XIX

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"Allora? Te lo ricordi?" La voce di Elizabeth mi fa tornare alla realtà e annuisco incerta, lei si gira verso Mark che non è cambiato affatto tranne per i capelli bianchi.

"Bene, hai carta bianca, proprio come quella volta." Mia "madre" batte le mani ed esce dalla stanza chiudendo la porta a chiave, Mark si avvicina lentamente a me e mi sorride, lo stesso sorrido che mi ha fatto nove anni fa la prima volta che mi ha visto, ma sta volta lo capisco, capisco le sue intenzioni ma non ho le forze per ribellarmi, ho ancora in circolo il sedativo e non so con quale forza ho sputato contro mia madre.

"Allora Kayla ci rivediamo." Si inizia a sbottonare la cintura e poi la sfila velocemente, si abbassa fino alle caviglie i boxer e i pantaloni, in un attimo lo trovo su di me proprio come nove anni fa, vengo nuovamente riempita da lui e in quel gesto vengo assalita nuovamente dal ricordo.

"Mamma mi ha detto che adesso scende e mi ha detto di farti entrare " Gli dico e lui entra, poco dopo vedo scendere mia madre.

"Io esco, lui è Mark un mio caro amico ti lascio con lui." Afferma mamma per poi guardare il signore di nome Mark

"Ti lascio carta bianca puoi farle tutto quello che vuoi e intendo tutto, a me non importa." Detto ciò mamma esce di casa.

"Vieni qui tesoro, non vorrai mica che dica alla tua mamma e al tuo papà che sei stata cattiva no?" Si siede sul divano e mi fa un gesto con la mano per farmi segno di andarmi a sedere vicino a lui e io faccio così.

"Sai tua madre mi aveva detto che eri bella ma non pensavo così tanto, i miei complimenti." Mette una mano nell'interno coscia facendo dei piccoli cerchi e poi piano piano sale con la mano verso la mia zona intima e io la sposto subito.

"Tesoro perché fai così? " Mi chiede rimettendo la mano sulla mia coscia.

"Papà dice sempre che se non voglio non devo farmi toccare la zona intima e io non voglio" Affermo sussurrando.

"Oh ma sta zitta, volevo essere gentile ma non mi dai alternative." Prende un pezzo di stoffa dalla tasca e mi imbavaglia togliendomi la possibilità di parlare, mi toglie il pigiama e poi si spoglia anche lui, cerco di coprirmi rannicchiandomi su me stessa imbarazzata ma lui si stende su di me, sento qualcosa di duro strusciare sulla mia coscia e sulla mia zona intima e non capisco cosa sia ma ad un certo punto quella cosa dura entra in me facendomi urlare dal dolore anche se senza riscontri visto che il bavaglio mi impedisce di parlare.

"Urla pure tesoro, non ti sentirà nessuno." Dopo un po' si alza da sopra di me, si riveste e se ne va, sono ancora sul divano nuda e piango perché non capisco cosa sia successo, sento la porta aprirsi e mi rannicchio su me stessa pensando sia ancora una volta l'amico di mamma ma invece è papà.

"Piccola che succede?" Mi chiede correndo verso di me, si toglie la giacca e me la posa sul corpo per coprirmi, sento del liquido scorrere tra le mie gambe e piango disperata.

"Io non lo so papà" Piango ancora facendomi mancare il respiro, lui mi abbraccia e mi stringe a se per proteggermi.

"Calmati e raccontami tutto piccola."

"Mamma è uscita e mi ha lascato con un suo amico però lui ha iniziato a toccare la mia intimità e quella che tu dici che se non voglio non devo farmi toccare e io non volevo ma lui mi si è messo sopra o e poi ho sentito qualcosa dentro di me papà faceva tanto male poi lui se ne è andato e mi ha lasciata qui sul divano lui e la mamma avevano uno strano sorriso sul viso." Gli racconto tutto mentre continuo a piangere e lui mi coccola.

A risvegliarmi dallo stato di trance è quando finalmente esce da me e si alza rivestendosi.

"Ammetto che ora con un corpo del genere è stato molto più bello." Detto ciò esce lasciandomi sola, sono impassibile, non provo niente, solo dolore, vorrei solo piangere ma temo di aver finto le lacrime. 

I'm backDove le storie prendono vita. Scoprilo ora