5 • Stella

8 0 0
                                    


Vicini ma lontani. Proprio come siamo noi in questo momento.
Gli sorrido e mi alzo prendendo il mio trolley, lui mi imita, si mette lo zaino in spalla e poi intreccia le sue dita alle mie andando verso l'imbarco. Ma cosa mi ha fatto questo ragazzo? E dov'è il muro che doveva assolutamente proteggermi per tutto il viaggio? Dov'è il mio faccio-tutto-da-sola? Guardo quegli occhi profondi e dimentico tutto. Sento salirmi le lacrime al solo pensiero che è il nostro ultimo volo, ma le ricaccio indietro e porgo i documenti all'hostess.
Questo volo è diverso dagli altri. Il primo eravamo arrabbiati, il secondo eravamo amici, in questo... Boh non lo so neanch'io. Siamo due anime sole. Ogni tanto lo guardo e ogni tanto lui guarda me, ma non ci diciamo niente, neanche con gli occhi.
Arrivati a Winnipeg scendiamo e ci dirigiamo al nastro trasportatore ad aspettare i bagagli. Neanche a dirlo il mio arriva subito, mentre del suo non c'è traccia. Mi aiuta a tirare giù la mia pesantissima valigia e mi scende una lacrima. Mi viene in mente l'inizio del nostro viaggio, quando mi aveva aiutata ad alzarla sulla bilancia. L'asciugo senza farmi vedere, ed alzo gli occhi lentamente fino ad incontrare i suoi. È triste quanto me.
«Allora ciao...»
«Ciao Stella.»
«Grazie di tutto, della compagnia e...» E cosa? E grazie di avermi fatto fare un viaggio indimenticabile? Grazie di avermi fatto battere il cuore come forse non aveva mai fatto? Grazie perché se non ci fossi stato tu non sarei mai partita? Il mio "e" rimane sospeso e abbasso gli occhi.
Sento un dito appoggiarsi al mio mento ed alzarlo dolcemente.
«Grazie a te. Sei stata la miglior compagna di viaggio che potessi mai desiderare, e poi sei italiana» e mi strizza l'occhio. No, non ce la faccio.
Si avvicina e mi toglie il cappellino. So già cosa sta per fare e trattengo il fiato finché non sento la sua bocca appoggiarsi sui miei capelli. Strizzo forte gli occhi per non far scendere le lacrime che sono sempre di più, mi alzo di scatto, gli rubo il cappellino e corro via.
A lui è rimasto in mano il mio. Se non altro avremo qualcosa a cui aggrapparci.

Appena esco dall'aeroporto mi colpisce un freddo pungente. Proprio il clima adatto al mio stato d'animo... Vedo sulla destra dei taxi e mi avvicino al primo libero. Il tassista mi sorride aprendomi la portiera e poi si occupa della mia valigia. Ho ancora le lacrime agli occhi e lui deve averlo capito perché non fa troppe domande. Si siede al suo posto e gli porgo il biglietto da visita del noleggio auto in cui ho prenotato la mia macchina. Non ci sono autobus che vanno ad Emerson quindi ho pensato di partire direttamente in auto da qui, tanto avrei dovuto comunque prenderla una volta arrivata, voglio essere indipendente. Legge il biglietto e annuisce. In quel momento sento scottare la nuca, e mi giro non riuscendo a farne a meno. Due occhi blu mi fissano dal marciapiede, un po' più indietro. Siamo lontani ma riesco comunque a percepire la tempesta. È arrabbiato. Il taxi parte e mi richiudo in me stessa.

Dopo una ventina di minuti siamo al noleggio, pago e ringrazio poi mi dirigo all'entrata.
«Buonasera, ho noleggiato una macchina, vengo dall'Italia...»
«Ah l'italiana! Sì seguimi!»
Entriamo nel garage e il ragazzo mi guida verso la mia Kia Rio. Appena la vedo faccio un sospiro, è blu. Non blu e basta, blu occhi-di-Cody. Quando l'ho prenotata mi hanno mandato i dati e il colore era smoke blu, allora ovviamente per me non aveva nessun significato, ma ora... é esattamente quel blu lì. Va beh, non è che se non vedevo questo colore non lo pensavo eh, ho in mente solo lui da quando l'ho visto allontanarsi sul marciapiede. Ma che dico, ho in mente solo lui da quando ho incrociato i suoi occhi aspettando il mio segno!
«Bene ecco le chiavi!»
La voce del ragazzo mi riscuote dai miei pensieri.
«Hai bisogno di una mano per impostare il navigatore?» Deve avermi vista particolarmente persa... Ed ha ragione.
«Ehm... Sì grazie, molto volentieri...» Rispondo arrossendo ed abbassando la testa imbarazzata. Poi questo ragazzo è davvero carino, mi mette quasi soggezione con quel suo sorriso luminoso.
«Allora, dove sei diretta di bello?»
«Emerson»
«Ah veramente? È il mio paese! Ti ci accompagnerei io ma stacco...» guarda il grande orologio appeso alla parte, sono le 20.30 «...tra mezz'ora.»
«Se vuoi ti aspetto» Non so neanch'io come mi escono queste parole. Forse è il mio inconscio che mi dice che non è il caso di mettersi alla guida da sola in un posto che non conosco, col buio, e soprattutto nel mio stato emotivo... Abbasso subito gli occhi imbarazzata dopo la mia uscita.
Lui mi guarda inizialmente stupito, poi mi fa un sorriso che mette in mostra dei denti bianchi perfetti. «Sei seria?»
«Beh... Perché no... Se vai lo stesso di là... È buio, non conosco la strada e sono abbastanza stanca, sarei più tranquilla sapendo di non essere sola, ecco. O la tua era solo una battuta?» Mi viene in mente questa ipotesi e divento rossa in un botto, pensando alla figura appena fatta.
«Si in effetti l'ho detto così, non pensavo mi avresti preso sul serio!» Ride e si gratta la nuca. È proprio un bel ragazzo. «Ma vado davvero ad Emerson e stacco davvero tra mezz'ora quindi, sarò ben felice di accompagnarti!»
Ok, il danno è fatto. E poi, cosa so di lui? Potrebbe essere un maniaco, un pervertito... Complimenti Stella, bella mossa! Mi fa accomodare in una stanzetta dove ci sono due poltrone, una macchinetta per il caffè e una con degli snack.
«Accomodati qui intanto. Se vuoi qualcosa da mangiare o da bere serviti pure, c'è la chiavetta inserita, offro io» dice facendomi l'occhiolino. Lo guardo inebetita senza rispondere e lui se ne torna di là.
Stella ma cosa stai facendo? Hai appena pianto per un ragazzo che dicevi ti avesse rubato il cuore, e adesso flirti con quest'altro come se niente fosse?
No, stavolta non sono d'accordo con la mia vocina. O meglio, la prima parte ok, è vera, ma la seconda... Flirti? Non sto flirtando! Ho solo accettato un aiuto per evitare di perdermi appena arrivata! Anche se è vero, questo ragazzo dagli occhi neri mi ha fatto dimenticare Cody per un po'. Mi affiora un sorriso sulle labbra pensando a lui, e tiro fuori le cuffie per rilassarmi un po' su queste poltrone davvero molto comode. Schiaccio play e la voce di Bebe Rexha con "Meant to be" mi entra nelle orecchie. Perfetto, proprio la canzone giusta!

Meant to beOnde histórias criam vida. Descubra agora