Da qui a per sempre

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Era quel giorno, se non un normalissimo sabato di primavera.
Ma le lezioni erano sospese, un giorno di festa che potevamo passare a rilassarci, incontrare gente, ballare e cantare davanti a tutti.

Il secondo evento di solito si svolge ad ottobre, qualche giorno dopo il mio compleanno. L'aria è sicuramente più fresca ma ci sono meno persone.

Erano le 15, aspettavamo impazienti il nostro turno per esibirci, cercavo Felix... Non c'era, o almeno non risedeva nel mio campo visivo.

La piazza riempita di gente, bancarelle e festoni.
Il profumo di cibo delizioso e la leggerezza del sole sovrastante le nostre teste, il vento che rendeva l'aria più pulita e il caldo non eccessivamente soffocante.

I bambini correvano in mezzo alle persone per prendersi tra di loro mentre le madri gli chiedevano di fare attenzione a non prendere contro le altre persone, ma in fondo sono bambini.

Pensavo ai bambini che ammettevano i propri sentimenti senza il minimo ripensamento o dubbio, limpidi e trasparenti come l'acqua.

Puri, sinceri. E se tutto fosse andato male allora non sarebbe importato, come procurarsi una ferita sul ginocchio e sapere che dopo poco sarebbe guarita, rialzarsi e tornare a correre.
Cadere, rialzarsi e tornare a correre.

"Quali sono i tuoi pensieri dolcezza?" - Jisung di fianco a me interruppe il silenzio tra di noi e soprattutto il mio caos interiore, simile a quello circostante, fuori dal nostro soffocante attendere.

"Come?"

"Dai, si vede lontano un miglio che sei turbato."

"Io non sono tur-"

"Dai su, racconta, muoviti. È per Felix?"

"Ma com-"

"Anche questo si vede lontano un miglio dolcezza."

"Smettila di chiamarmi dolcezza."

"Suvvia, fammi la domanda che vuoi farmi, oppure posso farmela da solo e rispondermi, allora dunque, lo eviti, quindi siete arrivati ad un punto morto, non sapete più cosa fare, è così dal bacio che vi siete dati in cucina"

"Ma cos-"

"Daiii, lui era bordeaux in faccia, e tu? Più di lui."

"È la carnagione..."

"NON C'ENTRA ADESSO, MA NON STAI NEGANDO QUINDI È ANDATA COSÌ."

"In verità non ci siamo baciati lì, è successo quel pomeriggio sotto la pioggia".

"Romantico... Dunque qual è la domanda?"

"Meglio parlare o tacere?"

"...Mi aspettavo una domanda diversa."

"Solo, non abbiamo ancora parlato del bacio..."

"Cosa aspetti? Gridalo al mondo, cazzo fratello, wow. COSA CI FAI ANCORA QUI? VAI!!"

Mi mise così tanta ansia che inizia a correre senza la più pallida idea di dove fosse o di dove fossi io, beh di dove fossimo un po' tutti in generale.

Così tanta agitazione che quasi mi scordai di ringraziarlo.
Mi fermai e tornai indietro urlando cercando di attirare la sua attenzione, azione che attirò l'attenzione anche di tutte le persone intorno a noi che adesso che ci penso ci avevano sentito gridare fino a poco fa.

"EI!! Grazie."

"SI MA ORA VAII!!"

Dovevo trovarlo e non doveva essere tanto difficile soprattutto con una caviglia quasi ingessata.

Profumo di MoreDonde viven las historias. Descúbrelo ahora