8 • Cody

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Come previsto la mattina successiva papà non ha molto da dire, anche se in realtà non gli ho neanche lasciato il tempo per un'eventuale discorso. Devo raggiungere Aaron che è già in ditta a caricare il camion.
«Buongiorno papà, io vado!»
E sono già fuori. A malapena sento il suo "buongiorno".
Salto sul mio pick-up e mi dirigo alla periferia di Selkirk, dove ha sede l'azienda di famiglia. Arrivo davanti al cancello e suono il clacson, aspettando che Aaron mi apra. Osservo l'impero creato dal mio bisnonno. All'ingresso una grande insegna: "Manitoba Fireworks". Me la ricordo così da sempre. Lo sfondo blu è ormai un po' sbiadito, la scritta che in origine era bianca ora è di un grigio spento. Decido che non appena saremo noi i proprietari la rifaremo nuova. In alcuni punti ci sono dei piccoli buchi e gli angoli sono leggermente arrugginiti. E come richiamata non appena vedo la ruggine vedo anche Stella. I suoi occhi color ruggine, i suoi capelli color ruggine.
Oggi siamo diretti a Winnipeg, e non posso fare a meno di pensare che forse lei è proprio lì. Devo tenere gli occhi aperti.
Il cancello si apre cigolando e vado a parcheggiare vicino al camion già pronto.
«Ehi ce l'hai fatta! Pensavo non ti svegliassi più.» mi ammonisce subito Aaron.
«Dai ho solo 10 minuti di ritardo, non essere così fiscale!»
«In realtà sono 25... Dai andiamo, ho già caricato tutto.»
Partiamo col nostro bisonte bello carico. Abbiamo una consegna importante per una grande festa di compleanno che si terrà domani sera. Il Fidanzato della festeggiata ha richiesto dei fuochi d'artificio molto ricercati e romantici, oltre alla scritta con la fatidica proposta. Spero che almeno gli dica di sì!
Aaron sale al posto di guida «Tu guidi al ritorno ok? Dormi ancora mezz'ora...»
Ma com'è premuroso il mio fratellino... In effetti sarei rimasto ben volentieri a letto, e avrei anche potuto, in genere le consegne le facciamo da soli, ma non avevo voglia di rimanere a casa con papà e poi il carico era notevole, così almeno aiuto Aaron a scaricare.
L'appuntamento è per le 11. Arriviamo puntuali e scarichiamo tutto, poi ce ne andiamo facendo l'in bocca al lupo al futuro marito per la proposta. Mangiamo qualcosa al primo MacDonald che incontriamo e poi ci dirigiamo a casa. Guida ancora Aaron, e gliene sono grato, oggi ho proprio bisogno di dormire e basta! Comincio a sentire gli occhi pensati quando uno stridio di freni mi fa svegliare di colpo. Mio fratello frena come un disperato e solo allora vedo davanti a noi un suv in mezzo alla strada. Per fortuna riusciamo a schivarlo in tempo, altrimenti non so cosa ne sarebbe rimasto. Mi giro per vedere chi ci sia alla guida, sarà di sicuro una donna! Ed in effetti lo è, ma non riesco a vederla in viso, vedo solo una lunga coda di cavallo rossa che ondeggia, poi sfrecciamo via. Una coda rossa. Rossa. No non può essere stata lei. L'avrei riconosciuta. L'avrei sentita. E poi non mi sembrava il suo rosso, questo era più scuro... Sto cercando di auto convincermi. «Tutto ok?» Aaron mi guarda shockato.
«Sì sì, tutto bene. Tu?»
«Pure. Cos'è quella faccia? Chi c'era al volante?»
«No niente, non l'ho vista era girata... Però ho pensato... No niente, lascia perdere.»
Mio fratello mi guarda e strabuzza gli occhi «Pensi sia stata Stella!?»
Ma come fa a capire sempre tutto? Mi legge nel pensiero!
«No non credo. Sì era una coda rossa, ma non era il suo rosso. E poi scusa, l'avrei riconosciuta no?»
«L'avresti riconosciuta? Tu quassù e lei laggiù, ed oltretutto girata? Non avresti riconosciuto neanche me in quelle condizioni!»
