apparterà più
Io e te siamo simili Alexis
Siamo fatti per stare in solitudine e uccidere
É inutile che menti a te stessa, sai benissimo che questa non é la tua vita
Che non sei come loro tu sei mia
Mi appartieni, tu non hai una famiglia ricordalo
Io sono tutto ciò che hai
Presto lo capirai
In quanto a te Malik il tuo destino é segnato
Almeno che non cambi la tua lealtà
Spero di vedere presto entrambi"

Il dolore sparii e tutti i presenti si erano zittiti di colpo puntando gli occhi su me e il ragazzo alla mia sinistra anch'esso disturbato dalla voce della strega, così profonda, pungente e lacerante, ogni sillaba era come un taglio dato dalla lama di un coltello ben affilato.
Il signor Rachin, il re e il signor Morange, ci portarono nello studio della casa e ci fecero sedere su delle sedie in legno scuro molto scricchiolanti e alquanto vecchie.
«cosa é successo, ma che domande faccio... Cosa vi ha detto quella strega?» il signor Rachin era più agitato del solito.
« niente di cui aver pena come di copione ci vuole al suo cospetto, ci vuole dalla sua parte,questa donna é molto ridondante » confessai in tutta fretta senza riferire la sua allusione alla somiglianza fra me e lei, credo che questo ormai sia palese a tutti.
«perché si sarebbe disturbato a riferire questo solo a voi due, credo abbia capito che ormai sappiamo tutto della sua continua pressione per avervi da lei» precisa il signor Morange facendo sue e giù per la stanza provocando un sonoro rumore col bastone di legno che porta sempre con se da quando era stato ferito alla gamba.
«ha voluto precisare le similitudini fra lei e Alexis e vuole convincerla di essere sola e di non avere niente a che fare con la famiglia» sbotta schietto Zayn con tono notevolmente preoccupato, cosa che non mi sarei aspettata o forse si !? il ragazzo era sempre pronto a proteggermi e quasi io non me ne rendevo conto.
«Alexis sappi che tu non hai niente a che fare con lei neanche lontanamente, ne devi essere convinta, questa non deve essere una tua debolezza hai capito» il signor Rachin cercava il mio sguardo con tono autoritario e deciso
«si signore» risposi facendo in modo che si rassicurasse, anche se la strega non ha tutti i torti, eravamo entrambi così simili e poco diversi, entrambi solitari.
Gli uomini ci congedano e silenziosi usciamo dalla stanza andando dritti al piano superiore ognuno nelle sue camere per poter riposare e magari schiarire le idee sulla serata abbastanza singolare.
«Buonanotte Alexis»Disse titubante Zayn aprendo la porta della sua camera.
«Buonanotte Zayn!»Gli sorrisi ancora stravolta ed entrai nella camera, posai la bacchetta sul comò e tolsi il bellissimo e comodo vestito adagiandola sulla poltrona in pelle nera, indossai la prima sottana che la signora Morange mi aveva procurato, tendevano a nona andare a casa, per paura che le ombre fossero in agguato.
Legai i capelli in una treccia laterale e mi distesi sotto le coperte sperando che i sogni non mi disturbassero, o per meglio chiamarli incubi, mi addormentai quasi subito sotto il peso della giornata e aspettai il peggio. Mi sentivo agitata, scuramente quella notte non sarebbe stata rose e fiori per me.

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