Lo guardo dubbioso. No. Non era lei e basta. Mi rifiuto di credere di averla avuta così vicina e non essermene accorto.
Mi riscuoto da questi pensieri ed accendo l'autoradio. Stanno passando French Montana con Unforgettable. Sì, di sicuro lei è indimenticabile, ma questa canzone è un po' troppo esplicita. Anche se non nascondo che mi sale un po' di eccitazione pensando di prenderla come sta dicendo French in questo momento. Mamma mia questa ragazza mi ha mandato in tilt il cervello. Se solo ripenso al suo respiro sulle mie labbra quando l'ho quasi baciata... La voglio da morire, in tutti i modi possibili.
«Ci fermiamo un attimo qui da Harry ok? Devo prendere un paio di cose.» dice Aaron svegliandomi dai miei pensieri sconci, mentre parcheggia davanti al negozio di colori e pennelli del nostro vecchio amico. Noi due ci compensiamo perfettamente, io sono la parte più logica e razionale, lui quella artistica e creativa. È sempre stato molto bravo a dipingere, soprattutto ad acquerello, ma spesso quando non vuole tirare fuori tutta l'attrezzatura fa anche dei semplici schizzi a matita su fogli bianchi che poi si trovano regolarmente sparsi per tutta la casa. Mi torna in mente Stella, mi ha accennato di essere un'illustratrice e mi sembra di aver intravisto nel suo zaino un blocco da disegno. È possibile che ogni cosa mi rimandi a lei? Se riuscissi a non pensarla per un po' forse potrei anche dimenticarla, anche se credo sia impossibile, ma questi continui segni che mi rimandano a lei non fanno altro che confermare le mie intenzioni: devo trovarla. Punto. Scendo dal camion con un salto e mi appoggio al paraurti assorto nei miei pensieri, che in realtà si riassumono tutti in una ragazzina dai capelli rossi e dal viso costellato di lentiggini.
«Ehi Cody!» Mi giro sentendo chiamare il mio nome e vedo avvicinarsi William Cawstone, un grosso imprenditore che da sempre sta addosso a papà per la sua azienda.
«Ehi William.» Saluto senza troppo entusiasmo.
«Allora, sembra che presto diventeremo soci in affari eh?»
Lo guardo stralunato e spero di aver capito male.
«Ah non sai ancora niente? Felix mi aveva detto che eri via ma pensavo ti avesse già informato...»
«Sono tornato ieri sera. Mi ha detto che doveva parlarmi di una cosa ma stamattina siamo usciti presto e non l'ho visto.» Mento in parte.
«Beh, vorrà dire che ti informerò io, ormai praticamente te l'ho detto... Abbiamo fatto un preaccordo informale per la compravendita dell'azienda. Non ha voluto firmare niente fin- ché non fossi tornato tu, ma insomma l'ultima volta che abbiamo parlato era abbastanza convinto. Praticamente me l'ha proposto lui, quindi ormai è deciso, manca solo il contratto formale e la firma.»
«Appunto.» Per fortuna in quel momento vedo uscire mio fratello dal negozio e salgo sul camion al posto di guida.
«Ci vediamo Will.»
«Certo Cody, puoi scommetterci...» mi risponde con un ghigno che non mi piace per niente. Avrei tanto voglia di spaccargli la faccia in questo momento. Aaron sbatte la portiera facendomi capire che è pronto. Ingrano la marcia e partiamo.
«Cosa voleva quella sanguisuga?» Io e mio fratello abbiamo -come sempre- la stessa identica opinione di quell'uomo.
«Dice che papà gli ha proposto di comprare l'azienda.»
«Cosa? Non mi ha detto niente, non può averlo fatto davvero! Senza neanche dircelo?»
«Non ha voluto firmare niente prima di parlare con noi, ma Will dice che era molto convinto e che praticamente ha deciso tutto lui. Manca solo il contratto e la firma.»
«Direi che è ora di parlare seriamente con nostro padre»
Annuisco ed imbocco la statale a tutta velocità verso nord. Prima arriviamo e prima risolviamo questo casino.

Meant to beWhere stories live. Discover now